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Mese: Settembre 2024

Trekking Serra di Crispo: guida completa

Tra le esperienze più belle vissute in questi giorni in Basilicata, la più avventurosa ed emozionante è stata sicuramente il trekking sulla Serra di Crispo. Tra risate, scivolate, paesaggi spettacolari e brindisi in vetta, questo trekking ha segnato l’unione del gruppo con cui ho partecipato al Basilicata Slow Educational Tour, organizzato da Viaggi del Milione e Basilicata Turistica.

La Serra di Crispo, una delle vette più spettacolari del Parco Nazionale del Pollino, è una meta imperdibile per gli amanti del trekking. Situata tra Basilicata e Calabria, questa montagna offre panorami mozzafiato, una flora straordinaria e una delle formazioni naturali più suggestive: il Giardino degli Dei, dominato dalla presenza millenaria del Pino Loricato. In questa guida esploreremo dove si trova, come arrivare e cosa portare con sé per affrontare al meglio questa avventura.

Una cosa che non dovrà assolutamente mancare? Un gruppo di compagni fantastici, come quelli che mi hanno accompagnato in questa incredibile esperienza!

Dove si trova la Serra di Crispo

La Serra di Crispo si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, un’area protetta che copre circa 192.000 ettari tra le regioni di Basilicata e Calabria. Questa catena montuosa è famosa per la sua natura selvaggia e incontaminata, e per la presenza del Pino Loricato, simbolo del parco. Il pino loricato è noto per la sua straordinaria longevità, potendo vivere fino a 1.000 anni. Alcuni esemplari possono superare anche questo limite, diventando veri e propri monumenti naturali. La corteccia spessa e rugosa, con il suo aspetto distintivo, rende il pino loricato un elemento caratteristico del paesaggio del Pollino. Gli esemplari più antichi sono spesso avvolti in leggende e tradizioni locali. La Serra di Crispo è una delle vette più alte, raggiungendo i 2.053 metri di altitudine. La zona è rinomata per il suo incredibile Giardino degli Dei, un altopiano roccioso ornato da questi alberi secolari, che offre una vista unica sul mar Ionio e sul massiccio del Pollino.

Questo vero e proprio giardino è il luogo perfetto per riposarsi e ricaricarsi una volta arrivati in vetta. Vino e taralli lucani ci hanno ridato le forze per proseguire il percorso e tornare poi al Rifugio Pino Loricato.

Come arrivare e quando andare

Per raggiungere la Serra di Crispo, uno dei punti di partenza più popolari è il Rifugio Pino Loricato, da cui siamo partiti anche noi. Il Rifugio è situato a circa 1500 metri di altitudine. Da lì, seguendo le indicazioni, si può intraprendere il trekking che porta al Giardino degli Dei. Il percorso, di difficoltà media, dura circa 2-3 ore a seconda del ritmo, e offre paesaggi incantevoli tra boschi di faggi e ampi prati d’altura. Il periodo ideale per questo trekking va da maggio a settembre, quando le condizioni meteo sono favorevoli e il sentiero è ben praticabile. In estate, la zona si riempie di fiori di campo, rendendo il paesaggio ancora più spettacolare.

Noi abbiamo affrontato questo trekking accompagnati da due Guide Ambientali Escursionistiche, che ci hanno fatto scoprire le meraviglie del bosco e garantito tranquillità durante il percorso. Conoscono alla perfezione questo territorio e sapranno arricchire la vostra esperienza con informazioni sulla vegetazione, i funghi e gli animali che incontrerete lungo la strada. Se anche voi volete sentirvi sicuri e guidati in questa avventura, soprattutto se non siete esperti di trekking, vi consiglio di affidarvi a Leonardo. E non dimenticate di chiedergli una barzelletta durante le soste in vetta!

Cosa portare con sé

Il trekking sulla Serra di Crispo richiede una preparazione adeguata e l’equipaggiamento giusto. È fondamentale indossare scarpe da trekking resistenti, poiché il terreno è variegato e spesso roccioso. Portare dei bastoncini da trekking può facilitare la salita, soprattutto nei tratti più ripidi. Data l’assenza di fonti lungo il percorso, è essenziale avere con sé abbondante acqua e qualche spuntino energetico. Non dimenticate la crema solare e un cappello, poiché a queste altitudini il sole può essere molto forte, specialmente nelle ore centrali della giornata. Un leggero giacchetto a vento è utile per proteggersi dalle correnti fredde in vetta, anche durante i mesi più caldi. La prima parte del percorso, che attraversa il bosco, è molto ombreggiata, quindi una felpa può risultare utile. Infine, portate con voi una macchina fotografica o uno smartphone, perché i panorami sono indimenticabili e meritano di essere catturati!

Dove mangiare dopo il trekking a Serra di Crispo

Dopo la grande fatica, è stato bellissimo brindare al Rifugio Pino Loricato, che offre cibo locale ottimo. Per concludere la giornata in bellezza, dirigetevi verso il Santuario di Maria Santissima del Pollino. Si tratta di un luogo di pellegrinaggio, la cui origine risale al 1700, quando la Vergine apparve a un pastore proprio in questo preciso luogo. L’effige della Madonna del Pollino viene portata qui da San Severino nel periodo che va dalla prima settimana di luglio alla prima di settembre, quando il santuario si anima di pellegrini e feste.

Arrivati sotto la statua di bronzo, opera dell’artista Daphné Du Barry, sedetevi e ammirate il paesaggio, ringraziando questa terra per le emozioni che vi ha regalato.

Questa esperienza in Basilicata ha reso magica questa avventura in una regione che, purtroppo, conosco ancora molto poco. La nostra precedente avventura in questa terra è stata la visita a Matera la scorsa estate, città di cui vi abbiamo parlato qui.

Il mio viaggio in Basilicata è solo all’inizio. Vi consiglio, come sempre, di seguirci sui social per non perdere le prossime avventure!

Tharros: come visitare l’antica città del Sinis

Ci sono luoghi che rimangono impressi nella memoria e Tharros è sicuramente uno di questi. Da piccola ricordo le passeggiate qui tra quelle due colonne che incorniciano lo splendido panorama sul Golfo di Oristano. Sembrano quasi voler tuffarsi nel mare, a protezione di una città che un tempo fu fulcro di vita e commercio. Per me, da bambina, questo posto era la “città sommersa” e, in effetti, in parte lo è.

Salendo sulla torre spagnola di San Giovanni, si può comprendere quanto la posizione di Tharros fosse strategica e importante. La vista a 360 gradi sulla penisola del Sinis e sul Golfo di Oristano è mozzafiato; se guardate attentamente, sono sicura che vedrete qualche delfino salutarvi dalle acque cristalline.

Ma ora, scopriamo insieme la storia di Tharros e come visitare il suo sito archeologico.

Tharros: la sua storia

Tharros è una città con una storia affascinante e a tratti misteriosa. Fondata dai Fenici intorno all’VIII secolo a.C., Tharros divenne rapidamente un importante centro commerciale e culturale, grazie alla sua posizione strategica con il mare su entrambi i lati. Con il passare del tempo, la città passò sotto il controllo dei Cartaginesi e, successivamente, dei Romani, raggiungendo il suo apice durante l’epoca imperiale. Era famosa per le sue necropoli, i templi dedicati alle divinità e i centri termali, che ne testimoniavano la vitalità e il prestigio.

Tuttavia, con il declino dell’Impero Romano e l’arrivo dei popoli barbarici, Tharros subì un lento abbandono. Nel Medioevo, l’area subì una nuova trasformazione: durante il periodo aragonese e poi spagnolo, la penisola del Sinis e Tharros divennero strategicamente importanti, grazie alla loro posizione marittima. I conquistatori spagnoli eressero la torre di San Giovanni nel XVI secolo per difendere la costa dalle incursioni piratesche. Questo periodo segnò un nuovo capitolo nella storia di Tharros, ma la città rimase in gran parte disabitata e le sue antiche strutture iniziarono a deteriorarsi.

Tharros fu riscoperta nel XIX secolo, quando iniziarono gli scavi archeologici che portarono alla luce le sue straordinarie rovine. I lavori, condotti da archeologi italiani e stranieri, tra cui Gennaro Pesce, rivelarono una vasta area di strutture antiche.

Oggi, Tharros è un sito archeologico di grande rilevanza, visitato da turisti e studiosi provenienti da tutto il mondo. Il sito è ben conservato e offre un percorso di visita che consente di esplorare le diverse aree dell’antica città, con pannelli informativi che raccontano la sua storia. Le rovine, in parte sommerse, evocano un’atmosfera suggestiva, mentre il paesaggio circostante, con il mare cristallino e le spiagge, aggiunge ulteriore fascino al luogo. Le autorità locali si sono impegnate a preservare e valorizzare il sito, garantendo così che la storia di Tharros continui a essere raccontata e apprezzata dalle future generazioni.

Cosa vedere nell’area archeologica

L’area archeologica di Tharros offre una varietà di siti affascinanti da esplorare, ognuno dei quali racconta una parte della sua ricca storia. Tra le principali attrazioni ci sono le imponenti colonne dei templi, che svettano verso il cielo e offrono una vista spettacolare sul mare. Un piccolo spoiler: si tratta di una ricostruzione effettuata negli anni ’60 del secolo scorso, e ammetto che anche io sono rimasta un po’ delusa.

È caratteristico e di grande avanzamento ingegneristico per l’epoca la presenza di un impianto fognario coperto. Le necropoli testimoniano le pratiche funerarie degli antichi abitanti e i resti di abitazioni e edifici pubblici, come le terme romane, rivelano il livello di benessere della città. Ho scoperto una cosa a cui non avevo mai pensato: non essendo un luogo termale come, ad esempio, Roma, l’acqua delle terme era semplicemente scaldata all’interno di grandi fornaci. Ecco perché vi consiglio fortemente di effettuare il tour con una guida, per scoprire tante particolarità che da soli difficilmente potreste conoscere.

Un altro luogo di grande interesse è il centro nuragico di Su Murru Mannu, situato nelle vicinanze. Questo complesso, risalente all’età del bronzo, offre un’opportunità unica per approfondire la storia della Sardegna prima della fondazione di Tharros. Qui potrete ammirare le tipiche torri nuragiche e i resti di antiche strutture che parlano di una civiltà sofisticata e ben organizzata. La visita a Su Murru Mannu arricchisce l’esperienza a Tharros, permettendo di comprendere meglio le diverse fasi storiche e culturali della regione.

Inoltre, seguendo i sentieri ben segnalati all’interno dell’area, avrete l’opportunità di immergervi nella bellezza naturale del paesaggio circostante, con panorami mozzafiato sul Golfo di Oristano e sul mare cristallino, soprattutto salendo sulla torre spagnola di San Giovanni. Ogni angolo di Tharros racconta una storia, rendendo la visita un’esperienza indimenticabile.

Sito archeologico di Tharros, Sardegna
 

Come visitarla e i biglietti

Come vi dicevo in precedenza, la visita guidata è la scelta migliore per scoprire appieno la storia di questo luogo e non solo. La nostra guida è riuscita a farci conoscere tanti aspetti riguardanti Tharros, ma soprattutto il periodo storico di riferimento, ricollegandoci a Roma e all’intero impero romano. Ci ha svelato particolari a cui da soli non avremmo fatto caso. Per esempio, osservando attentamente la grande strada principale, il Cardo Massimo, potrete ancora vedere i segni dei carri lasciati sulle grandi lastre di basalto. Dopo la visita guidata, potrete proseguire in autonomia per esplorare l’intero vasto sito archeologico, scoprendo la parte delle necropoli, la torre spagnola di San Giovanni e, se avete tempo, percorrere l’intera penisola fino a raggiungere il Faro di Capo San Marco.

Il sito è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 20:00 nel periodo estivo e dalle 09:00 alle 17:00 in quello invernale. Controllate gli orari sul sito ufficiale. Il biglietto d’ingresso al solo sito archeologico è di 9,00€, mentre l’ingresso al sito archeologico più la torre spagnola costa 11,00€. La visita guidata è gratuita e si svolge circa ogni ora, un ottimo motivo per non perderla. Se volete completare la vostra conoscenza della storia di questa città, vi consiglio di aggiungere una visita al Museo Civico Giovanni Marongiu a Cabras, che è molto vicino. Inoltre, non perdete l’occasione di visitare la Chiesa di San Giovanni di Sinis e il Villaggio di San Salvatore, dove troverete l’Ipogeo e la chiesa di San Salvatore. Se volete sapere di più anche sulle spiagge della zona potete leggere il nostro articolo sulle spiagge della provincia di Oristano.

Se invece desiderate vivere un’esperienza insolita, potete salire a bordo del Trenino di Tharros, partendo dalla Chiesa di San Giovanni di Sinis.

Dove si trova l’antica città di Tharros

Questa antica città è facilmente accessibile, sia in auto che con mezzi pubblici. Se viaggiate in auto, potete percorrere la SS131 da Cagliari in direzione di Oristano, seguendo poi le indicazioni per Cabras e proseguendo verso la penisola del Sinis. Da Oristano, la SS292 vi condurrà direttamente al sito archeologico. In alternativa, ci sono autobus che collegano Cagliari a Oristano, con un successivo servizio per Cabras. Per chi preferisce esplorare in bicicletta, la zona offre percorsi panoramici che permettono di godere della bellezza del paesaggio circostante. Una volta arrivati, troverete un centro visitatori dove potrete acquistare i biglietti per l’ingresso all’area archeologica e ricevere informazioni utili per la vostra visita. I parcheggi sono a pagamento e questo rappresenta un piccolo inconveniente, considerando i costi elevati, ma ne vale davvero la pena.

Inoltre, una volta qui, non perdete l’occasione di fare un tuffo nella bellissima spiaggia di San Giovanni di Sinis, che offre anche un’area dog beach, o nella spiaggia di Capo San Marco.

Visitare questo luogo mi rende sempre felice e mi riporta alla mia infanzia. Oggi, mi fa capire quanto la storia di alcuni luoghi sia destinata a vivere per sempre, nonostante alti e bassi. Se vi sembrerà che di questa antica città sia rimasto poco, in realtà c’è davvero tanto da scoprire e imparare. E se vi siederete accanto alla torre spagnola, magari durante il tramonto, con i capelli mossi dal vento e la brezza del mare, avrete la possibilità di vedere i delfini saltare tra le onde, festeggiando ancora le antiche glorie di Tharros. Sì, lo so, sono una romanticona, ma fidatevi, mi darete ragione quando anche voi vi troverete di fronte a questa meraviglia. E voglio sapere quanti delfini siete riusciti a contare!

Vi aspettiamo come sempre sui nostri social per non perdervi le prossime avventure.

Grande Muraglia Cinese di Mutianyu: come visitarla

La Grande Muraglia Cinese era uno dei sogni segnati sulla nostra wishlist da un bel po’. Ogni tanto, passando e leggendo il suo nome, immaginavo il giorno in cui sarei riuscita a vederla snodarsi lungo la cresta delle montagne cinesi e tornata, mettere un tick sulla wishlist. Ma non avrei mai immaginato la sensazione di stupore e il “wow” che mi è rimasto strozzato in gola quando finalmente sono riuscita a realizzare questo sogno. Realizzare i sogni non è sempre facile e organizzare questo viaggio in Cina ha richiesto un bel po’ di impegno e preparazione ma se come noi, intendete fare tutto da soli, vi lasciamo alcuni dei nostri consigli pre-partenza.

Intanto, qui vi raccontiamo come raggiungere la sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu partendo dalla città di Pechino. Tranquilli, è facilissimo. Ma iniziamo con un po’ di storia.

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Storia della Grande Muraglia Cinese

La Grande Muraglia Cinese è una delle strutture più iconiche e straordinarie della storia umana, simbolo di ingegno architettonico e perseveranza. Ho scoperto questo monumento affascinante grazie al mio cartone animato preferito, Mulan, quando ero piccolina, e da allora è diventato uno dei luoghi che dovevo assolutamente visitare.

La costruzione della muraglia iniziò nel III secolo a.C. sotto la dinastia Qin, per volere dell’imperatore Qin Shi Huang, noto anche per aver ordinato la creazione dell’imponente esercito di terracotta. Forse si potrebbe pensare che avesse una certa mania di grandezza! L’intento principale era quello di proteggere il giovane impero dalle incursioni dei popoli nomadi del nord. Tuttavia, la muraglia che conosciamo oggi è il frutto di secoli di lavori e ampliamenti, realizzati da diverse dinastie, tra cui i Han e i Ming. Con una lunghezza che supera i 13.000 chilometri, la Grande Muraglia non è solo una meraviglia architettonica, ma anche un testimone silenzioso delle sfide militari, delle trasformazioni politiche e delle conquiste culturali della Cina. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987 e inclusa nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno.

Le sezioni visitabili

Data la sua antichità e la sua vasta estensione, risulterebbe lunga 8 851 km, oggi non tutta la Grande Muraglia Cinese è visitabile. Alcune sezioni sono state abbandonate e progressivamente inglobate dalla natura. Altre, invece, sono diventate veri e propri punti turistici che attraggono milioni di visitatori ogni anno. Questo significa che, da un lato, si può rischiare di incorrere in difficoltà esplorando le parti più antiche e poco accessibili e immerse nella natura, oppure si può camminare sui tratti ristrutturati tra la folla di turisti. Tuttavia, esistono alcuni punti in cui è possibile trovare un equilibrio tra le due esperienze. Intanto, vediamo come è suddivisa oggi la Grande Muraglia Cinese.

Ecco alcune delle sezioni più visitabili e popolari:

  • Badaling: Questa è la sezione più famosa e ben conservata della Grande Muraglia, situata a circa 70 chilometri a nord di Pechino. È altamente sviluppata per i turisti, con infrastrutture come funivie e percorsi ben mantenuti, rendendola ideale per i visitatori. Tuttavia, è anche la più turistica e presa d’assalto quotidianamente.
  • Mutianyu: Anche questa sezione è ben conservata e si trova a circa 80 chilometri a nord di Pechino. È meno affollata rispetto a Badaling e offre panorami spettacolari e una funivia che porta i visitatori fino alla muraglia. La sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu è inoltre nota per la sua vegetazione lussureggiante ed è qui che concentreremo la nostra attenzione nel resto dell’articolo essendo la parte da noi visitata.

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  • Jinshanling: Questa sezione è famosa per il suo stato relativamente intatto e per la bellezza dei paesaggi circostanti. Situata a circa 130 chilometri a nord-est di Pechino, offre un’esperienza più autentica e meno turistica rispetto a Badaling e Mutianyu.
  • Simatai: Vicina a Jinshanling, Simatai è conosciuta per la sua architettura originale e le spettacolari vedute montane. Questa sezione offre anche percorsi notturni e la possibilità di camminare sulla muraglia durante il tramonto.
  • Huanghuacheng: Questa sezione è interessante per la sua posizione unica, che include tratti di muraglia che si estendono sopra e sotto l’acqua, creando un effetto pittoresco con i laghi circostanti. Si trova a circa 85 chilometri a nord di Pechino.
  • Gubeikou: Questa sezione meno restaurata è situata a circa 120 chilometri a nord-est di Pechino ed è ideale per chi cerca un’esperienza più avventurosa e meno turistica. I percorsi qui sono più impegnativi e l’area è meno affollata.
  • Jiankou: Conosciuta per le sue sezioni molto ripide e non restaurate, Jiankou è un’opzione per i più avventurosi. Si trova a circa 70 chilometri a nord di Pechino e offre viste spettacolari, ma è importante essere preparati per un’escursione impegnativa. Abbiamo avuto modo di ascoltare l’esperienza di una coppia conosciuta in viaggio, che ci ha mostrato foto e video di questo tratto. Diciamo che vi consigliamo di avventurarvi qui solo se intendete mettere alla prova la validità della vostra assicurazione medica.

E a proposito di assicurazione sanitaria, vi ricordiamo di mettere sempre in valigia una buona polizza viaggio che copra qualsiasi imprevisto di salute o eventuali cancellazioni del viaggio. Noi ci affidiamo a HeyMondo e abbiamo per voi uno sconto del 10%. Approfittatene e viaggiate in sicurezza e tranquillità anche voi.

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Grande Muraglia Cinese di Mutianyu: come arrivare

Abbiamo subito deciso che la sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu sarebbe stata la nostra scelta. Avevamo programmato di arrivare nel pomeriggio con il servizio DiDi, che ci aveva calcolato circa 250 RMB (31€), ma, ahimè, a causa di problemi con Alipay abbiamo dovuto rivedere i nostri piani all’ultimo momento. Dato che era ormai tardo pomeriggio e domenica, alla fine abbiamo optato per un taxi, spendendo 450 RMB (circa 57€) per un’ora e mezza di tragitto.

Abbiamo scelto di pernottare qui in una homestay che offre anche servizio di colazione e cena. Il ragazzo che gestisce la homestay si è dimostrato molto disponibile e gentile sin dalla prenotazione. Ci siamo affidati a lui per i biglietti della visita alla muraglia, inclusi quelli per la seggiovia e il toboga. Inoltre, nella prenotazione del pernottamento erano inclusi cena tradizionale e colazione; preparatevi a cetrioli in salsa di soia alle 6:00 del mattino!Noi abbiamo scelto di pernottare a Mutianyu per vedere la Grande Muraglia Cinese al mattino presto e, con la scusa siamo riusciti a vederla anche la sera illuminata.

Per il rientro a Pechino è stato tutto più facile e abbiamo utilizzato i mezzi pubblici. Vi lasciamo quindi le indicazioni per lo spostamento da Pechino, che valgono anche per il ritorno.

Partendo da Pechino, le indicazioni sono: dalla stazione della metropolitana di Dongzhimen, uscite e raggiungete la fermata per prendere il bus 916 Express. Il tragitto è di circa un’ora e dovrete scendere alla fermata Huai Rou Bei Da Jie. Da qui, potete prendere il bus H23 o H24 per arrivare alla stazione di Mutianyu se dovete spostarvi in città, oppure proseguire fino all’entrata della muraglia. Il costo totale del viaggio è di 16 RMB e il tempo stimato è di circa 2 ore e 15 minuti. Se avessimo saputo che era così facile, ci saremmo risparmiati qualche soldino. Ma abbiamo testato tutto per voi.

Prima tappa della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu

Come è strutturata la Grande Muraglia Cinese di Mutianyu

La lunghezza totale di questa sezione della Muraglia è di 2,25 km e comprende 23 torri, distanti tra loro circa 100 metri. Il paesaggio circostante è verde e sconfinato, e una grande scritta sul lato occidentale riporta la frase: “Lealtà al Presidente Mao”. Sappiate che sulla muraglia non ci sono servizi, quindi è consigliabile portare con voi acqua in abbondanza, spuntini, crema solare, cappello e di riportare giù tutto ciò che vi appartiene. Sono presenti due bagni in prossimità del punto di partenza della funicolare e della seggiovia, e dove si scende con il toboga. C’è anche un piccolo bar alla torre 6, ma immaginate i prezzi.

Noi siamo saliti con la seggiovia fino alla torre 6 e ci siamo poi diretti verso la torre 1. Questo è il tratto più complicato e in pendenza, ma anche quello meno battuto. Infatti, durante il percorso, molto spesso eravamo in totale solitudine. Da lì, siamo scesi fino alla torre 15 e poi siamo tornati alla torre 6, dove abbiamo utilizzato il toboga per scendere. Perché questo sali e scendi? Non lo sappiamo neanche noi! Se desiderate percorrere tutta la muraglia dalla torre 23 alla torre 1, vi conviene salire fino alla torre 14, percorrere il tratto fino alla torre 23 e poi tornare giù fino alla torre 1, per scendere con il toboga fino alla torre 6. Fateci sapere se siete sopravvissuti!

Mappa della Muraglia con i bagni

Come salire e scendere

Le opzioni per salire sulla Grande Muraglia sono tre: la funivia, la seggiovia o i propri piedi. Iniziamo mettendo alla prova le vostre capacità fisiche: vi aspettano ben 4.000 scalini. E questo non è tutto. Dovrete percorrere circa 2 km della muraglia, che non sono molti, ma alcuni tratti sono ripidi e includono scalini. Rischiate di arrivare già provati. In ogni caso, potete salire fino alle torri 5, 7, 10 o 15.

Se non soffrite di vertigini, optate per la seggiovia o la funivia. Noi abbiamo scelto la seggiovia e, in quel momento, ho realizzato di avere anch’io problemi con l’altezza. Troppo tardi ormai! Scherzi a parte, è un’esperienza molto adrenalinica che vi porterà alla torre 5 in meno di 10 minuti. Se prendete la funivia, salirete fino alla torre 14.

Per scendere, potete sempre optare per il percorso a piedi o per il divertente toboga. Ovviamente, non potevamo esimerci dall’esperienza! Il costo dei mezzi è di 140 CNY per andata e ritorno con seggiovia e toboga, oppure 100 CNY per tratta con la funivia. Tenete presente che seggiovia e toboga sono gestite dalla stessa compagnia, quindi potete acquistare un biglietto di andata e ritorno insieme, mentre per la funivia dovrete fare un biglietto separato. Calcolate di passare almeno dalle 2 alle 5 ore in base a quanto volete vedere.

Orari e come prenotare

Gli orari di apertura della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu sono dalle 07:30 alle 17:00 durante il periodo estivo e dalle 08:00 alle 16:30 in quello invernale. Per nostra esperienza, vi consigliamo di recarvi la mattina presto, prima dell’apertura, soprattutto se intendete visitarla durante il periodo estivo. Il costo per entrare alla Grande Muraglia Cinese di Mutianyu è di 45 CNY. Per l’acquisto dei biglietti, noi ci siamo affidati all’host del nostro homestay.

In alternativa, potete acquistare i biglietti tramite agenzie come Trip.com o organizzare un tour di giornata su siti come Mubus. Valutate anche la possibilità di acquistare i biglietti direttamente in loco che è quello che abbiamo fatto per il resto del viaggio.

L’ho sognata per tanto tempo e non immaginavo di poter davvero camminare su questa immensa meraviglia. Ricordo perfettamente il momento in cui, arrivando in taxi, ho intravisto il primo pezzo di muraglia e sono scoppiata in lacrime. Non so se il tassista ha capito cosa significasse per me essere lì, dall’altra parte del mondo, a vedere finalmente qualcosa di così unico e iconico. Ma sono certa che voi capirete e proverete le stesse emozioni. Come sempre, spero di avervi aiutato e vi consiglio di seguirci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure.

Visto ETA per il Regno Unito: cosa sapere

Ci siamo: è arrivato il momento di richiedere il visto elettronico per entrare nel Regno Unito, il cosiddetto ETA. Chi ci segue da un po’ sa quanto amiamo questo paese. Almeno una volta all’anno dobbiamo prendere un aereo e andare a esplorare un nuovo angolo di questa terra. Il nostro ultimo viaggio, infatti, è stato in Cornovaglia lo scorso maggio. Trovi informazioni e itinerari dei nostri viaggi nella sezione Regno Unito del nostro blog. Abbiamo confermato ancora una volta la bellezza dei paesaggi, la storia e le leggende che il Regno Unito sa offrirci.

Ma veniamo al punto cruciale: a partire dal 2 aprile 2025, per entrare nel Regno Unito e in Irlanda del Nord dovremo richiedere l’autorizzazione elettronica ETA. Funzionerà un po’ come l’ESTA, il visto elettronico per gli Stati Uniti, quindi chi ha già avuto esperienza con quest’ultimo non avrà problemi con questo nuovo sistema.

Cos’è l’ETA per il Regno Unito

ETA: Electronic Travel Authorization è un’autorizzazione elettronica di viaggio. Non è propriamente un visto, anche se purtroppo verrà comunemente chiamato così. Infatti, chi dovrà viaggiare nel Regno Unito per lavoro o altri motivi dovrà richiedere un visto seguendo le procedure indicate dall’ambasciata. L’ETA sarà richiesta a tutti i cittadini europei, italiani compresi, per soggiorni turistici, inclusi scali di poche ore.

Questa misura è chiaramente una conseguenza della Brexit, e secondo il governo britannico serve per monitorare l’afflusso turistico e affrontare i problemi legati all’immigrazione. Lo so, sarà una piccola scocciatura in più, ma richiederà davvero pochi minuti.

Non è obbligatoria ai fini del viaggio, ma come sempre vi consigliamo di mettere in valigia una buona assicurazione medica e di viaggio. Noi ci affidiamo da tempo a HeyMondo, che con la sua pratica applicazione offre assistenza 24 ore su 24 ovunque nel mondo. Inoltre, grazie a noi, puoi ottenere uno sconto del 10% sulla tua prossima polizza. Viaggia tranquillo anche tu!

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Come richiedere l’ETA

Per entrare nel Regno Unito già dal 2021, i cittadini italiani e europei devono possedere un passaporto con una validità residua per tutta la durata della permanenza. A partire dal 2 aprile 2025, si aggiungerà l’ETA, che potrà essere richiesta a partire dal 5 marzo 2025. La data si anticipa all’8 gennaio per i residenti non UE.

La richiesta dell’ETA dovrà essere effettuata tramite il sito ufficiale del Governo britannico o tramite l’applicazione UK ETA. Avrà un costo di 10£ (circa 11,85€ al 12 settembre 2024). L’ETA sarà valida per due anni e permetterà ingressi multipli nel paese per soggiorni continuativi fino a 6 mesi. Ricordiamo che è valida anche per scali di poche ore.

Per fare la richiesta, avrete bisogno del vostro passaporto da cui estrarre i dati e una foto della prima pagina da caricare sul dispositivo con cui effettuerete la richiesta. Dovrete anche caricare una vostra foto e rispondere ad alcune domande personali. Successivamente, potrete procedere al pagamento tramite carta di credito o debito. La richiesta potrebbe richiedere fino a 3 giorni lavorativi, quindi è consigliabile fare la domanda con anticipo. Una volta ricevuta l’autorizzazione, sarete pronti per partire.

visto ETA Regno Unito
Big Ben visto da The Queen’s Walk.

Se la vostra richiesta non dovesse andare a buon fine, purtroppo non sarà possibile ripetere la procedura online e sarà necessario contattare l’ambasciata per ottenere un visto.

Abbiamo atteso questa notizia per un po’ e le vostre continue domande ci hanno fatto capire che non siamo i soli ad aspettarla. Soprattutto perché si vocifera di un prossimo viaggio on the road qui. Spoiler: potremmo non essere soli, ogni riferimento a Nanà è puramente casual. Quindi, ricordatevi di salvare le date di richiesta dell’ETA per il Regno Unito e seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.

Treni in Cina: consigli per prenotare e viaggiare in sicurezza

Prima della partenza, l’idea di viaggiare in Cina spostandoci con i treni ci metteva un po’ in ansia. Riusciremo a trovare la stazione giusta? Saliremo sul treno corretto? Capiremo le indicazioni e la fermata dove scendere? Avevamo così tante preoccupazioni che, per settimane, non pensavamo ad altro. Tuttavia, come spesso accade, vivere l’esperienza sul posto ci ha fatto comprendere che viaggiare in treno in Cina è una delle cose più semplici e intuitive che si possano fare in questo paese.

È vero, la parte della prenotazione può essere un po’ stressante, ma una volta arrivati in stazione, non vi resterà che accomodarvi e godervi il panorama dal finestrino. Con la giusta colonna sonora e un mooncake da sgranocchiare, troverete anche il tempo per rilassarvi e riflettere su tutte le incredibili avventure che state vivendo, giorno dopo giorno.

Vi anticipiamo tutto nel nostro reel che trovate sulla nostra pagina Instagram, quindi seguiteci per non perdervi i prossimi consigli!

Ma veniamo a noi e iniziamo, passo dopo passo, a capire come viaggiare in sicurezza e in modo organizzato con i treni in Cina. Vi rimandiamo al nostro articolo Viaggio in Cina: consigli essenziali per il viaggio perfetto per iniziare a capire come muovervi in questo paese.

Perché viaggiare con i treni in Cina

Durante le prime fasi dell’organizzazione del nostro viaggio in Cina, anche noi ci siamo spesso chiesti se spostarci in treno fosse davvero la scelta giusta. Possiamo dirvi con certezza che non avremmo potuto fare scelta migliore. Le distanze in Cina sono talmente vaste che l’unico modo pratico per affrontarle è spostarsi in treno o in aereo. Purtroppo, se i biglietti aerei non vengono prenotati con largo anticipo, possono risultare piuttosto costosi, senza contare il tempo necessario per arrivare in aeroporto in anticipo e i controlli doganali una volta atterrati.

Abbiamo quindi dedotto che, per noi, viaggiare in treno fosse la scelta più comoda e pratica, quella con cui ci sentivamo maggiormente a nostro agio. I treni in Cina sono veloci, silenziosi e dotati di alcuni comfort, come bagni, distributori di acqua calda per tè e noodles, oltre a un servizio di ristorazione a bordo. Una volta arrivati in stazione e superato il check-in, potete salire a bordo, sedervi e rilassarvi. Le stazioni sono sempre ben collegate al centro città, a volte raggiungibile anche a piedi.

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Noi ci siamo trovati benissimo nei nostri cinque spostamenti in treno durante il viaggio in Cina. Abbiamo scelto di viaggiare di giorno, partendo la mattina presto per affrontare le tratte più lunghe, come quella tra Pechino e Xi’an. In alternativa, molti viaggiatori preferiscono spostarsi di notte, specialmente per le tratte più lunghe. Questa scelta dipende dal vostro itinerario e dalle tempistiche del vostro viaggio. Nel nostro caso, siamo stati felicissimi della decisione presa e sicuramente organizzeremo il nostro prossimo viaggio allo stesso modo.

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Come prenotare i treni in Cina

Prenotare i biglietti dei treni in Cina non è un’operazione molto semplice e veloce, ma con i nostri consigli riuscirete sicuramente a organizzarvi per tempo. Potete acquistare i biglietti tramite il sito ufficiale, che trovate qui (interamente in cinese), oppure tramite agenzie che faranno la prenotazione per voi. Vi spieghiamo meglio: prenotando direttamente sul sito ufficiale, potreste incontrare difficoltà con la lingua, a meno che non abbiate un amico cinese che possa aiutarvi a superare questo ostacolo. L’altro problema, però, è l’impossibilità di pagare con le nostre carte, poiché i circuiti internazionali non vengono accettati per i pagamenti online in Cina. Affidandovi invece a un’agenzia come Trip.com o China Highlights, risolverete facilmente questo passaggio.

Noi abbiamo prenotato tramite Trip.com. Potete richiedere la prenotazione dei biglietti in qualsiasi momento, ma la conferma definitiva arriverà solo 15 giorni prima della partenza del treno, poiché è questa la data in cui i biglietti vengono effettivamente emessi. Riceverete una mail di conferma con i vostri biglietti elettronici. Tuttavia, non sempre la prenotazione va a buon fine: in tal caso, verrete rimborsati e potrete procedere con una nuova richiesta. Delle cinque prenotazioni che abbiamo effettuato con un mese di anticipo, tutte sono andate a buon fine, quindi potete essere fiduciosi.

Un’altra opzione è quella di acquistare i biglietti direttamente in stazione, il giorno stesso o con qualche giorno di anticipo. Abbiamo conosciuto alcune coppie che non hanno avuto problemi a fare così, ma questo comporta sempre il rischio di non trovare posto o di dover pagare di più per la tratta. Il nostro consiglio è di muovervi in anticipo, soprattutto se viaggiate durante i periodi di alta stagione.

Scegliere il treno e la stazione

Prima di prenotare, fate molta attenzione alla scelta della stazione. In città come Pechino e Shanghai, ci siamo trovati un po’ in difficoltà nel capire da quale stazione arrivare e da quale ripartire, perché ce ne sono diverse, soprattutto nelle grandi città. Quindi, controllate con attenzione e cercate di arrivare sempre almeno un’ora prima della partenza, poiché le stazioni sono così grandi da sembrare aeroporti.

La scelta del treno è molto semplice e dipende principalmente dall’orario, dal tipo di treno e dal prezzo per tratta. Noi abbiamo optato, quando conveniente, per i treni veloci. Abbiamo sempre scelto la seconda classe, che, fidatevi, è paragonabile a una prima classe sui nostri treni italiani. Fate attenzione al vostro posto, per evitare di fare come me e dovervi alzare dopo mezz’ora perché seduti nel posto sbagliato!

Per i treni notturni, potete scegliere tra diverse opzioni di cabine: scompartimenti aperti con 6 letti o cuccette private per due persone. In base alla classe scelta, cambiano anche la tipologia di sedili e letti, che possono essere “duri” o “morbidi”. Non avendo esperienza diretta con i treni notturni, non possiamo fornirvi dettagli più precisi, ma sappiamo da altri viaggiatori che si viaggia comodamente in entrambe le opzioni. Fateci sapere se avete avuto esperienze con i treni notturni e com’è andata!

Come muoversi in stazione

Una volta arrivati in Cina e con i biglietti in mano, basta scaricarli sul telefono: non serve stampare nulla. Controllate attentamente la stazione e recatevi lì con un po’ di anticipo. La prima volta eravamo molto ansiosi perché molte persone ci avevano descritto queste stazioni come dei labirinti. In realtà, tutto è molto intuitivo e ben organizzato, quindi potete stare tranquilli.

All’ingresso della stazione dovrete passare attraverso i controlli di sicurezza al metal detector e mostrare il passaporto, che verrà registrato nei loro sistemi. Da quel momento, il vostro biglietto elettronico sarà il passaporto stesso, quindi vi servirà solo per verificare il vagone e il posto sul treno. Dopo aver superato i controlli, troverete un tabellone simile a quello degli aeroporti. Controllate il numero del treno sul vostro biglietto e il numero del gate a cui recarvi. Una volta lì, dovrete attendere l’apertura del check-in, circa 30 minuti prima della partenza. Passate nuovamente il passaporto ai controlli e dirigetevi verso il binario. Non c’è modo di sbagliarsi! Quando il treno arriva, salite e buon viaggio.

Noi siamo davvero molto soddisfatti del servizio e dell’organizzazione dei treni in Cina. Hanno reso il nostro viaggio semplice e perfetto. Non vediamo l’ora di raccontarvi tanto altro! Vi aspettiamo nei commenti per sapere come state organizzando la vostra avventura in questo paese che vi accoglie sempre con un sorriso.

Isola di Mal di Ventre: come organizzare la tua escursione

Per anni ho osservato l’isola di Mal di Ventre dalle varie spiagge del Campidano di Oristano, chiedendomi come poterci arrivare. Da bambina, mi sembrava quasi l’isola che non c’è. A volte, a causa della foschia, spariva per poi riapparire quando il cielo limpido la mostrava in lontananza. Ci sono voluti ben 30 anni per scoprire finalmente come raggiungerla e cosa vedere su questa piccola isola della penisola del Sinis.

la mia isola meravigliosa, Sardegna

Tuffandomi nelle sue acque, ho scoperto un tesoro fatto di specie marine protette, che qui possono nuotare libere grazie alla speciale tutela che mantiene intatto questo paradiso. È un luogo che, nel corso della storia, ha visto insediamenti nuragici, romani e persino incursioni di pirati. Oggi è un’oasi di pace disabitata, dove è possibile entrare in contatto con la natura e il mare. Tra i suoi pochi abitanti ci sono i simpatici coniglietti portati qui il secolo scorso dai pastori. Se vi muovete nell’entroterra in silenzio non sarà difficile vederli correre felici sull’isola. Insomma un luogo dove, per qualche ora, potrete davvero sentirvi su un’isola deserta. Scopriamo insieme come arrivare e come organizzare la vostra escursione sull’isola di Mal di Ventre.

Dove si trova

L’isola di Mal di Ventre si trova sulla costa centro-occidentale della Sardegna, di fronte alla Penisola del Sinis. Il punto più vicino alla terraferma è Capo Mannu, situato a circa 8 km (4,5 miglia marine). L’isola è inclusa nell’area marina protetta della Penisola del Sinis. Si estende per circa 85 ettari, ha un perimetro totale di 6 km, è lunga 2,5 chilometri e larga un chilometro. Nel suo punto più alto, non supera i 20 metri di altitudine. È quindi possibile visitarla interamente in meno di una giornata.

Tuttavia, scoprirete che tra tuffi, snorkeling nelle sue acque cristalline e passeggiate tra i resti di nuraghi, il tempo dell’escursione potrebbe non essere sufficiente per apprezzare appieno tutto ciò che l’isola ha da offrire. L’isola può essere suddivisa in due versanti: quello orientale e quello occidentale. Sul lato orientale, che affaccia sulla costa della Sardegna, si trovano alcune calette, come Cala Salina e Cala Nuraghe, che offrono un tranquillo approdo e un ambiente riparato dal vento.

Nel versante occidentale, il paesaggio cambia notevolmente: il mare si scaglia violentemente contro la costa rocciosa, rendendo impossibile avvicinarsi all’acqua. Inoltre, in quest’area si trovano alcune delle zone totalmente protette, inaccessibili ai visitatori. Quest’intera area fa parte della zona A, con divieto assoluto di balneazione. Sovrastando il tutto, un faro domina l’isola, eretto sulla sua altura.

La sua storie e il suo nome: Malu Entu

Il nome “Isola di Mal di Ventre” evoca immediatamente l’idea di un gran mal di pancia. In realtà, nulla di tutto ciò si nasconde dietro il suo nome originale: Malu Entu, che significa “isola del vento cattivo”. Sembra quindi che il nome “Mal di Ventre” sia nato da un errore di traduzione.

Tuttavia, le teorie e le leggende su questo nome sono diverse. Una delle meno accreditate suggerisce addirittura che l’isola prenda il nome da un malessere che colpì una principessa in visita nel 1200. Altre teorie fanno riferimento al ventre delle navi, spesso colpito dai bassifondi marini, causando danni così gravi che intorno all’isola si trovano ben tre relitti. Uno di questi è una nave spagnola che trasportava lingotti di piombo e che si arenò tra il 90 e l’89 a.C. C’è anche il relitto della Joyce, affondata nel 1973 con il suo carico di sanitari. Insomma, da queste vicende possiamo capire perché il nome di quest’isola sia legato a qualcosa di negativo, sia esso il vento cattivo o i pericolosi fondali che colpivano il ventre delle navi.

L’isola, insieme al vicino scoglio Catalano, fa parte di un complesso granitico, e lo si capisce subito osservando la sabbia delle sue spiagge a ovest, composta da piccoli frammenti di granito provenienti dalle grandi lastre che circondano l’isola. Non a caso, le spiagge lungo la terraferma, come Mari Ermi e Is Arutas, sono caratterizzate da una sabbia formata da piccoli chicchi di quarzo. I frammenti di granito, trasportati dal mare e corrosi, sono giunti su queste coste, arricchendo queste spiagge uniche.

Le spiagge dell’isola di Mal di Ventre

Come citato precedentemente, le spiagge dove è possibile approdare, rilassarsi facendo snorkeling o leggendo un libro, si trovano lungo il versante orientale dell’isola. Arrivando in gommone, le vedrete comparire una dopo l’altra. Il vostro capitano ve le mostrerà una per una, raccontandovi la loro storia, ma se volete arrivare preparati, leggete qui.

Dritto davanti a voi, dove vi immergerete appena scesi dal gommone, si trova Cala Salina. Questa caletta è perfetta per ammirare subito la bellezza di queste acque.

Se però volete scoprire anche la storia dell’isola, dirigetevi verso ovest fino a Cala Pastori, chiamata così per i resti delle case dei pastori che fino agli anni ’60 hanno abitato questa terra. Durante i periodi invernali, qui veniva portato il bestiame a pascolare, controllato da circa due uomini che vivevano sull’isola e gestivano il gregge. Non si tratta dell’unico insediamento umano che troverete: poco più avanti, infatti, vi aspetta Cala Nuraghe, chiamata così per i resti del nuraghe che vi si trovano. Questi resti testimoniano l’importanza storica di quest’isola.

Proseguendo, incontrerete Cala Scirocco e Cala Valdaru. Questa zona è interamente classificata come zona C, quindi potete tranquillamente praticare snorkeling, ricordandovi sempre di rispettare la natura e le specie che la abitano. I fondali qui sono ricchi e colorati. Il divieto di pesca e la protezione dell’area preservano le molte specie di pesci che dovrebbero vivere in queste acque. Ho avuto la fortuna di incontrare un polpo e di vedere molte stelle marine rosse. C’è chi dice che, in giornate particolari, si possano avvistare anche i delfini.

Come raggiungere l’isola di Mal di Ventre

L’unico modo per raggiungere l’isola di Mal di Ventre è via mare, utilizzando un’imbarcazione. Potete noleggiare un gommone, se siete pratici, presso la spiaggia di Putzu Idu, oppure affidarvi, come abbiamo fatto noi, a un ente preparato e autorizzato al trasporto sull’isola. Noi ci siamo affidati a Sea Next, che parte direttamente dalla spiaggia di Mare Ermi.

Gli orari e i giorni delle escursioni variano in base alle condizioni climatiche, e riceverete sempre conferma la mattina presto. I gommoni trasportano circa 12-15 persone, e il tempo di viaggio dalla costa all’isola è di circa 15 minuti, più una sosta durante la quale il vostro skipper vi mostrerà le spiagge accessibili e vi racconterà un po’ di storia e regole del luogo. Il costo dell’escursione è di 25€ adulti, 15€ fino agli 8 anni e gratuito per i bambini fino ai 2 anni. Potete prenotare in loco se siete in zona o chiamare e prenotare, se riuscite, giorni prima.

Portate con voi tutto l’occorrente per trascorrere la giornata: crema solare, ombrellone, tanta acqua e cibo. Le spiagge sono completamente selvagge, quindi ricordate di portare anche una bustina per raccogliere tutti i vostri rifiuti. Ci tengo a informarvi che su tutta l’isola vige il divieto di fumare. Tuttavia, ho raccolto una busta di spazzatura, tra cui molte cicche di sigarette, che ho riportato a riva.

tramonto in gommone in Sardegna

Noi abbiamo scelto di visitare l’isola di Mal di Ventre partendo alle 14:30 e rientrando alle 19:30. Posso dirvi che non avremmo potuto fare scelta migliore: ci siamo goduti un fantastico pomeriggio e uno spettacolare tramonto durante il rientro. Il modo perfetto per salutare questa piccola isola incantata.

Vi aspettiamo sui nostri social per raccontarvi questa esperienza con video e foto, e vi invitiamo a seguirci per non perdervi le prossime avventure. Speriamo di ricevere presto il vostro feedback su questa meravigliosa avventura in terra sarda.