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Mese: Ottobre 2024

5 luoghi misteriosi di Roma

L’autunno, per me, richiama sempre quel periodo dell’anno in cui vago per Roma alla ricerca di luoghi misteriosi da scoprire e in cui rifugiarmi. Il mese di ottobre lo associo inevitabilmente a una delle feste che più adoro: Halloween. Anche quest’anno, tra ragnatele e zucche intagliate, ho deciso di uscire alla scoperta di 5 luoghi misteriosi di Roma che probabilmente non conosci.

Tra porte inquietanti, quartieri esoterici e negozi terrificanti, esploreremo alcune particolarità di Roma che nascondono storie antiche e che, per molti, hanno segnato l’adolescenza. I fan di Dario Argento ne sanno qualcosa! Quindi, se non siete troppo paurosi, preparatevi a prendere appunti e a scoprire con me 5 luoghi misteriosi (e un po’ terrificanti) di Roma.

Porta di Palazzo Zuccari

Nascosta all’ombra di Piazza di Spagna, c’è una porta mostruosa, letteralmente. Un portale magico e misterioso che dà accesso a una delle biblioteche più belle di Roma: la Bibliotheca Hertziana. Palazzo Zuccari, fin dalla sua costruzione, ha visto passare e vivere qui molti nomi illustri dell’arte. Il creatore del grande portone d’entrata è Federico Zuccari, che costruì e abitò questo palazzo dalla fine del 1500. Voleva creare qualcosa che rispecchiasse la sua personalità, e così il grande portone e le finestre laterali che affacciano su Via Gregoriana 30 hanno fatto sì che l’appellativo di questo palazzo diventasse “casa dei mostri”.

Oggi, dopo vari cambiamenti architettonici tra la facciata esterna e quella interna del palazzo, possiamo ancora ammirare la mostruosa porta e varcarla solo nei giorni in cui si ha accesso alla biblioteca Hertziana. È consigliabile consultare orari e date sul sito ufficiale. Sicuramente è uno dei luoghi più paurosi e misteriosi dove fare lo scatto perfetto a Roma.

Cripta dei Frati Cappuccini

Sono stata qui per ben due volte e in entrambe le occasioni sono rimasta sconvolta, ma al tempo stesso ammirata da ciò che l’ingegno umano può creare. Il museo dei Frati Minori Cappuccini nasce per permettere a tutti di capire ed esplorare lo stile di vita di quest’ordine religioso. Nelle otto sale del museo farete un viaggio nella storia di coloro che hanno donato tutto per vivere una vita semplice e sobria, dedicandosi all’amore di Dio.

Tra opere di artisti del calibro di Caravaggio, scoprirete come si viveva all’interno del monastero, come si utilizzavano le erbe medicinali e come la vita religiosa sia cambiata in età moderna, insieme ai personaggi che l’hanno segnata. Alla fine del percorso vi aspetta la Cripta, dove, a partire dal 1631, furono trasportati i resti dei religiosi defunti nel convento di S. Bonaventura, vicino alla Fontana di Trevi. Il lavoro di ornamento della cripta iniziò nel 1732 e raccoglie i resti di circa 3700 defunti, ma l’artista che ideò quest’opera è ancora ignoto.

Per quanto possa sembrare macabro, e sicuramente lo è, l’intento di questa cripta è di donare vita eterna ai resti mortali dell’uomo. Attraversando questo corridoio costituito da sei cripte, si può intraprendere un cammino spirituale, riflettendo sulla precarietà della nostra vita e sull’eternità delle nostre ceneri. Non a caso, la frase “Quello che voi siete noi eravamo, quello che noi siamo voi sarete” risuona in questo luogo. È molto suggestivo e potrebbe non essere adatto a tutti; valutate bene se intraprendere questo percorso. È uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti di Roma, e mi ha riportato alla Cappella delle Ossa di Faro, di cui vi ho raccontato durante il nostro viaggio in Portogallo.

Non mancate di visitare anche la adiacente Chiesa. Biglietto d’entrata al museo: 10€. La metro più vicina è Barberini.

Cimitero Acattolico di Roma

Se mi seguite da un po’ e avete avuto modo di utilizzare alcuni dei miei itinerari di viaggio, avrete notato che quasi sempre c’è una passeggiata in un cimitero monumentale. Adoro la calma e la pace di questi luoghi, che non a caso sono di riposo. Sinceramente, a Roma non avevo mai avuto modo di scoprire questo luogo, che rimane un po’ nascosto dalla bellezza della Piramide Cestia. A Roma è forse meglio conosciuto come il cimitero degli inglesi, degli artisti e dei poeti, e a breve capirete il perché.

La storia di questo cimitero è abbastanza recente; siamo nel 1671 quando viene concessa l’autorizzazione a utilizzare questa parte dei “prati del popolo romano” per la sepoltura dei non credenti. Nei secoli passati, non era concessa la sepoltura nei cimiteri cattolici di atei, professanti di altre religioni e attori. Sì, gli attori non avevano, dopo la loro morte, alcun diritto di sepoltura, e molti furono sepolti fuori porta Pinciana. Si sentì la necessità di creare un luogo di riposo per chi, in vita, non aveva affidato la propria fede a Dio o a un culto diverso dal cristianesimo. E dato che la maggior parte dei primi a essere sepolti qui furono artisti e poeti inglesi, ecco spiegato il perché del suo primo nome. Ad oggi, è ufficialmente un cimitero acattolico.

Qui si trovano le lapidi di Percy Bysshe Shelley, John Keats e di personaggi di spicco più recenti come Antonio Gramsci, Giorgio Napolitano e Andrea Camilleri. Entrando dalla porta principale, recatevi verso il centro informazioni e varcate la porta che vi darà accesso alla parte più antica del cimitero. Un giardino che affaccia sulla Piramide Cestia vi regalerà una vista unica.

Camminando tra le lapidi, vi verranno incontro i tanti gatti che vivono qui e potrete osservare vere opere d’arte, come la famosa statua “L’Angelo del Dolore”, opera di William Wetmore Story, realizzata per la moglie. Malgrado abbia passato troppo poco tempo qui, è entrato a far parte dei miei luoghi preferiti di Roma. Vi consiglio vivamente di venire qui anche solo per sedervi su quella panchina davanti alla Piramide Cestia e prendervi un po’ di tempo per voi.

Entrata: offerta minima di 5€. Controllate gli orari aggiornati sul sito. La metro più vicina è Piramide.

Quartiere Coppedè

Uno dei luoghi più misteriosi ed esoterici di Roma, che non a caso ha fatto da sfondo ad alcune scene del film “Inferno” di Dario Argento, è un complesso di edifici in stile Liberty nel quartiere Trieste. Si tratta essenzialmente di un nucleo di palazzi che affacciano su Piazza Mincio. Io ricollego sempre la sua posizione a quella dello storico locale Piper, in via Tagliamento.

Proprio da qui potete accedere superando il grande arco (alzate la testa per osservare il grande lampadario) che dà accesso al complesso e che vi porterà dritto alla Fontana delle Rane. Questa fontana, costruita nel 1924, è famosa in zona per il bagno che vi si fecero i Beatles alla fine di un loro concerto al Piper nel 1965.

Subito vi colpirà la bellezza quasi magica del Villino delle Fate, proprio davanti a voi. Sulla destra, invece, riconoscerete grazie al grande ragno la Palazzina del Ragno. A sinistra si trova la bellissima scalinata che dà accesso al Palazzo degli Ambasciatori.

Gli amanti del genere horror riconosceranno tra queste strade le ambientazioni di film come “Inferno”, “L’uccello dalle piume di cristallo” di Dario Argento o “Il Presagio” di Richard Donner. È interessante partecipare a una delle visite guidate per scoprirne meglio ogni segreto e particolare architettonico di questo complesso, che comprende 26 palazzine e 17 villini, iniziati da Gino Coppedè e portati a termine da Paolo Emilio Andrè nel 1927. Divertitevi a scoprire i faccioni mostruosi che decorano il Palazzo del Ragno e gli edifici vicini.

Profondo Rosso Store

Avendo nominato Dario Argento, grande maestro del genere horror, non possiamo che fare una passeggiata nel quartiere Prati e andare a recuperare un film e una visita al Museo dell’Orrore. Questo luogo ha sempre fatto parte della mia infanzia e adolescenza, e infatti vi ho dedicato un intero articolo, grazie anche alla visita fatta di recente al loro museo sotterraneo. Da piccola mi divertivo a venire qui in cerca della maschera più paurosa da sfoggiare alla festa di Halloween. Oggi è il luogo dove inevitabilmente finisco quando sono in zona, per acquistare un libro o un vecchio film.

È da sempre un punto di incontro per gli appassionati del genere e, se siete fortunati, potrete riuscire a incontrare i due grandi maestri del cinema horror che hanno creato e gestiscono lo store: Dario Argento e Luigi Cozzi. Io, ancora, non ho avuto la fortuna di ottenere un loro autografo. Mi sono così rifugiata nei sotterranei del Museo dell’Orrore, dove non è detto che ne usciate vivi. La visita vi darà modo di rivivere alcuni momenti dei loro film più iconici e di caricarvi di adrenalina e terrore. Il biglietto di ingresso è di 5€. Controllate sempre gli orari di apertura aggiornati sul sito.

Bene, ora che sapete perfettamente dove e come passare Halloween tra i luoghi più misteriosi di Roma, sono curiosa di sapere se ne conoscete altri. E vi ricordo, come sempre, di seguirci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure!

Cosa vedere a Pechino: le attrazioni imperdibili

Ormai saprete che la Cina ci ha letteralmente rapito il cuore, e una città come Pechino, con tutte le sue cose da fare e vedere, ci ha accolto nel migliore dei modi. Appena arrivati, siamo stati colpiti dai colori, profumi e suoni che caratterizzano la capitale cinese. Passeggiare tra gli hutong la mattina presto, per poi perdersi tra la folla che anima questi piccoli vicoli la sera, è stata un’esperienza unica. Trascorrere un momento di tranquillità in un parco e ritrovarsi a giocare a jianzi con un gruppo di allegri signori è un ricordo che portiamo nel cuore. E sorseggiare due litri di tè, scoprendo che, nonostante la frenesia e il baccano che regnano per strada, questa bevanda riesce ancora a regalare qualche ora di relax in case abitate da dolci gatti.

Tra le tante cose da fare e vedere a Pechino, abbiamo selezionato alcune attività che non potete assolutamente perdere e che, per noi, sono dei veri “must” per chi visita la città per la prima volta. Se state organizzando questo viaggio in autonomia, troverete tanti consigli nel nostro articolo dedicato. Se invece preferite affidarvi a me, potete scrivermi o visitare la pagina “Prenota il tuo viaggio”: sarò felicissima di aiutarvi a realizzare il viaggio dei vostri sogni.

Ma ora torniamo a tutte le strabilianti cose da fare e vedere a Pechino, partendo da uno dei nostri parchi preferiti.

Cosa vedere a Pechino: Tiantan Park

Si tratta di un grandissimo complesso di 273 ettari situato nella parte sud-est del centro di Pechino, a circa 3 km a sud della Città Proibita e di Piazza Tiananmen, che noi abbiamo raggiunto a piedi con una piacevole passeggiata. Appena entrati, si percepisce subito l’aria rilassata di questo luogo: anziani che praticano tai chi, che cantano e ballano, e gruppetti che giocano a jianzi. Fate attenzione, perché in pochissimo tempo vi ritroverete anche voi in mezzo alla pista! Se capitate, come noi, di domenica, non sarà difficile ammirare tante ragazze che passeggiano indossando abiti tradizionali. La domenica dona un’atmosfera ancora più rilassata a questo parco, ma porta anche molti più visitatori.

La cosa più importante da vedere in questo parco di Pechino è senza ombra di dubbio il Tempio del Cielo. Questo tempio fu costruito tra il 1406 e il 1420 durante la dinastia Ming, sotto l’imperatore Yongle, lo stesso sovrano che fece costruire la Città Proibita. Il complesso templare era il luogo in cui gli imperatori delle dinastie Ming e Qing si recavano ogni anno per celebrare cerimonie religiose volte a garantire un buon raccolto. Pregavano il Cielo, considerato la divinità suprema, per la prosperità e il benessere del regno.

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Il complesso è composto da diverse sale: Sala delle Preghiere per un Buon Raccolto: L’edificio più iconico e riconoscibile, famoso per la sua cupola rotonda con un tetto a tripla balaustra blu. Altare Circolare (Huanqiu) e la Volta Imperiale del Cielo.

L’intero complesso è stato progettato seguendo rigorosi principi di geomanzia e simbolismo confuciano. Gli edifici principali sono rotondi (simbolo del Cielo) e le piattaforme quadrate (simbolo della Terra), riflettendo l’antica visione cosmologica cinese. È uno dei luoghi da visitare assolutamente a Pechino e, non a caso, dal 1998 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO per il suo valore storico, architettonico e culturale.

Come arrivare: La stazione più vicina è Tiantandongmen (天坛东门), sulla Linea 5 della metropolitana di Pechino. Dalla stazione, è solo una breve passeggiata fino all’ingresso orientale del parco.
Costo del biglietto: 3 Yuan per il parco, 35 Yuan per il Tempio, acquistabili in loco o tramite WeChat.

Città Proibita

Sicuramente è il luogo più iconico di Pechino, quello visto e rivisto in tanti libri e film. Ricordo perfettamente una scena del cartone Mulan, il mio preferito, in cui la giovane guerriera arriva durante i festeggiamenti per la sconfitta degli Unni. Non ho resistito a scattare una foto per unire queste due immagini. Scusate, ma dovevo!

La Città Proibita è un vasto complesso di palazzi imperiali che fu la residenza degli imperatori cinesi delle dinastie Ming e Qing per quasi 500 anni. Si trova nel cuore di Pechino ed è oggi un museo, oltre ad essere uno dei siti storici più visitati al mondo. Occupa una superficie di 72 ettari, interamente circondata da un fossato largo 52 metri e da mura alte 10 metri. Ha una forma rettangolare ed è divisa in due sezioni:

  • Corte Esterna (Zona Meridionale): la parte pubblica e cerimoniale, dove si svolgevano le funzioni ufficiali e i rituali di Stato. Qui si trovano i palazzi più imponenti e maestosi, utilizzati per le cerimonie e le udienze imperiali. Tra i più importanti ci sono: la Sala della Suprema Armonia (Taihedian), la Sala dell’Armonia Centrale (Zhonghedian) e la Sala della Preservazione dell’Armonia (Baohedian).
  • Corte Interna (Zona Settentrionale): comprende i Giardini Imperiali. Sul retro della Corte Interna c’è un giardino decorativo utilizzato dall’imperatore per rilassarsi, con padiglioni, rocce ornamentali e una vegetazione curata. Questa è la zona più privata, riservata alla vita quotidiana dell’imperatore e della famiglia imperiale. Contiene gli appartamenti imperiali e le residenze delle concubine. Gli edifici più importanti della Corte Interna includono: il Palazzo della Purezza Celeste (Qianqinggong), il Palazzo dell’Unione e della Pace (Jiaotaidian) e il Palazzo della Tranquillità Terrestre (Kunninggong).

Essendo il luogo più visitato di Pechino, non manca un certo numero di persone che giornalmente lo affollano. Il nostro grande consiglio è di uscire la mattina molto presto e visitarlo all’apertura. Molti degli edifici non sono visitabili all’interno, quindi in circa 3 ore potrete completare la visita. Attenzione: il lunedì è chiusa.

Come arrivare: Impostate sul vostro navigatore Meridian Gate.
Costo biglietto: 60 Yuan, acquistabile in loco o sul sito ufficiale una settimana prima.

Piazza Tienanmen

Ok, vi informiamo subito del fatto che per visitare questa piazza dovrete pazientare parecchio. Dalla Città Proibita, per accedere a questa maestosa piazza, abbiamo dovuto superare ben tre metal detector e controlli passaporti. Assurdo? Sì, ma non potete perdervi la visita a questa storica piazza di Pechino, che ha segnato l’intera storia del paese.

Edificata nel 1949, dopo la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese, è tristemente famosa per la tragedia del 1989. È per questo che oggi è un luogo altamente sorvegliato. Prende il nome dalla porta omonima, Tiananmen, riconoscibile per il grande ritratto di Mao Zedong. Tra le altre cose da vedere in questa enorme piazza ci sono:

  • Monumento agli Eroi del Popolo: Un obelisco di granito al centro della piazza, eretto in memoria di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la rivoluzione e l’indipendenza della Cina.
  • Mausoleo di Mao Zedong: Il mausoleo che ospita il corpo imbalsamato di Mao Zedong, il leader della rivoluzione comunista cinese.
  • Grande Sala del Popolo: Sede del Parlamento cinese, utilizzata per importanti eventi politici e congressi del Partito Comunista Cinese.
  • Museo Nazionale della Cina: Situato sul lato orientale della piazza, è uno dei più grandi musei del mondo e racconta la storia e la cultura cinese, con particolare attenzione alla storia moderna e alla rivoluzione.

Per accedere alla piazza, oltre ai controlli e all’esibizione del passaporto, dovrete prenotare la visita gratuita tramite WeChat. Fatevi aiutare dal personale del vostro albergo oppure, più semplicemente, potete utilizzare il biglietto per la Città Proibita nella stessa giornata. Noi abbiamo visitato la Città Proibita in mattinata e ci siamo poi recati subito in Piazza Tiananmen, semplificando così l’itinerario di viaggio, dato che sono adiacenti. Metro di riferimento: Qianmen, linea 2.

Beihai Park

Tra le cose imperdibili da vedere a Pechino c’è sicuramente una passeggiata al tramonto al Beihai Park. Tra le fronde dei salici piangenti e le paperelle, avrete modo di osservare i cittadini di Pechino rilassarsi mentre navigano nelle acque del lago Beihai con le loro barchette. Il parco offre diverse attività e luoghi di interesse dove poter trascorrere diverse ore. Noi ci siamo recati poco prima del tramonto e abbiamo raggiunto la Pagoda Bianca, da cui si gode una vista spettacolare su tutto il lago e parte della Città Proibita. La Pagoda si trova su un’isoletta del lago, raggiungibile attraversando un ponte e proseguendo il percorso in salita.

Questo parco era in realtà il giardino imperiale che un tempo faceva parte della Città Proibita. All’interno si trovano altri templi buddisti, come il Tempio Yong’an e il Tempio Chanfu. Oltre a poter noleggiare una barchetta e ammirare il sole che cala, vedrete la città illuminarsi con le colorate lanterne. Poco distante si trova il Lago di Houhai, perfetto per passare la serata tra i tanti locali di street food. Un grande dragone vi darà il benvenuto all’intera area con entrata libera, mentre per il parco Beihai è previsto un biglietto d’ingresso di 10 yuan. Potete valutare di visitarlo in concomitanza con la Città Proibita o la Collina del Carbone.

Hutong da vedere a Pechino

Passeggiare tra gli hutong la mattina presto è l’esperienza che più ha rispecchiato le mie aspettative su questa città. Le piccole botteghe che si preparano ad aprire, le persone che camminano in bici o con i risciò, e il caos e la baldoria che si scatenano dopo qualche ora rendono queste stradine uniche.

Gli hutong sono l’insieme dei vicoli che caratterizzano le antiche abitazioni di Pechino. Si tratta di piccoli condomini al cui centro si trova un giardino, dove vengono condivisi momenti di vita quotidiana. Molti di questi, ancora oggi, non hanno bagni privati, ecco perché troverete tanti bagni pubblici, sempre aperti, gratuiti e ben tenuti. Molte di queste abitazioni tipiche sono state demolite per far posto a moderne strutture, ma è ancora possibile assaporare l’autenticità di questi vicoli. Tra i nostri consigliati ci sono:

  • Nanluogu Xiang: abbiamo esplorato molto bene questi vicoli, dato che abbiamo deciso di soggiornare qui presso il Peking Youth Hostel, che offre camere matrimoniali con bagno privato, aree comuni e una terrazza dove rilassarsi. Uno degli alloggi che vi consigliamo vivamente per il vostro viaggio a Pechino.
  • Guozijian: sono i vicoli che nascondono il Tempio dei Lama e il Tempio di Confucio. Noi li abbiamo percorsi alla ricerca della sala da tè dove abbiamo preso parte alla cerimonia del tè. Proprio dietro al Tempio di Confucio si trova Yi Cheng Cha She, un angolo di pace dove potrete fare una degustazione di tè, coccolando la gattina Liu e assaggiando dolci tipici. Vi consigliamo di passare prima per la prenotazione, costo a persona 200 yuan.
  • Dongxijiaomin Xiang: forse i vicoli più turistici, e quelli che ci hanno colpito meno, ma vi consigliamo comunque di passarci per assaggiare qualche prelibatezza della cucina cinese.
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hutong di Pechino la sera

Palazzo d’Estate

Si sa, in quasi tutti i viaggi c’è sempre qualcosa che non va per il verso giusto. Nel nostro viaggio a Pechino, purtroppo, tra tutte le cose da vedere, il Palazzo d’Estate è stata l’attrazione a cui ho dovuto rinunciare. Era una calda giornata di agosto e, complice la stanchezza e l’arrivo del ciclo, non ero in forze. Ho deciso comunque di raggiungere il Palazzo d’Estate, che dista circa un’ora dal centro di Pechino. Il complesso è molto grande e si estende per chilometri tra templi, foreste e percorsi intorno al grande Lago Kunming.

Mettete inoltre in conto di trovare file sia all’ingresso che all’interno, come spesso accade. Dopo circa mezz’ora dall’entrata, mi sono resa conto di non poter proseguire la visita e ho deciso di tornare in hotel. È qui che vi ricordiamo l’importanza di completare il vostro viaggio con una buona assistenza sanitaria e assicurazione di viaggio, che possa coprire qualsiasi tipo di imprevisto. Noi, da anni, ci affidiamo a HeyMondo. Per incentivarvi a viaggiare sereni, vi lasciamo il nostro sconto del 10% sul vostro prossimo acquisto.

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Come sempre, ero partita con un fitto itinerario che comprendeva le meraviglie architettoniche, i giardini e i templi di questo rifugio imperiale, un “piccolo” giardino di soli 290 ettari. Tra cui la scalinata che vi porterà alla Torre della Fragranza di Buddha. Per arrivare qui, vi consigliamo di utilizzare la metro. Il biglietto per l’ingresso generale: 30 yuan.

Le cose da vedere a Pechino sono ancora tante. Ci siamo concentrati su ciò che non può assolutamente mancare nel vostro itinerario, ricordandovi che, se desiderate affidarvi a una Travel Designer per l’organizzazione, la prenotazione o anche solo per avere il vostro itinerario personalizzato con diario di viaggio, potete contattarmi o scrivermi qui. Sarò lieta di realizzare il viaggio dei vostri sogni.

Per i nuovi aggiornamenti sulle nostre prossime avventure, vi invitiamo a seguirci sui nostri social.

San Severino Lucano: una passeggiata nel Bosco Magnano

Bosco Magnano e San Severino Lucano, due nomi e due luoghi che, prima della mia esperienza in questo fantastico Educational Tour, mi erano totalmente sconosciuti. Ma si sa, è proprio grazie ai viaggi che riusciamo ad arricchire la nostra mente e la nostra anima di nuovi saperi e ricordi. Ricordi fatti di sapori, di persone e di tramonti, cullati dalla giostra più lenta del mondo. L’Educational Tour Basilicata si presenta con l’obiettivo di far conoscere una Basilicata più autentica, fatta di tradizioni e antichi mestieri che ancora oggi vengono tramandati di generazione in generazione. È stato un viaggio nella natura, alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino, dove abbiamo ammirato paesaggi mozzafiato durante il trekking lungo la Serra di Crispo.

San Severino Lucano è stato il nostro punto di riferimento, il luogo da cui partire e a cui tornare. La nostra giornata è iniziata esplorando le bellezze naturali del Parco Nazionale del Pollino con una fantastica passeggiata nel Bosco di Magnano, per poi concludersi, dopo la visita a San Severino Lucano, con un tramonto spettacolare al belvedere Timpa della Guardia. Vi farò scoprire, tappa dopo tappa, le caratteristiche di questi luoghi.

Bosco Magnano

Non c’è modo migliore di iniziare la giornata se non con una bella passeggiata nella natura. Nel Bosco Magnano il telefono non prende, e questo è un bene, perché si riesce davvero a staccare dal resto del mondo. Ci si inoltra nel verde, si ascoltano i movimenti delle foglie di faggio e l’acqua che scorre nei torrenti Frido e Peschiera, che confluiscono poi nel Mar Ionio. Un sussurro soave che fa pensare a un mondo fatato. E chissà che qualche piccolo folletto non fosse davvero lì ad osservarci. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio la flora e la fauna di questo bosco grazie alla nostra guida, Leonardo, che si è preso cura di noi.

Abbiamo iniziato il percorso dal mulino, passando sotto antichi ponti in disuso e arrivando alle acque del fiume Peschiera, abitato da granchi e trote. Caratteristiche le formazioni delle marmitte fluviali, che rendono unico il letto del fiume. Tra un alternarsi di piccole e grandi cascate, abbiamo seguito il percorso che si snoda lungo le rive del torrente Peschiera.

Tra alberi di faggio, pioppi e ontani, ogni tanto spuntava qualche fungo. Ed è qui che bisogna fare molta attenzione: i funghi vanno raccolti solo se si ha una conoscenza accurata e si possiede un patentino. Ho potuto constatare con i miei occhi quanto due funghi, apparentemente simili, possano distinguersi per piccolissimi particolari, che possono indurre in errore e portare a consumare quello velenoso. Grazie a Leonardo, ora so che i funghi che presentano macchie sul cappello, o meglio pileo, sono velenosi. In ogni caso, mi limiterò sempre solo a osservarli e a mangiarli quando cucinati da mani esperte.

Addentrandoci nella fitta natura del Bosco di Magnano, abbiamo iniziato a incontrare alcuni dei suoi abitanti. Da piccoli a grandi insetti, fino ai serpenti come la natrice dal collare. Essendo rimasta un po’ indietro rispetto al gruppo, ho avuto modo di osservare questo serpente, totalmente innocuo, sbucare dal lato del sentiero. Mi ha lasciata ammirata per la sua eleganza e bellezza, che sono riuscita a condividere con il gruppo grazie alla rapidità della nostra guida, che è riuscita a fermarlo per farcelo ammirare. Ovviamente, evitate di prendere in mano serpenti o altri animali del bosco.

Dopo chilometri di passeggiata e relax nella natura, era giusto ricaricarci. E quale miglior modo se non con un pranzo ricco di prelibatezze locali da Rist’Oro Pollino? Piatti tradizionali e regionali come il peperone crusco, salumi e formaggi locali, e primi piatti che ci hanno dato fin troppe energie rispetto a quelle bruciate durante la camminata. Il tutto in un contesto che accoglie e coccola. Non oso immaginare come sia in inverno, con il camino acceso! Con il pancino pieno ci avviamo verso San Severino Lucano.

San Severino Lucano

Questo piccolo borgo in provincia di Potenza è avvolto dalla natura rigogliosa e incontaminata del Parco Nazionale del Pollino. San Severino Lucano ha una storia relativamente giovane, che si sviluppa in modo sostanziale a partire dal 1800. Tra briganti e apparizioni di santi, oggi il comune ospita circa 1.400 abitanti, e le sue strade sono animate da vivaci murales. Ad accoglierci sono state le ragazze della Pro Loco, che durante una passeggiata alla scoperta delle caratteristiche architettoniche del paese ci hanno raccontato ogni suo segreto.

Siamo partiti dalla Chiesa di San Vincenzo, dedicata al secondo patrono del paese. Questa chiesa viene utilizzata durante i periodi estivi, poiché la chiesa madre è quella di Maria Santissima degli Angeli, che risale al 1500 e che è stata ricostruita più volte, anche a causa di un terremoto che la portò a essere chiusa per ben 33 anni. Questa chiesa è dedicata alla Madonna degli Angeli, apparsa sul Monte Pollino a un contadino. Infatti, la Madonna, la prima domenica di giugno, viene accompagnata in processione e deposta nel santuario Maria Santissima del Pollino, di cui vi parlo nell’articolo dedicato a Serra di Crispo.

Il borgo è ricco di murales che raccontano la sua storia e le sue tradizioni. Con una passeggiata, potrete scoprirli e scattare qualche foto ricordo, approfittando magari di qualche souvenir culinario da riportare a casa.

Il tramonto a San Severino Lucano va vissuto dal Belvedere Timpa della Guardia. Per arrivare, avrete bisogno dell’auto. Una volta lì, vi attende l’opera di Carsten Höller: RB Ride. Questa grande giostra rotante, dietro il suo aspetto giocoso, nasconde un concetto molto più profondo. Abituati a vivere la giostra come un momento di euforia e adrenalina, ci ritroviamo invece a girare lentamente. A osservare in modo inusuale il paesaggio intorno a noi. A prenderci, con lentezza, quel momento di riflessione che spesso trascuriamo. Dodici navicelle colorate che volano lentamente a 10 metri di altezza su uno scenario che ci ricorda quanto sia importante il contatto con la natura.

Ci siamo ritrovati a correre, saltare, scattare foto e giocare con le luci di una giornata che ci salutava. Una giornata che ci ha riempito il cuore di colori, profumi, storie e che ha racchiuso in uno scatto la bellezza di questo momento. La Basilicata si è fatta conoscere aprendosi piano piano, così come i partecipanti a questo bellissimo Educational Tour.

Spero di avervi, anche questa volta, invogliato a partire alla scoperta di San Severino Lucano, del Parco Nazionale del Pollino e di questa regione che mi ha stupito come non mai. Vi invito, come sempre, a seguirci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.

Itinerario in Scozia: esplora in 5 giorni i luoghi più iconici

In queste giornate autunnali di pioggia mi tornano in mente alcuni ricordi di viaggio, primo fra tutti il nostro itinerario in Scozia. La pioggia, il vento, le foglie arancioni che decorano gli alberi e una calda tazza di tè sono sicuramente tra gli scenari che meglio ispirano e invogliano a partire per questa destinazione. La Scozia ci ha regalato paesaggi incontaminati, caldi e accoglienti pub, a volte abitati da fantasmi e leggende che ancora incutono un po’ di suggestione. Abbiamo visitato i resti di antichi castelli, assaporato whisky e scoperto come viene prodotto ancora oggi il nettare scozzese.

Siamo partiti dalla città di Edimburgo, tenendola però come tappa finale di questo itinerario in Scozia che siamo felici di condividere con voi in questo articolo. Purtroppo, il tempo a disposizione era poco e abbiamo dovuto tralasciare alcune meraviglie che vi consigliamo di recuperare, tra cui l’isola di Skye. Il nostro itinerario in Scozia prevede ovviamente l’utilizzo di un’auto. Vi abbiamo lasciato alcuni consigli sul noleggio e sull’organizzazione del viaggio nel nostro articolo dedicato. Una volta che avrete tutte le informazioni essenziali, non resta che lavorare sull’itinerario.

Castello di Stalker, nel nostro itinerario in Scozia
Castello di Stalker

Come detto, siamo arrivati con un volo diretto a Edimburgo, città da cui siamo poi ripartiti. Edimburgo è sicuramente la scelta migliore e la più comoda per andare alla scoperta della Scozia. Qui di seguito vi lasciamo una mappa del nostro on the road, con alcuni suggerimenti sui luoghi dove assaporare le migliori prelibatezze culinarie di questa terra.

Pronti a prendere appunti?

Prima tappa dell’itinerario in Scozia: Inverness

Siamo arrivati nella capitale delle Highlands che era già buio. Ci siamo rifugiati nel nostro ostello, il Bazpackers, in una posizione ottima per parcheggiare l’auto e visitare la cittadina a piedi. Subito ci siamo diretti ad assaggiare il primo e indiscusso piatto scozzese per eccellenza: l’haggis. Molti di voi preferirebbero forse non sapere come viene preparato questo piatto tradizionale, che oggi ha numerose varianti, tra cui anche quelle vegane. Vi lasciamo il piacere di scoprirlo da soli! Sicuramente dovete provarlo in uno dei migliori ristoranti scozzesi: Urquhart’s Restaurant. Vi consigliamo di prenotare e di assaggiare anche il salmone. Per un dopocena con un primo assaggio di whisky scozzese, vi segnaliamo: The Castle Tavern.

La mattina seguente abbiamo avuto modo di conoscere meglio Inverness, non prima di aver gustato uno scone appena sfornato con marmellata artigianale in un luogo molto particolare: Velocity Café & Bicycle Workshop. Con la pancia piena, ci siamo diretti alla scoperta di alcune delle tappe imperdibili di questa cittadina.

Passeggiando per le sue stradine, tra case con porte colorate ed edifici in pietra, non potete mancare di visitare:

  • Castello di Inverness, risalente al 1800, è sicuramente tra i più recenti della zona. Sebbene non sia aperto al pubblico, offre una vista panoramica spettacolare sulla città e sul fiume Ness. È attualmente utilizzato come sede giudiziaria, ma ci sono progetti per trasformarlo in una destinazione turistica nei prossimi anni.
  • Old High Church, la chiesa più antica della città, risale al XII secolo. Si trova in una posizione suggestiva lungo il fiume Ness ed è un luogo di grande importanza storica. Durante il periodo giacobita, veniva usata come prigione e luogo di esecuzione.
  • Victorian Market, il famoso mercato coperto, è un angolo di storia e tradizione nel cuore di Inverness. Costruito alla fine del XIX secolo, ospita una varietà di negozi locali, tra cui artigianato, gioielli, caffetterie e negozi di souvenir, perfetti per chi cerca un’esperienza autentica.

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Haggis da Urquhart’s Restaurant
  • Inverness Museum and Art Gallery è il luogo ideale per gli amanti dell’arte e della storia. Qui potrete esplorare la storia delle Highlands, dalle epoche preistoriche fino all’era moderna, e ammirare una collezione d’arte che include opere di artisti locali.
  • Moray Firth è il punto di partenza ideale per un’escursione in barca, dove potrete sperare di avvistare delfini, foche e persino squali elefante, che vivono in questo affascinante fiordo. Le acque del Moray Firth sono note per essere uno dei migliori luoghi del Regno Unito per l’osservazione dei delfini tursiopi.

Da Inverness parte il Great Glen Way, un percorso lungo 124 km che vi condurrà fino a Fort William, seguendo la costa atlantica. Questo cammino attraversa alcune delle aree più spettacolari delle Highlands, costeggiando laghi famosi come il Loch Ness e passando attraverso foreste, colline e piccoli villaggi. È un’ottima opzione per chi ama il trekking, con percorsi adatti sia agli escursionisti esperti che ai principianti. Noi abbiamo percorso la strada parallela lungo la A82, ma speriamo un giorno di poter affrontare questo cammino con la giusta tranquillità.

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Castello di Urquhart

Sicuramente uno dei paesaggi più suggestivi che abbiamo incontrato lungo il nostro itinerario in Scozia. Si trova nei pressi della cittadina di Drumnadrochit. In realtà, non aspettatevi un castello intatto, ma solo delle rovine. Forse è proprio questo fascino decadente e misterioso a rendere il luogo unico. Conoscendone la storia, capirete perché, purtroppo, le sue condizioni sono così compromesse.

Arrivati al visitor centre, sarete accolti in una sala video, dove grazie a un piccolo documentario potrete comprendere meglio la storia del castello e le sue leggende. Come ogni castello scozzese che si rispetti, anche Urquhart ha il suo fantasma! Il paesaggio, che in autunno si tinge di arancio, è tra i più belli visti in questo viaggio on the road, anche perché il lago di Loch Ness aggiunge un tocco di mistero a tutto.

Biglietto d’ingresso: £13. Aperto dalle 9:30 alle 16:30. Controllate sempre gli orari sul sito ufficiale per eventuali chiusure o variazioni di programma.

Fort Augustus

Lungo la strada ci sono molti punti panoramici dove fermarsi per ammirare il paesaggio e tentare di avvistare il famoso mostro che si dice abiti il lago di Loch Ness: Nessie. Si narra che il primo avvistamento di questa misteriosa creatura risalga al 566 d.C., quando avrebbe divorato un pescatore, di cui furono ritrovati solo alcuni resti. In tempi più recenti, l’ultimo avvistamento documentato risale al 1933, anno in cui Robert Kenneth Wilson scattò una famosa fotografia, anche se la veridicità di quelle immagini è ancora molto discussa. Noi non siamo riusciti a vedere nulla, ma chissà, forse qualcuno di voi sarà il prossimo a scorgere il misterioso mostro! Se siete interessati a scoprire meglio la sua storia e le leggende legate a questa creatura, inserite una tappa al Loch Ness Centre and Exhibition.

Fort Augustus è il luogo perfetto per fare una sosta, mangiare qualcosa e rilassarsi sulle rive del lago, prima di riprendere il cammino o il viaggio in auto. Un momento suggestivo è stato quando un ragazzo in kilt ha arricchito lo scenario suonando la cornamusa, creando un’atmosfera magica che ha incarnato perfettamente la mia idea di Scozia. Potete trovare un video di questo momento sulla nostra pagina Instagram, dove vi suggeriamo di seguirci per non perdere le nostre prossime avventure.

Viadotto di Glenfinnan

Quando si parla di Scozia, è inevitabile nominare uno degli iconici personaggi del Regno Unito: Harry Potter. Molti dei luoghi che hanno ispirato J.K. Rowling e che poi hanno fatto da scenografia ai film sono sparsi proprio tra le Highlands scozzesi. E io, da brava Potterhead, non potevo non segnarne e visitarne alcuni.

Il Viadotto di Glenfinnan è famoso per l’iconica scena in cui il treno per Hogwarts passa sbuffando fumo. Il treno esiste davvero e si chiama Jacobite Steam Train. È possibile salire a bordo e percorrere il suggestivo tragitto panoramico che da Fort William vi porta fino a Mallaig. Purtroppo, le corse non sono attive tutto l’anno: durante il periodo invernale, infatti, il treno non circola, perché le corse vengono sospese. Indovinate un po’ chi è capitata proprio in questo periodo? E perché proprio Stefania? Come sempre, cerco di prenderla con filosofia e penso che tornerò presto, pronta a salire anche io sul mio Hogwarts Express.

Viadotto di Glenfinnan, Scozia
Viadotto di Glenfinnan

Controllate le date di partenza e fine delle corse sul sito ufficiale, dove potete anche acquistare i biglietti. Il consiglio è quello di fare il viaggio in treno e poi tornare qui per vedere il passaggio del treno sul viadotto, rendendo l’esperienza ancora più magica. Dato il periodo e la mancanza del treno, non abbiamo trovato nessuno. Preparatevi, però, a incontrare tanti fan del piccolo mago durante la stagione di attività del treno.

Per arrivare qui, vi conviene parcheggiare l’auto nel parcheggio vicino alla stazione e percorrere il sentiero segnalato. Fate attenzione, perché se, come noi, capitate durante la pioggia, il terreno può essere molto scivoloso. Una volta arrivati in cima, godetevi il paesaggio e aspettatevi di salutare i prossimi studenti in partenza per Hogwarts!

Fort William

Siamo arrivati in questa cittadina, che segna la tappa finale della Great Glen Way, a metà circa del nostro itinerario in Scozia. Per recuperare le energie, ci siamo immersi nei suoi storici pub, vivendo l’allegria e l’atmosfera festosa della gente del posto. Primo fra tutti, il The Crofter, dove abbiamo cenato e assaporato piatti tradizionali. Per gustare alcune delle birre artigianali locali, non potete perdervi una visita al Black Isle Bar. Vi troverete di fronte a una chiesa… sì, siete nel posto giusto! Una volta varcata la soglia, sarete avvolti dal calore di questo luogo caratteristico, animato da musica dal vivo che rende le serate davvero speciali.

La mattina seguente abbiamo passeggiato per le pittoresche stradine, visitando la splendida Cattedrale di St. Andrew e il West Highland Museum, ricco di storia e curiosità sulle Highlands. Dopo una piacevole visita, eravamo pronti a ripartire per una nuova giornata sotto la pioggia scozzese, che ormai accompagnava fedelmente il nostro viaggio.

Qui abbiamo soggiornato al Berkeley House, con parcheggio privato e in pieno centro.

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Oban

Sicuramente il nome di questa cittadina affacciata sulla costa atlantica vi farà pensare a uno dei whisky scozzesi più famosi. Infatti, non a caso abbiamo approfittato per visitare la celebre distilleria di Oban. La cittadina è nota anche per essere un punto di partenza ideale per esplorare le isole scozzesi. Dopo una passeggiata per il porto, ci siamo diretti alla Oban Distillery. Abbiamo acquistato i biglietti sul posto, £24, che includevano la degustazione di tre diversi whisky. Ricordate che, se guidate, non dovete bere! Potete chiedere che il vostro assaggio venga imbottigliato, così da poterlo gustare a casa in totale tranquillità.

La visita guidata dura circa un’ora, durante la quale potrete esplorare tutte le sale della distilleria e seguire, passo dopo passo, il processo che trasforma il malto in whisky. È stata un’esperienza molto interessante, persino per me che non capisco nulla di whisky, né sono una grande bevitrice. Riccardo, invece, ne è rimasto entusiasta!

Dopo la visita, ci siamo concessi un pasto veloce con l’immancabile fish and chips di Nories, un famoso locale che serve questo piatto tipico ogni giorno fino alle 21:30.

Glasgow

Eravamo abbastanza incerti se inserire Glasgow nel nostro itinerario in Scozia, ma è diventato inevitabile quando abbiamo scoperto che qui avrebbe suonato uno dei nostri gruppi preferiti: i Fontaines D.C.

Siamo arrivati in serata, giusto in tempo per il concerto alla O2 Academy Glasgow, una famosa sala concerti. Glasgow non ha la migliore reputazione in termini di sicurezza, infatti è spesso tra le città con il più alto tasso di criminalità del Regno Unito. Soprattutto di sera, è meglio sapere dove e come spostarsi. Uber può essere una buona alternativa al camminare a piedi. Dopo il concerto, ci siamo concessi una birra nel pub più infestato della città, The Scotia Bar. Tra musica dal vivo e chiacchiere con i suoi abitanti, ci siamo imbattuti in un simpatico cagnolino che, direttamente al bancone, beveva dalla sua ciotola. Abbiamo notato, durante i nostri numerosi viaggi nel Regno Unito, che si tratta di un paese molto pet-friendly, tanto che non vediamo l’ora di portare qui anche Nanà.

La mattina seguente abbiamo fatto un piccolo tour dei murales più belli di Glasgow, sparsi in tutta la città, autentiche opere di street art. Potete trovare una mappa completa dei murales online. Una delle cose più insolite da non perdere a Glasgow è il cimitero monumentale The Necropolis, da cui si può godere di una vista panoramica sulla città. È un luogo in cui famiglie e giovani si recano quotidianamente per passeggiare e trascorrere del tempo, come fosse un normale parco cittadino. Amando già di mio la tranquillità e la bellezza dei cimiteri, non potevo perdermi questo. L’ingresso è gratuito.

Tra le altre cose da vedere per scoprire le bellezze di questa città, vi consigliamo: la Cattedrale di Glasgow, situata proprio di fronte all’ingresso della Necropoli, una passeggiata nella famosa via dello shopping, Buchanan Street, una visita alla Burrell Collection, ai Glasgow Botanic Gardens, alla Kelvingrove Art Gallery and Museum, e non dimenticate una vista panoramica dall’alto del The Lighthouse.

Siamo curiosi di conoscere la vostra opinione su questa città, che, tutto sommato, non ci ha poi così tanto delusi. Abbiamo soggiornato al Glades House, comodo per posizione e parcheggio e camere arredate in pieno stile scozzese.

Falkirk

Tuttavia, una sosta che non dovrebbe mancare nel vostro viaggio in Scozia è quella dedicata alle iconiche sculture dei Kelpies. Queste due imponenti teste di cavallo, realizzate dall’artista Andy Scott e inaugurate nel 2013, sono alte circa 30 metri e rappresentano una delle opere d’arte contemporanee più famose del paese.

I Kelpies si trovano all’interno del The Helix Park, un’area verde che abbiamo avuto la fortuna di visitare durante un raro momento di sole che la Scozia ci ha regalato in quei giorni. Questo parco è perfetto per passeggiate, giri in bicicletta e attività all’aperto, offrendo una cornice ideale per ammirare queste monumentali sculture.

Le sculture non sono solo impressionanti per le loro dimensioni, ma anche per il loro significato simbolico: rappresentano la forza e il lavoro dei cavalli che un tempo erano essenziali nella vita agricola e industriale scozzese. Oltre a questo richiamo storico, le Kelpies incarnano anche la mitologia scozzese, ispirandosi alle leggendarie creature acquatiche che abitavano fiumi e laghi.

Vale sicuramente la pena fermarsi qui, anche solo per scattare una foto ricordo con quest’opera d’arte che è ormai diventata uno dei simboli moderni della Scozia.

Edimburgo

Tappa finale del nostro itinerario in Scozia, Edimburgo merita di essere esplorata con calma. Vi racconteremo nel dettaglio tutte le cose da fare e da non perdere nella capitale scozzese in un articolo dedicato. Per ora, vi anticipiamo solo che sarà un’esperienza davvero magica.

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Come sempre, speriamo di avervi ispirato e aiutato nell’organizzazione del vostro prossimo itinerario in Scozia. Ci sono molte cose da vedere e fare, ma tutto dipende dal tempo a disposizione. Per questo motivo, vi consigliamo di concedervi almeno una settimana piena per scoprire i suoi paesaggi iconici, immergervi nelle sue leggende e assaporare le sue specialità culinarie, lasciando da parte i pregiudizi e gustando l’essenza di questo paese… magari con un goccio di whisky!

L’autunno in Scozia ci ha regalato colori spettacolari, e siamo davvero felici del nostro itinerario. Speriamo però, la prossima volta, di visitarla con qualche raggio di sole in più e, chissà, magari di avvistare anche qualche unicorno che salta tra le verdi pianure. Per chi non lo sapesse, l’unicorno è l’animale simbolo della Scozia, un paese che continua a sorprenderci e a farci vivere momenti magici.