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Mercatini di Natale Arezzo 2024: date e orari

Abbiamo vissuto la magia dei mercatini di Natale di Arezzo per ben due anni consecutivi. Quest’anno, purtroppo, ancora non siamo riusciti ad andarci, ma abbiamo tempo fino al 6 gennaio per recuperare e vivere la magia del Natale in questa città, che in questo periodo si trasforma in un angolo incantato, dove luci, stelle e il profumo di strudel appena sfornato riempiono l’aria.

Nel cuore della Toscana, ogni anno, da nove anni, si tengono i mercatini di Natale di Arezzo, tra i più caratteristici d’Italia. E per noi raggiungerli da Roma, in macchina o in treno, è facile e comodo. Tanto che anche Nanà è sempre al nostro fianco, tra baite di montagna e stelle cadenti. Dall’artigianato locale alle prelibatezze tirolesi e austriache, non mancano le specialità del territorio e i ristoranti storici della città, che si vestono a tema natalizio. Vediamo insieme quale è il calendario dei mercatini di Natale di Arezzo 2024.

Villaggio Tirolese ai mercatini di Natale di Arezzo

Situato in Piazza Grande, il Villaggio Tirolese è il centro della festa. Quest’anno ha aperto il 16 novembre e chiuderà domenica 29 dicembre. Due grandi alberi di Natale arricchiscono la piazza e, ogni ora, dalle 17:00 alle 21:00, lo spettacolo di luci Big Lights Show, realizzato dalla Fondazione Arezzo Intour, illumina e colora la piazza accompagnato da musica di sottofondo. Gli spettacoli si tengono dal giovedì alla domenica, e potete visualizzare orari e giorni sul sito ufficiale. Ovviamente, l’ingresso è libero e gratuito. Le casette del buon gusto ospitano squisitezze tirolesi come strudel di mele, canederli, stinco di maiale e birre. E tra un assaggio e l’altro, potrete dedicarvi a un po’ di shopping tra le baite che vendono prodotti di artigianato, un’idea perfetta per un souvenir o un regalo di Natale. Il Villaggio Tirolese è aperto dal giovedì alla domenica, dalle 10:00 alle 21:00.

Casa di Babbo Natale

Passeggiando tra le vie illuminate e decorate di Arezzo, potrete salire fino alla Fortezza Medicea per incontrare Babbo Natale e i suoi amici Elfi. Un’esperienza perfetta per i più piccoli. All’interno della fortificazione medievale si terranno giochi, installazioni e persino un planetario. Potrete scrivere la vostra letterina e consegnarla personalmente a Babbo Natale, che sarà qui dal 16 novembre 2024 al 24 dicembre. Ovviamente, dopo dovrà correre a portare i regali in tutto il mondo. Fino al 6 gennaio, potrete partecipare a tutti gli altri eventi in programma nel Villaggio di Natale. Gli orari della Casa di Babbo Natale sono dalle 11:00 alle 20:00 il giovedì e dalle 14:00 alle 20:00 venerdì, sabato e domenica. L’ingresso prevede un biglietto di 10€. Per quest’anno è obbligatoria la prenotazione online.

Altro da non perdere ai mercatini di Natale di Arezzo

Al parco Prato delle Meraviglie, una grande ruota panoramica domina la piazza, circondata dalle luci del bosco illuminato e dalle tante baite del gusto e dell’artigianato. E per non farci mancare nulla, la pista di pattinaggio vi darà modo di bruciare qualche caloria. Da lunedì a giovedì e domenica, l’orario è dalle 15:00 alle 24:00, mentre venerdì e sabato dalle 10:00 all’1:00, con un biglietto di 9€ per mezz’ora. Sempre qui troverete la Piazzetta del Vischio, dove poter lasciare il vostro messaggio o desiderio di Natale. Anche in questo caso, le aperture vanno da giovedì alla domenica, con orario variabile dalle 10:00 alle 21:00, dal 16 novembre al 6 gennaio. Inoltre, per i più piccoli, c’è la giostra dei cavalli, che con il suo stile vintage contribuisce a rendere questo luogo un vero villaggio di Natale.

Se siete appassionati di Lego, non potete perdere il Lego Brick House, che quest’anno si troverà al Palazzo della Fraternita dei Laici, in Piazza Grande. Un’esposizione di oltre 40 opere provenienti da tutta Italia, che raffigurano opere d’arte e monumenti iconici di tutto il mondo. Aperto dal giovedì alla domenica fino alle 18:00, con biglietto d’ingresso di 8€ per adulti e bambini a partire dai 3 anni.

 
mercatini di Natale ad Arezzo, Toscana

Dove parcheggiare

Lo scorso anno abbiamo scelto di visitare i mercatini di Natale di Arezzo partendo in treno da Roma. L’anno precedente, avendo più tempo a disposizione per un weekend lungo, siamo arrivati in macchina. Le opzioni per i parcheggi sono diverse, tutti a circa 15-20 minuti a piedi da Piazza Grande. Eccoli qui: Parcheggio Pietri, Tarlati, Mecenate. Vi basterà impostare uno di questi su Google Maps. Speriamo di riuscire anche quest’anno a vivere la magia dei mercatini di Natale di Arezzo. Se invece volete fare un viaggetto fuori Italia, vi consigliamo sicuramente di visitare Praga, che in questo periodo dà il meglio di sé.

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Colosseo e Foro Romano: visita alle bellezze di Roma

Dedicare il giusto tempo alla nostra città non è mai semplice; molto spesso ci dimentichiamo di avere a portata di mano una delle meraviglie del mondo moderno: il Colosseo e il Foro Romano. Ma, da quando è nato questo blog, ci siamo ripromessi di usare l’occasione di raccontarvi la nostra città per viverla un po’ di più anche noi. Roma, si sa, per noi romani è un continuo “odi et amo”. E non a caso, la mattina in cui abbiamo deciso di visitare il Colosseo e il Foro Romano grazie a una partnership con Get Your Guide, siamo rimasti impantanati nel traffico per ore. La bellezza del Colosseo e la meraviglia negli occhi di chi, accanto a noi, ammirava il Foro Romano, ci hanno fatto un po’ dimenticare l’arrabbiatura.

Colosseo e Foro Romano a Roma, Italia

E ora vi dobbiamo confidare un segreto: nonostante ci passiamo davanti abbastanza spesso, era dai tempi delle elementari che non entravamo all’interno del Colosseo, tanto meno nel Foro Romano. Ebbene sì! E sono sicura che non siamo gli unici romani a poterlo affermare. Lo abbiamo già detto: non è sempre facile dedicare il giusto tempo a Roma, ma l’importante è recuperarlo. In questo articolo vedremo insieme come organizzare e prenotare la vostra visita guidata all’interno del Colosseo e del Foro Romano. E prima che ce ne dimentichiamo, seguiteci sui nostri social per non perdervi le nostre prossime avventure!

Visita al Colosseo e al Foro Romano

Le opzioni per visitare questa meraviglia del mondo moderno sono tante. Ah, dimenticavo! Ovviamente, il Colosseo è anche Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Dall’area archeologica del Colosseo, che include il Foro Romano e il Palatino, alla visita esclusiva del suo interno, fino alla possibilità di esplorare i sotterranei. Quello che sicuramente dovrete avere con voi è una guida esperta che vi sappia raccontare tutto sulla storia di questo iconico luogo e dell’antica Roma. Insomma, programmate un tour guidato perché è una delle cose essenziali da fare a Roma.

Ad esempio, sapevi che dove oggi si trova il Colosseo, un tempo c’era un grande lago navigabile? E che c’erano 80 entrate per accedere all’anfiteatro? Inoltre, gli spettacoli che si tenevano lì erano gratuiti. Scoprirete come venivano organizzati i combattimenti tra gladiatori e come venivano trasportati gli animali. Vi posso assicurare che molte delle cose che ho ascoltato dalla mia guida mi hanno lasciato senza parole. Tra tutte, forse la più sorprendente è che nei bagni comuni si conversava tranquillamente mentre si facevano i propri bisogni, pulendosi con delle spugne da mare. E questa è solo una delle tante sorprese che vi aspettano!

Cosa vedere all’interno del Colosseo

Una volta scoperta la storia della costruzione di questo grande anfiteatro, conosciuto anche come Anfiteatro Flavio, iniziato nel 72 d.C. e terminato nel 80 d.C., vi addentrerete al suo interno passando sotto uno dei grandi archi, un tempo ricoperto di marmo. Se cercate con attenzione tra le grate, troverete delle porticine con delle zampette. Sono le “gattaiole” per i tanti gatti che vivono nella comunità felina del Colosseo.

Qui inizia il percorso al piano terra che vi porterà all’accesso per il piano superiore, dove avrete davanti a voi l’intera arena, che vi mostrerà tutti i sotterranei. Ma prima di questo, avrete la possibilità, grazie a una mostra interattiva, di vedere con i vostri occhi com’era il Colosseo 2000 anni fa. Salendo al piano superiore, avrete una vista migliore dell’interno e di ciò che lo circonda, come ad esempio l’Arco di Costantino. Godetevi la vista e seguite la vostra guida per scoprire il Foro Romano e il Palatino.

Se avete incluso i sotterranei nel vostro biglietto, sarà la vostra guida a guidarvi nel percorso. Questa volta noi li abbiamo saltati, ma presto recupereremo anche la visita ai sotterranei, che, attenzione, necessitano di un biglietto a parte e sono visitabili solo ed esclusivamente in fasce orarie prestabilite.

Per scoprire le altre meraviglie di Roma puoi leggere i nostri articoli con tanto di itinerari.

Visitare il Foro Romano

Se avete scelto il biglietto combinato, la vostra guida vi porterà all’interno del Foro Romano. Proprio uscendo dal Colosseo, imboccherete il grande stradone di marmo bianco, trovando l’Arco di Costantino alla vostra sinistra. Qui, come all’ingresso del Colosseo, dovrete effettuare il controllo dei biglietti e passare attraverso il metal detector. Varcherete l’Arco di Tito e sarete all’interno dell’area archeologica più bella di Roma. Immaginate il via vai di persone durante il suo periodo di splendore. La vostra guida vi aiuterà a far lavorare la fantasia e a tornare indietro nel tempo. Tra le meraviglie che vedrete ci sono la Basilica di Massenzio, il Tempio di Vesta e la Chiesa di San Lorenzo in Miranda. Iconico rimane su tutti l’Ara di Cesare, il tempio dedicato dopo la morte di Cesare, dove si dice ci siano le sue ceneri.

Come prenotare la tua visita

Il modo più comodo per prenotare la tua visita guidata in anticipo, con cancellazione gratuita entro le 24 ore, è farlo tramite la comoda applicazione di Get Your Guide. In questo modo, dovrete presentarvi solo con il vostro telefono, con il biglietto elettronico scaricato dall’app, e il vostro documento. Come potete vedere, qui ci sono tantissime opzioni per i tour del Colosseo e del Foro Romano. Avrete la possibilità di scegliere quello più adatto a voi e, se programmate la vostra visita di giovedì, potrete partecipare anche a un tour serale. Magia!

Una volta scelto il vostro tour, in base alla compagnia selezionata, vi verrà indicato il punto d’incontro dove aspettare la guida e ricevere le cuffiette per ascoltare tutte le informazioni durante la visita.

I biglietti variano dai 40€ ai 120€ per i tour completi. Se avete acquistato una card, come il Roma Pass, controllate cosa è incluso.

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Orari e come arrivare

Il Colosseo e l’area del Foro Romano sono aperti tutti i giorni della settimana: il Colosseo dalle 08:30, il Foro Romano dalle 09:00, entrambe le attrazioni fino alle 16:30, con ultima entrata alle ore 15:30. Ricordate che l’ingresso è gratuito la prima domenica del mese. Per maggiori informazioni e dettagli, potete consultare il sito ufficiale.

Per arrivare al Colosseo, vi consigliamo di utilizzare la metro B e scendere alla fermata “Colosseo”. In alternativa, potete arrivare dal centro di Roma. Ovunque voi siate, se avete voglia di camminare, potete anche arrivare a piedi da San Pietro. Con un buon paio di scarpe, il miglior modo per visitare Roma è proprio a piedi. Magari dopo aver visto la città svegliarsi dalla grande Cupola di San Pietro, scoprite qui come salire.

Speriamo che riusciate presto a visitare questa meraviglia del mondo moderno e a vivere le emozioni che solo la nostra Roma sa regalare.

Roma: alla scoperta del Rione Prati

Il Rione Prati a Roma è sicuramente uno dei nostri quartieri preferiti. La presenza di Castel Sant’Angelo e la vicinanza al Vaticano lo rendono un quartiere ideale per un soggiorno romano. È ricco di ristoranti, pub e locali dove trascorrere serate divertenti senza il caos del traffico romano, perché rimane una zona ancora piuttosto tranquilla.

Tra Via Ottaviano e Via Cola di Rienzo, potrete fare shopping nelle boutique delle migliori marche. E poi, in una delle piazze di questo rione, sono nata io! Più precisamente nella clinica Santa Famiglia, che affaccia su Piazza dei Quiriti. Fin dalla mia nascita, quindi, sono sempre stata legata alle vie di Rione Prati. Vista la vicinanza con la zona in cui vivo, è sempre stato, e lo è ancora, il quartiere dove preferisco passeggiare in compagnia di Nanà.

In questo articolo vi porterò a scoprire i miei negozi preferiti, i suoi pub storici e le curiosità che caratterizzano il Rione Prati di Roma.

il piccolo Duomo di Roma, Rione Prati

Dove si trova Rione Prati e la sua storia

Il Rione Prati, indicato con la dicitura R. XXII, fa parte del I Municipio ed è l’ultimo dei 22 rioni di Roma ad essere stato creato. Lo possiamo delimitare tra:

  • a nord, Viale delle Milizie,
  • a est, Lungotevere Michelangelo, Mellini e Prati,
  • a sud, Castel Sant’Angelo e Borgo Pio,
  • a ovest, Vaticano e Via Leone IV.

Il nome “Prati” deriva dai vasti “Prati di Castello”, dove, sin dai tempi dei romani, si coltivavano anche viti e dove i romani trascorrevano il loro tempo libero, facendo scampagnate e passeggiate. Solo dopo la proclamazione di Roma a Capitale, la zona iniziò un intenso sviluppo architettonico e urbanistico, che la trasformò nel quartiere in stile umbertino e liberty che conosciamo oggi.

Tra chiese e grandi piazze, il rione è animato dalle vie principali come Via Ottaviano e Via Cola di Rienzo, perfette per fare shopping. La sera, i numerosi locali e pub rendono questa zona ideale per una passeggiata rilassante o per fermarsi a bere un drink. Io direi quindi di iniziare proprio con l’elencarvi i miei luoghi preferiti. Partiamo dai luoghi di importanza storica e architettonica per poi fermarci a rilassarci nei suoi locali.

NB: Questo articolo verrà aggiornato ogni volta che avrò modo di scoprire e provare nuovi locali. Stay tuned!

 
Io e Nanà passeggiata a Roma

Le vie dello shopping: Via Ottaviano e Via Cola di Rienzo

Uno dei modi migliori per arrivare e scoprire il Rione Prati è sicuramente prendere la metro A e scendere alla fermata Ottaviano. Da qui vi troverete all’incrocio con Viale Giulio Cesare, che vi porta verso il Lungotevere, mentre Via Ottaviano è da sempre la via dello shopping. Lungo questa strada si alternano vecchie boutique e marchi più giovanili, come Bershka.

Ma a circa metà del viale, sulla vostra sinistra, dirigendovi verso Piazza del Risorgimento, vi aspetta un antico cavaliere…

Storia e Magia e Profondo Rosso Store

Una tappa imperdibile per i nerd appassionati di magia è Storia e Magia, un negozio specializzato in pezzi da collezione e gadget che spaziano da Harry Potter a Game of Thrones. Da sempre uno dei miei negozi preferiti. Se amate le chicche e siete alla ricerca di qualcosa di davvero unico, girate in Via dei Gracchi e al numero 260 vi ritroverete davanti a Profondo Rosso. Vi basterà sapere che questo storico store è opera di Dario Argento e Luigi Cozzi per iniziare a sentirvi un po’ di paura. A maggior ragione se, entrando, deciderete di visitare il Museo degli Orrori. Ma per non spaventarvi troppo, ora vi rimando all’articolo dedicato al Profondo Rosso Store.

Da qui, potete decidere di tornare indietro passando per Piazza del Risorgimento, oppure dirigervi verso Via Cola di Rienzo per proseguire con lo shopping. Ma prima, fermatevi a Piazza dei Quiriti per osservare la cupola stellata della Chiesa di San Gioacchino in Prati. Le sue stelle in cristallo creano una luce bellissima all’interno.

Tornati su Via Cola di Rienzo, potete fermarvi per un tiramisù da Pompi o per il prossimo libro da viaggio nella grande libreria Mondadori. Un souvenir perfetto? Un pacco di caffè da Castroni. Sono sicura che per molti romani il profumo della miscela Castroni appena macinata ricorderà i nonni. Trovate un’altra filiale anche in Via Ottaviano.

Piazza Cavour

Passando per Via Cicerone e continuando a esplorare il Rione Prati, arriviamo a Piazza Cavour. Questa piazza è famosa per essere la “piazza palmata” di Roma. Di fronte a voi si erge la grande Corte Suprema di Cassazione, meglio conosciuta tra noi romani come il Palazzaccio. Oltre a riposarvi su una delle panchine, potete decidere di vedere uno degli ultimi film al Teatro Adriano.

Il teatro nasce nel 1989 come teatro lirico, per poi essere trasformato in cinema nel secondo dopoguerra. Se siete appassionati di musica e, soprattutto, fan dei grandi Beatles, non potete mancare di entrare e fotografare la targa che commemora il loro concerto tenutosi proprio qui nel 1965.

Tempio Valdese

Usciti dal teatro, sulla sinistra noterete una chiesa molto particolare: si tratta del Tempio Valdese. Costruito tra il 1911 e il 1923, è un luogo di culto cristiano evangelico e sede della Facoltà Valdese di Teologia. Questo tempio ha un’architettura ispirata alle basiliche paleocristiane, con influenze liberty derivanti dal periodo in cui fu costruito.

Il suo interno è arricchito da bellissime vetrate e da un grande organo. Ho avuto la fortuna di assistere alle prove del gruppo musicale, che hanno reso ancora più suggestiva la visita.

Piccolo Duomo del Rione Prati

Tra le cose da menzionare nel quartiere Prati non può mancare il Piccolo Duomo. Sul Lungotevere Prati, poco distante dal Palazzaccio, la Chiesa del Sacro Cuore del Suffraggio spicca tra le facciate. In stile neogotico, ricorda perfettamente la sorella maggiore che si trova a Milano e che fu completata nel 1917.

Qui si trova anche il Museo delle Anime del Purgatorio, che raccoglie alcuni oggetti che sembrano, in un modo o nell’altro, ricondurre alle anime del purgatorio, che chiedevano preghiere di perdono. Tra questi cimeli, c’è anche il famoso volto che rimase impresso sulla parete a causa di un incendio. Sicuramente una delle cose da non perdere durante una passeggiata nel Rione Prati.

I nostri pub preferiti a Rione Prati

  • Saxophone Live Pub: Da sempre il nostro pub preferito per le serate in centro. Ottime birre estere alla spina, è il luogo perfetto per una cena tra amici. Passano sempre le partite e, in alcune sere, ci sono spettacoli live e eventi, come anteprime di libri. Si trova in Via Germanico 26.
  • Morrison’s: Pub in stile irlandese, perfetto per una fresca Guinness. Se capitate per una partita, vi conviene prenotare un tavolo, mentre è tranquillo durante gli altri giorni. Ha una nuova succursale in Piazza Risorgimento. Si trova in Via Ennio Quirino Visconti 88.
  • Gerbillo Furioso: Da sempre una tappa per gli amici nerd e gli amanti di Game of Thrones… capirete poi il perché! Si trova sotto il livello della strada, quindi arrivate in Via Germanico 103 e scendete giù.
  • Four Green Fields: Un altro pub irlandese tra i nostri preferiti. Anche qui è perfetto per vedere una partita o ascoltare un po’ di musica, sorseggiando una birra alla spina. Si trova in Via Silvio Pellico.
  • Il Piccolo Diavolo: Questo è il posto perfetto per un aperitivo dopo lo shopping o per passare il resto della serata. In estate è ideale perché ha anche posti all’aperto. Si trova in Piazza Cola di Rienzo 33/35.

Ora che avete l’itinerario completo di questa splendida zona di Roma, non vi resta che farci sapere cosa ne pensate e seguirci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure a Roma e in giro per il mondo.

5 luoghi misteriosi di Roma

L’autunno, per me, richiama sempre quel periodo dell’anno in cui vago per Roma alla ricerca di luoghi misteriosi da scoprire e in cui rifugiarmi. Il mese di ottobre lo associo inevitabilmente a una delle feste che più adoro: Halloween. Anche quest’anno, tra ragnatele e zucche intagliate, ho deciso di uscire alla scoperta di 5 luoghi misteriosi di Roma che probabilmente non conosci.

Tra porte inquietanti, quartieri esoterici e negozi terrificanti, esploreremo alcune particolarità di Roma che nascondono storie antiche e che, per molti, hanno segnato l’adolescenza. I fan di Dario Argento ne sanno qualcosa! Quindi, se non siete troppo paurosi, preparatevi a prendere appunti e a scoprire con me 5 luoghi misteriosi (e un po’ terrificanti) di Roma.

Porta di Palazzo Zuccari

Nascosta all’ombra di Piazza di Spagna, c’è una porta mostruosa, letteralmente. Un portale magico e misterioso che dà accesso a una delle biblioteche più belle di Roma: la Bibliotheca Hertziana. Palazzo Zuccari, fin dalla sua costruzione, ha visto passare e vivere qui molti nomi illustri dell’arte. Il creatore del grande portone d’entrata è Federico Zuccari, che costruì e abitò questo palazzo dalla fine del 1500. Voleva creare qualcosa che rispecchiasse la sua personalità, e così il grande portone e le finestre laterali che affacciano su Via Gregoriana 30 hanno fatto sì che l’appellativo di questo palazzo diventasse “casa dei mostri”.

Oggi, dopo vari cambiamenti architettonici tra la facciata esterna e quella interna del palazzo, possiamo ancora ammirare la mostruosa porta e varcarla solo nei giorni in cui si ha accesso alla biblioteca Hertziana. È consigliabile consultare orari e date sul sito ufficiale. Sicuramente è uno dei luoghi più paurosi e misteriosi dove fare lo scatto perfetto a Roma.

Cripta dei Frati Cappuccini

Sono stata qui per ben due volte e in entrambe le occasioni sono rimasta sconvolta, ma al tempo stesso ammirata da ciò che l’ingegno umano può creare. Il museo dei Frati Minori Cappuccini nasce per permettere a tutti di capire ed esplorare lo stile di vita di quest’ordine religioso. Nelle otto sale del museo farete un viaggio nella storia di coloro che hanno donato tutto per vivere una vita semplice e sobria, dedicandosi all’amore di Dio.

Tra opere di artisti del calibro di Caravaggio, scoprirete come si viveva all’interno del monastero, come si utilizzavano le erbe medicinali e come la vita religiosa sia cambiata in età moderna, insieme ai personaggi che l’hanno segnata. Alla fine del percorso vi aspetta la Cripta, dove, a partire dal 1631, furono trasportati i resti dei religiosi defunti nel convento di S. Bonaventura, vicino alla Fontana di Trevi. Il lavoro di ornamento della cripta iniziò nel 1732 e raccoglie i resti di circa 3700 defunti, ma l’artista che ideò quest’opera è ancora ignoto.

Per quanto possa sembrare macabro, e sicuramente lo è, l’intento di questa cripta è di donare vita eterna ai resti mortali dell’uomo. Attraversando questo corridoio costituito da sei cripte, si può intraprendere un cammino spirituale, riflettendo sulla precarietà della nostra vita e sull’eternità delle nostre ceneri. Non a caso, la frase “Quello che voi siete noi eravamo, quello che noi siamo voi sarete” risuona in questo luogo. È molto suggestivo e potrebbe non essere adatto a tutti; valutate bene se intraprendere questo percorso. È uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti di Roma, e mi ha riportato alla Cappella delle Ossa di Faro, di cui vi ho raccontato durante il nostro viaggio in Portogallo.

Non mancate di visitare anche la adiacente Chiesa. Biglietto d’entrata al museo: 10€. La metro più vicina è Barberini.

Cimitero Acattolico di Roma

Se mi seguite da un po’ e avete avuto modo di utilizzare alcuni dei miei itinerari di viaggio, avrete notato che quasi sempre c’è una passeggiata in un cimitero monumentale. Adoro la calma e la pace di questi luoghi, che non a caso sono di riposo. Sinceramente, a Roma non avevo mai avuto modo di scoprire questo luogo, che rimane un po’ nascosto dalla bellezza della Piramide Cestia. A Roma è forse meglio conosciuto come il cimitero degli inglesi, degli artisti e dei poeti, e a breve capirete il perché.

La storia di questo cimitero è abbastanza recente; siamo nel 1671 quando viene concessa l’autorizzazione a utilizzare questa parte dei “prati del popolo romano” per la sepoltura dei non credenti. Nei secoli passati, non era concessa la sepoltura nei cimiteri cattolici di atei, professanti di altre religioni e attori. Sì, gli attori non avevano, dopo la loro morte, alcun diritto di sepoltura, e molti furono sepolti fuori porta Pinciana. Si sentì la necessità di creare un luogo di riposo per chi, in vita, non aveva affidato la propria fede a Dio o a un culto diverso dal cristianesimo. E dato che la maggior parte dei primi a essere sepolti qui furono artisti e poeti inglesi, ecco spiegato il perché del suo primo nome. Ad oggi, è ufficialmente un cimitero acattolico.

Qui si trovano le lapidi di Percy Bysshe Shelley, John Keats e di personaggi di spicco più recenti come Antonio Gramsci, Giorgio Napolitano e Andrea Camilleri. Entrando dalla porta principale, recatevi verso il centro informazioni e varcate la porta che vi darà accesso alla parte più antica del cimitero. Un giardino che affaccia sulla Piramide Cestia vi regalerà una vista unica.

Camminando tra le lapidi, vi verranno incontro i tanti gatti che vivono qui e potrete osservare vere opere d’arte, come la famosa statua “L’Angelo del Dolore”, opera di William Wetmore Story, realizzata per la moglie. Malgrado abbia passato troppo poco tempo qui, è entrato a far parte dei miei luoghi preferiti di Roma. Vi consiglio vivamente di venire qui anche solo per sedervi su quella panchina davanti alla Piramide Cestia e prendervi un po’ di tempo per voi.

Entrata: offerta minima di 5€. Controllate gli orari aggiornati sul sito. La metro più vicina è Piramide.

Quartiere Coppedè

Uno dei luoghi più misteriosi ed esoterici di Roma, che non a caso ha fatto da sfondo ad alcune scene del film “Inferno” di Dario Argento, è un complesso di edifici in stile Liberty nel quartiere Trieste. Si tratta essenzialmente di un nucleo di palazzi che affacciano su Piazza Mincio. Io ricollego sempre la sua posizione a quella dello storico locale Piper, in via Tagliamento.

Proprio da qui potete accedere superando il grande arco (alzate la testa per osservare il grande lampadario) che dà accesso al complesso e che vi porterà dritto alla Fontana delle Rane. Questa fontana, costruita nel 1924, è famosa in zona per il bagno che vi si fecero i Beatles alla fine di un loro concerto al Piper nel 1965.

Subito vi colpirà la bellezza quasi magica del Villino delle Fate, proprio davanti a voi. Sulla destra, invece, riconoscerete grazie al grande ragno la Palazzina del Ragno. A sinistra si trova la bellissima scalinata che dà accesso al Palazzo degli Ambasciatori.

Gli amanti del genere horror riconosceranno tra queste strade le ambientazioni di film come “Inferno”, “L’uccello dalle piume di cristallo” di Dario Argento o “Il Presagio” di Richard Donner. È interessante partecipare a una delle visite guidate per scoprirne meglio ogni segreto e particolare architettonico di questo complesso, che comprende 26 palazzine e 17 villini, iniziati da Gino Coppedè e portati a termine da Paolo Emilio Andrè nel 1927. Divertitevi a scoprire i faccioni mostruosi che decorano il Palazzo del Ragno e gli edifici vicini.

Profondo Rosso Store

Avendo nominato Dario Argento, grande maestro del genere horror, non possiamo che fare una passeggiata nel quartiere Prati e andare a recuperare un film e una visita al Museo dell’Orrore. Questo luogo ha sempre fatto parte della mia infanzia e adolescenza, e infatti vi ho dedicato un intero articolo, grazie anche alla visita fatta di recente al loro museo sotterraneo. Da piccola mi divertivo a venire qui in cerca della maschera più paurosa da sfoggiare alla festa di Halloween. Oggi è il luogo dove inevitabilmente finisco quando sono in zona, per acquistare un libro o un vecchio film.

È da sempre un punto di incontro per gli appassionati del genere e, se siete fortunati, potrete riuscire a incontrare i due grandi maestri del cinema horror che hanno creato e gestiscono lo store: Dario Argento e Luigi Cozzi. Io, ancora, non ho avuto la fortuna di ottenere un loro autografo. Mi sono così rifugiata nei sotterranei del Museo dell’Orrore, dove non è detto che ne usciate vivi. La visita vi darà modo di rivivere alcuni momenti dei loro film più iconici e di caricarvi di adrenalina e terrore. Il biglietto di ingresso è di 5€. Controllate sempre gli orari di apertura aggiornati sul sito.

Bene, ora che sapete perfettamente dove e come passare Halloween tra i luoghi più misteriosi di Roma, sono curiosa di sapere se ne conoscete altri. E vi ricordo, come sempre, di seguirci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure!

San Severino Lucano: una passeggiata nel Bosco Magnano

Bosco Magnano e San Severino Lucano, due nomi e due luoghi che, prima della mia esperienza in questo fantastico Educational Tour, mi erano totalmente sconosciuti. Ma si sa, è proprio grazie ai viaggi che riusciamo ad arricchire la nostra mente e la nostra anima di nuovi saperi e ricordi. Ricordi fatti di sapori, di persone e di tramonti, cullati dalla giostra più lenta del mondo. L’Educational Tour Basilicata si presenta con l’obiettivo di far conoscere una Basilicata più autentica, fatta di tradizioni e antichi mestieri che ancora oggi vengono tramandati di generazione in generazione. È stato un viaggio nella natura, alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino, dove abbiamo ammirato paesaggi mozzafiato durante il trekking lungo la Serra di Crispo.

San Severino Lucano è stato il nostro punto di riferimento, il luogo da cui partire e a cui tornare. La nostra giornata è iniziata esplorando le bellezze naturali del Parco Nazionale del Pollino con una fantastica passeggiata nel Bosco di Magnano, per poi concludersi, dopo la visita a San Severino Lucano, con un tramonto spettacolare al belvedere Timpa della Guardia. Vi farò scoprire, tappa dopo tappa, le caratteristiche di questi luoghi.

Bosco Magnano

Non c’è modo migliore di iniziare la giornata se non con una bella passeggiata nella natura. Nel Bosco Magnano il telefono non prende, e questo è un bene, perché si riesce davvero a staccare dal resto del mondo. Ci si inoltra nel verde, si ascoltano i movimenti delle foglie di faggio e l’acqua che scorre nei torrenti Frido e Peschiera, che confluiscono poi nel Mar Ionio. Un sussurro soave che fa pensare a un mondo fatato. E chissà che qualche piccolo folletto non fosse davvero lì ad osservarci. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio la flora e la fauna di questo bosco grazie alla nostra guida, Leonardo, che si è preso cura di noi.

Abbiamo iniziato il percorso dal mulino, passando sotto antichi ponti in disuso e arrivando alle acque del fiume Peschiera, abitato da granchi e trote. Caratteristiche le formazioni delle marmitte fluviali, che rendono unico il letto del fiume. Tra un alternarsi di piccole e grandi cascate, abbiamo seguito il percorso che si snoda lungo le rive del torrente Peschiera.

Tra alberi di faggio, pioppi e ontani, ogni tanto spuntava qualche fungo. Ed è qui che bisogna fare molta attenzione: i funghi vanno raccolti solo se si ha una conoscenza accurata e si possiede un patentino. Ho potuto constatare con i miei occhi quanto due funghi, apparentemente simili, possano distinguersi per piccolissimi particolari, che possono indurre in errore e portare a consumare quello velenoso. Grazie a Leonardo, ora so che i funghi che presentano macchie sul cappello, o meglio pileo, sono velenosi. In ogni caso, mi limiterò sempre solo a osservarli e a mangiarli quando cucinati da mani esperte.

Addentrandoci nella fitta natura del Bosco di Magnano, abbiamo iniziato a incontrare alcuni dei suoi abitanti. Da piccoli a grandi insetti, fino ai serpenti come la natrice dal collare. Essendo rimasta un po’ indietro rispetto al gruppo, ho avuto modo di osservare questo serpente, totalmente innocuo, sbucare dal lato del sentiero. Mi ha lasciata ammirata per la sua eleganza e bellezza, che sono riuscita a condividere con il gruppo grazie alla rapidità della nostra guida, che è riuscita a fermarlo per farcelo ammirare. Ovviamente, evitate di prendere in mano serpenti o altri animali del bosco.

Dopo chilometri di passeggiata e relax nella natura, era giusto ricaricarci. E quale miglior modo se non con un pranzo ricco di prelibatezze locali da Rist’Oro Pollino? Piatti tradizionali e regionali come il peperone crusco, salumi e formaggi locali, e primi piatti che ci hanno dato fin troppe energie rispetto a quelle bruciate durante la camminata. Il tutto in un contesto che accoglie e coccola. Non oso immaginare come sia in inverno, con il camino acceso! Con il pancino pieno ci avviamo verso San Severino Lucano.

San Severino Lucano

Questo piccolo borgo in provincia di Potenza è avvolto dalla natura rigogliosa e incontaminata del Parco Nazionale del Pollino. San Severino Lucano ha una storia relativamente giovane, che si sviluppa in modo sostanziale a partire dal 1800. Tra briganti e apparizioni di santi, oggi il comune ospita circa 1.400 abitanti, e le sue strade sono animate da vivaci murales. Ad accoglierci sono state le ragazze della Pro Loco, che durante una passeggiata alla scoperta delle caratteristiche architettoniche del paese ci hanno raccontato ogni suo segreto.

Siamo partiti dalla Chiesa di San Vincenzo, dedicata al secondo patrono del paese. Questa chiesa viene utilizzata durante i periodi estivi, poiché la chiesa madre è quella di Maria Santissima degli Angeli, che risale al 1500 e che è stata ricostruita più volte, anche a causa di un terremoto che la portò a essere chiusa per ben 33 anni. Questa chiesa è dedicata alla Madonna degli Angeli, apparsa sul Monte Pollino a un contadino. Infatti, la Madonna, la prima domenica di giugno, viene accompagnata in processione e deposta nel santuario Maria Santissima del Pollino, di cui vi parlo nell’articolo dedicato a Serra di Crispo.

Il borgo è ricco di murales che raccontano la sua storia e le sue tradizioni. Con una passeggiata, potrete scoprirli e scattare qualche foto ricordo, approfittando magari di qualche souvenir culinario da riportare a casa.

Il tramonto a San Severino Lucano va vissuto dal Belvedere Timpa della Guardia. Per arrivare, avrete bisogno dell’auto. Una volta lì, vi attende l’opera di Carsten Höller: RB Ride. Questa grande giostra rotante, dietro il suo aspetto giocoso, nasconde un concetto molto più profondo. Abituati a vivere la giostra come un momento di euforia e adrenalina, ci ritroviamo invece a girare lentamente. A osservare in modo inusuale il paesaggio intorno a noi. A prenderci, con lentezza, quel momento di riflessione che spesso trascuriamo. Dodici navicelle colorate che volano lentamente a 10 metri di altezza su uno scenario che ci ricorda quanto sia importante il contatto con la natura.

Ci siamo ritrovati a correre, saltare, scattare foto e giocare con le luci di una giornata che ci salutava. Una giornata che ci ha riempito il cuore di colori, profumi, storie e che ha racchiuso in uno scatto la bellezza di questo momento. La Basilicata si è fatta conoscere aprendosi piano piano, così come i partecipanti a questo bellissimo Educational Tour.

Spero di avervi, anche questa volta, invogliato a partire alla scoperta di San Severino Lucano, del Parco Nazionale del Pollino e di questa regione che mi ha stupito come non mai. Vi invito, come sempre, a seguirci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.

Trekking Serra di Crispo: guida completa

Tra le esperienze più belle vissute in questi giorni in Basilicata, la più avventurosa ed emozionante è stata sicuramente il trekking sulla Serra di Crispo. Tra risate, scivolate, paesaggi spettacolari e brindisi in vetta, questo trekking ha segnato l’unione del gruppo con cui ho partecipato al Basilicata Slow Educational Tour, organizzato da Viaggi del Milione e Basilicata Turistica.

La Serra di Crispo, una delle vette più spettacolari del Parco Nazionale del Pollino, è una meta imperdibile per gli amanti del trekking. Situata tra Basilicata e Calabria, questa montagna offre panorami mozzafiato, una flora straordinaria e una delle formazioni naturali più suggestive: il Giardino degli Dei, dominato dalla presenza millenaria del Pino Loricato. In questa guida esploreremo dove si trova, come arrivare e cosa portare con sé per affrontare al meglio questa avventura.

Una cosa che non dovrà assolutamente mancare? Un gruppo di compagni fantastici, come quelli che mi hanno accompagnato in questa incredibile esperienza!

Dove si trova la Serra di Crispo

La Serra di Crispo si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, un’area protetta che copre circa 192.000 ettari tra le regioni di Basilicata e Calabria. Questa catena montuosa è famosa per la sua natura selvaggia e incontaminata, e per la presenza del Pino Loricato, simbolo del parco. Il pino loricato è noto per la sua straordinaria longevità, potendo vivere fino a 1.000 anni. Alcuni esemplari possono superare anche questo limite, diventando veri e propri monumenti naturali. La corteccia spessa e rugosa, con il suo aspetto distintivo, rende il pino loricato un elemento caratteristico del paesaggio del Pollino. Gli esemplari più antichi sono spesso avvolti in leggende e tradizioni locali. La Serra di Crispo è una delle vette più alte, raggiungendo i 2.053 metri di altitudine. La zona è rinomata per il suo incredibile Giardino degli Dei, un altopiano roccioso ornato da questi alberi secolari, che offre una vista unica sul mar Ionio e sul massiccio del Pollino.

Questo vero e proprio giardino è il luogo perfetto per riposarsi e ricaricarsi una volta arrivati in vetta. Vino e taralli lucani ci hanno ridato le forze per proseguire il percorso e tornare poi al Rifugio Pino Loricato.

Come arrivare e quando andare

Per raggiungere la Serra di Crispo, uno dei punti di partenza più popolari è il Rifugio Pino Loricato, da cui siamo partiti anche noi. Il Rifugio è situato a circa 1500 metri di altitudine. Da lì, seguendo le indicazioni, si può intraprendere il trekking che porta al Giardino degli Dei. Il percorso, di difficoltà media, dura circa 2-3 ore a seconda del ritmo, e offre paesaggi incantevoli tra boschi di faggi e ampi prati d’altura. Il periodo ideale per questo trekking va da maggio a settembre, quando le condizioni meteo sono favorevoli e il sentiero è ben praticabile. In estate, la zona si riempie di fiori di campo, rendendo il paesaggio ancora più spettacolare.

Noi abbiamo affrontato questo trekking accompagnati da due Guide Ambientali Escursionistiche, che ci hanno fatto scoprire le meraviglie del bosco e garantito tranquillità durante il percorso. Conoscono alla perfezione questo territorio e sapranno arricchire la vostra esperienza con informazioni sulla vegetazione, i funghi e gli animali che incontrerete lungo la strada. Se anche voi volete sentirvi sicuri e guidati in questa avventura, soprattutto se non siete esperti di trekking, vi consiglio di affidarvi a Leonardo. E non dimenticate di chiedergli una barzelletta durante le soste in vetta!

Cosa portare con sé

Il trekking sulla Serra di Crispo richiede una preparazione adeguata e l’equipaggiamento giusto. È fondamentale indossare scarpe da trekking resistenti, poiché il terreno è variegato e spesso roccioso. Portare dei bastoncini da trekking può facilitare la salita, soprattutto nei tratti più ripidi. Data l’assenza di fonti lungo il percorso, è essenziale avere con sé abbondante acqua e qualche spuntino energetico. Non dimenticate la crema solare e un cappello, poiché a queste altitudini il sole può essere molto forte, specialmente nelle ore centrali della giornata. Un leggero giacchetto a vento è utile per proteggersi dalle correnti fredde in vetta, anche durante i mesi più caldi. La prima parte del percorso, che attraversa il bosco, è molto ombreggiata, quindi una felpa può risultare utile. Infine, portate con voi una macchina fotografica o uno smartphone, perché i panorami sono indimenticabili e meritano di essere catturati!

Dove mangiare dopo il trekking a Serra di Crispo

Dopo la grande fatica, è stato bellissimo brindare al Rifugio Pino Loricato, che offre cibo locale ottimo. Per concludere la giornata in bellezza, dirigetevi verso il Santuario di Maria Santissima del Pollino. Si tratta di un luogo di pellegrinaggio, la cui origine risale al 1700, quando la Vergine apparve a un pastore proprio in questo preciso luogo. L’effige della Madonna del Pollino viene portata qui da San Severino nel periodo che va dalla prima settimana di luglio alla prima di settembre, quando il santuario si anima di pellegrini e feste.

Arrivati sotto la statua di bronzo, opera dell’artista Daphné Du Barry, sedetevi e ammirate il paesaggio, ringraziando questa terra per le emozioni che vi ha regalato.

Questa esperienza in Basilicata ha reso magica questa avventura in una regione che, purtroppo, conosco ancora molto poco. La nostra precedente avventura in questa terra è stata la visita a Matera la scorsa estate, città di cui vi abbiamo parlato qui.

Il mio viaggio in Basilicata è solo all’inizio. Vi consiglio, come sempre, di seguirci sui social per non perdere le prossime avventure!

Tharros: come visitare l’antica città del Sinis

Ci sono luoghi che rimangono impressi nella memoria e Tharros è sicuramente uno di questi. Da piccola ricordo le passeggiate qui tra quelle due colonne che incorniciano lo splendido panorama sul Golfo di Oristano. Sembrano quasi voler tuffarsi nel mare, a protezione di una città che un tempo fu fulcro di vita e commercio. Per me, da bambina, questo posto era la “città sommersa” e, in effetti, in parte lo è.

Salendo sulla torre spagnola di San Giovanni, si può comprendere quanto la posizione di Tharros fosse strategica e importante. La vista a 360 gradi sulla penisola del Sinis e sul Golfo di Oristano è mozzafiato; se guardate attentamente, sono sicura che vedrete qualche delfino salutarvi dalle acque cristalline.

Ma ora, scopriamo insieme la storia di Tharros e come visitare il suo sito archeologico.

Tharros: la sua storia

Tharros è una città con una storia affascinante e a tratti misteriosa. Fondata dai Fenici intorno all’VIII secolo a.C., Tharros divenne rapidamente un importante centro commerciale e culturale, grazie alla sua posizione strategica con il mare su entrambi i lati. Con il passare del tempo, la città passò sotto il controllo dei Cartaginesi e, successivamente, dei Romani, raggiungendo il suo apice durante l’epoca imperiale. Era famosa per le sue necropoli, i templi dedicati alle divinità e i centri termali, che ne testimoniavano la vitalità e il prestigio.

Tuttavia, con il declino dell’Impero Romano e l’arrivo dei popoli barbarici, Tharros subì un lento abbandono. Nel Medioevo, l’area subì una nuova trasformazione: durante il periodo aragonese e poi spagnolo, la penisola del Sinis e Tharros divennero strategicamente importanti, grazie alla loro posizione marittima. I conquistatori spagnoli eressero la torre di San Giovanni nel XVI secolo per difendere la costa dalle incursioni piratesche. Questo periodo segnò un nuovo capitolo nella storia di Tharros, ma la città rimase in gran parte disabitata e le sue antiche strutture iniziarono a deteriorarsi.

Tharros fu riscoperta nel XIX secolo, quando iniziarono gli scavi archeologici che portarono alla luce le sue straordinarie rovine. I lavori, condotti da archeologi italiani e stranieri, tra cui Gennaro Pesce, rivelarono una vasta area di strutture antiche.

Oggi, Tharros è un sito archeologico di grande rilevanza, visitato da turisti e studiosi provenienti da tutto il mondo. Il sito è ben conservato e offre un percorso di visita che consente di esplorare le diverse aree dell’antica città, con pannelli informativi che raccontano la sua storia. Le rovine, in parte sommerse, evocano un’atmosfera suggestiva, mentre il paesaggio circostante, con il mare cristallino e le spiagge, aggiunge ulteriore fascino al luogo. Le autorità locali si sono impegnate a preservare e valorizzare il sito, garantendo così che la storia di Tharros continui a essere raccontata e apprezzata dalle future generazioni.

Cosa vedere nell’area archeologica

L’area archeologica di Tharros offre una varietà di siti affascinanti da esplorare, ognuno dei quali racconta una parte della sua ricca storia. Tra le principali attrazioni ci sono le imponenti colonne dei templi, che svettano verso il cielo e offrono una vista spettacolare sul mare. Un piccolo spoiler: si tratta di una ricostruzione effettuata negli anni ’60 del secolo scorso, e ammetto che anche io sono rimasta un po’ delusa.

È caratteristico e di grande avanzamento ingegneristico per l’epoca la presenza di un impianto fognario coperto. Le necropoli testimoniano le pratiche funerarie degli antichi abitanti e i resti di abitazioni e edifici pubblici, come le terme romane, rivelano il livello di benessere della città. Ho scoperto una cosa a cui non avevo mai pensato: non essendo un luogo termale come, ad esempio, Roma, l’acqua delle terme era semplicemente scaldata all’interno di grandi fornaci. Ecco perché vi consiglio fortemente di effettuare il tour con una guida, per scoprire tante particolarità che da soli difficilmente potreste conoscere.

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Un altro luogo di grande interesse è il centro nuragico di Su Murru Mannu, situato nelle vicinanze. Questo complesso, risalente all’età del bronzo, offre un’opportunità unica per approfondire la storia della Sardegna prima della fondazione di Tharros. Qui potrete ammirare le tipiche torri nuragiche e i resti di antiche strutture che parlano di una civiltà sofisticata e ben organizzata. La visita a Su Murru Mannu arricchisce l’esperienza a Tharros, permettendo di comprendere meglio le diverse fasi storiche e culturali della regione.

Inoltre, seguendo i sentieri ben segnalati all’interno dell’area, avrete l’opportunità di immergervi nella bellezza naturale del paesaggio circostante, con panorami mozzafiato sul Golfo di Oristano e sul mare cristallino, soprattutto salendo sulla torre spagnola di San Giovanni. Ogni angolo di Tharros racconta una storia, rendendo la visita un’esperienza indimenticabile.

Sito archeologico di Tharros, Sardegna

Come visitarla e i biglietti

Come vi dicevo in precedenza, la visita guidata è la scelta migliore per scoprire appieno la storia di questo luogo e non solo. La nostra guida è riuscita a farci conoscere tanti aspetti riguardanti Tharros, ma soprattutto il periodo storico di riferimento, ricollegandoci a Roma e all’intero impero romano. Ci ha svelato particolari a cui da soli non avremmo fatto caso. Per esempio, osservando attentamente la grande strada principale, il Cardo Massimo, potrete ancora vedere i segni dei carri lasciati sulle grandi lastre di basalto. Dopo la visita guidata, potrete proseguire in autonomia per esplorare l’intero vasto sito archeologico, scoprendo la parte delle necropoli, la torre spagnola di San Giovanni e, se avete tempo, percorrere l’intera penisola fino a raggiungere il Faro di Capo San Marco.

Il sito è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 20:00 nel periodo estivo e dalle 09:00 alle 17:00 in quello invernale. Controllate gli orari sul sito ufficiale. Il biglietto d’ingresso al solo sito archeologico è di 9,00€, mentre l’ingresso al sito archeologico più la torre spagnola costa 11,00€. La visita guidata è gratuita e si svolge circa ogni ora, un ottimo motivo per non perderla. Se volete completare la vostra conoscenza della storia di questa città, vi consiglio di aggiungere una visita al Museo Civico Giovanni Marongiu a Cabras, che è molto vicino. Inoltre, non perdete l’occasione di visitare la Chiesa di San Giovanni di Sinis e il Villaggio di San Salvatore, dove troverete l’Ipogeo e la chiesa di San Salvatore. Se volete sapere di più anche sulle spiagge della zona potete leggere il nostro articolo sulle spiagge della provincia di Oristano.

Se invece desiderate vivere un’esperienza insolita, potete salire a bordo del Trenino di Tharros, partendo dalla Chiesa di San Giovanni di Sinis.

Dove si trova l’antica città di Tharros

Questa antica città è facilmente accessibile, sia in auto che con mezzi pubblici. Se viaggiate in auto, potete percorrere la SS131 da Cagliari in direzione di Oristano, seguendo poi le indicazioni per Cabras e proseguendo verso la penisola del Sinis. Da Oristano, la SS292 vi condurrà direttamente al sito archeologico. In alternativa, ci sono autobus che collegano Cagliari a Oristano, con un successivo servizio per Cabras. Per chi preferisce esplorare in bicicletta, la zona offre percorsi panoramici che permettono di godere della bellezza del paesaggio circostante. Una volta arrivati, troverete un centro visitatori dove potrete acquistare i biglietti per l’ingresso all’area archeologica e ricevere informazioni utili per la vostra visita. I parcheggi sono a pagamento e questo rappresenta un piccolo inconveniente, considerando i costi elevati, ma ne vale davvero la pena.

Inoltre, una volta qui, non perdete l’occasione di fare un tuffo nella bellissima spiaggia di San Giovanni di Sinis, che offre anche un’area dog beach, o nella spiaggia di Capo San Marco.

Visitare questo luogo mi rende sempre felice e mi riporta alla mia infanzia. Oggi, mi fa capire quanto la storia di alcuni luoghi sia destinata a vivere per sempre, nonostante alti e bassi. Se vi sembrerà che di questa antica città sia rimasto poco, in realtà c’è davvero tanto da scoprire e imparare. E se vi siederete accanto alla torre spagnola, magari durante il tramonto, con i capelli mossi dal vento e la brezza del mare, avrete la possibilità di vedere i delfini saltare tra le onde, festeggiando ancora le antiche glorie di Tharros. Sì, lo so, sono una romanticona, ma fidatevi, mi darete ragione quando anche voi vi troverete di fronte a questa meraviglia. E voglio sapere quanti delfini siete riusciti a contare!

Vi aspettiamo come sempre sui nostri social per non perdervi le prossime avventure.

Isola di Mal di Ventre: come organizzare la tua escursione

Per anni ho osservato l’isola di Mal di Ventre dalle varie spiagge del Campidano di Oristano, chiedendomi come poterci arrivare. Da bambina, mi sembrava quasi l’isola che non c’è. A volte, a causa della foschia, spariva per poi riapparire quando il cielo limpido la mostrava in lontananza. Ci sono voluti ben 30 anni per scoprire finalmente come raggiungerla e cosa vedere su questa piccola isola della penisola del Sinis.

la mia isola meravigliosa, Sardegna

Tuffandomi nelle sue acque, ho scoperto un tesoro fatto di specie marine protette, che qui possono nuotare libere grazie alla speciale tutela che mantiene intatto questo paradiso. È un luogo che, nel corso della storia, ha visto insediamenti nuragici, romani e persino incursioni di pirati. Oggi è un’oasi di pace disabitata, dove è possibile entrare in contatto con la natura e il mare. Tra i suoi pochi abitanti ci sono i simpatici coniglietti portati qui il secolo scorso dai pastori. Se vi muovete nell’entroterra in silenzio non sarà difficile vederli correre felici sull’isola. Insomma un luogo dove, per qualche ora, potrete davvero sentirvi su un’isola deserta. Scopriamo insieme come arrivare e come organizzare la vostra escursione sull’isola di Mal di Ventre.

Se ancora non ci segui sui nostri social allora recupera per non perderti tutte le prossime avventure.

Dove si trova

L’isola di Mal di Ventre si trova sulla costa centro-occidentale della Sardegna, di fronte alla Penisola del Sinis. Il punto più vicino alla terraferma è Capo Mannu, situato a circa 8 km (4,5 miglia marine). L’isola è inclusa nell’area marina protetta della Penisola del Sinis. Si estende per circa 85 ettari, ha un perimetro totale di 6 km, è lunga 2,5 chilometri e larga un chilometro. Nel suo punto più alto, non supera i 20 metri di altitudine. È quindi possibile visitarla interamente in meno di una giornata.

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Tuttavia, scoprirete che tra tuffi, snorkeling nelle sue acque cristalline e passeggiate tra i resti di nuraghi, il tempo dell’escursione potrebbe non essere sufficiente per apprezzare appieno tutto ciò che l’isola ha da offrire. L’isola può essere suddivisa in due versanti: quello orientale e quello occidentale. Sul lato orientale, che affaccia sulla costa della Sardegna, si trovano alcune calette, come Cala Salina e Cala Nuraghe, che offrono un tranquillo approdo e un ambiente riparato dal vento.

Nel versante occidentale, il paesaggio cambia notevolmente: il mare si scaglia violentemente contro la costa rocciosa, rendendo impossibile avvicinarsi all’acqua. Inoltre, in quest’area si trovano alcune delle zone totalmente protette, inaccessibili ai visitatori. Quest’intera area fa parte della zona A, con divieto assoluto di balneazione. Sovrastando il tutto, un faro domina l’isola, eretto sulla sua altura.

La sua storie e il suo nome: Malu Entu

Il nome “Isola di Mal di Ventre” evoca immediatamente l’idea di un gran mal di pancia. In realtà, nulla di tutto ciò si nasconde dietro il suo nome originale: Malu Entu, che significa “isola del vento cattivo”. Sembra quindi che il nome “Mal di Ventre” sia nato da un errore di traduzione.

Tuttavia, le teorie e le leggende su questo nome sono diverse. Una delle meno accreditate suggerisce addirittura che l’isola prenda il nome da un malessere che colpì una principessa in visita nel 1200. Altre teorie fanno riferimento al ventre delle navi, spesso colpito dai bassifondi marini, causando danni così gravi che intorno all’isola si trovano ben tre relitti. Uno di questi è una nave spagnola che trasportava lingotti di piombo e che si arenò tra il 90 e l’89 a.C. C’è anche il relitto della Joyce, affondata nel 1973 con il suo carico di sanitari. Insomma, da queste vicende possiamo capire perché il nome di quest’isola sia legato a qualcosa di negativo, sia esso il vento cattivo o i pericolosi fondali che colpivano il ventre delle navi.

L’isola, insieme al vicino scoglio Catalano, fa parte di un complesso granitico, e lo si capisce subito osservando la sabbia delle sue spiagge a ovest, composta da piccoli frammenti di granito provenienti dalle grandi lastre che circondano l’isola. Non a caso, le spiagge lungo la terraferma, come Mari Ermi e Is Arutas, sono caratterizzate da una sabbia formata da piccoli chicchi di quarzo. I frammenti di granito, trasportati dal mare e corrosi, sono giunti su queste coste, arricchendo queste spiagge uniche.

Le spiagge dell’isola di Mal di Ventre

Come citato precedentemente, le spiagge dove è possibile approdare, rilassarsi facendo snorkeling o leggendo un libro, si trovano lungo il versante orientale dell’isola. Arrivando in gommone, le vedrete comparire una dopo l’altra. Il vostro capitano ve le mostrerà una per una, raccontandovi la loro storia, ma se volete arrivare preparati, leggete qui.

Dritto davanti a voi, dove vi immergerete appena scesi dal gommone, si trova Cala Salina. Questa caletta è perfetta per ammirare subito la bellezza di queste acque.

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Se però volete scoprire anche la storia dell’isola, dirigetevi verso ovest fino a Cala Pastori, chiamata così per i resti delle case dei pastori che fino agli anni ’60 hanno abitato questa terra. Durante i periodi invernali, qui veniva portato il bestiame a pascolare, controllato da circa due uomini che vivevano sull’isola e gestivano il gregge. Non si tratta dell’unico insediamento umano che troverete: poco più avanti, infatti, vi aspetta Cala Nuraghe, chiamata così per i resti del nuraghe che vi si trovano. Questi resti testimoniano l’importanza storica di quest’isola.

Proseguendo, incontrerete Cala Scirocco e Cala Valdaru. Questa zona è interamente classificata come zona C, quindi potete tranquillamente praticare snorkeling, ricordandovi sempre di rispettare la natura e le specie che la abitano. I fondali qui sono ricchi e colorati. Il divieto di pesca e la protezione dell’area preservano le molte specie di pesci che dovrebbero vivere in queste acque. Ho avuto la fortuna di incontrare un polpo e di vedere molte stelle marine rosse. C’è chi dice che, in giornate particolari, si possano avvistare anche i delfini.

Come raggiungere l’isola di Mal di Ventre

L’unico modo per raggiungere l’isola di Mal di Ventre è via mare, utilizzando un’imbarcazione. Potete noleggiare un gommone, se siete pratici, presso la spiaggia di Putzu Idu, oppure affidarvi, come abbiamo fatto noi, a un ente preparato e autorizzato al trasporto sull’isola. Noi ci siamo affidati a Sea Next, che parte direttamente dalla spiaggia di Mare Ermi.

Gli orari e i giorni delle escursioni variano in base alle condizioni climatiche, e riceverete sempre conferma la mattina presto. I gommoni trasportano circa 12-15 persone, e il tempo di viaggio dalla costa all’isola è di circa 15 minuti, più una sosta durante la quale il vostro skipper vi mostrerà le spiagge accessibili e vi racconterà un po’ di storia e regole del luogo. Il costo dell’escursione è di 25€ adulti, 15€ fino agli 8 anni e gratuito per i bambini fino ai 2 anni. Potete prenotare in loco se siete in zona o chiamare e prenotare, se riuscite, giorni prima.

Portate con voi tutto l’occorrente per trascorrere la giornata: crema solare, ombrellone, tanta acqua e cibo. Le spiagge sono completamente selvagge, quindi ricordate di portare anche una bustina per raccogliere tutti i vostri rifiuti. Ci tengo a informarvi che su tutta l’isola vige il divieto di fumare. Tuttavia, ho raccolto una busta di spazzatura, tra cui molte cicche di sigarette, che ho riportato a riva.

tramonto in gommone in Sardegna

Noi abbiamo scelto di visitare l’isola di Mal di Ventre partendo alle 14:30 e rientrando alle 19:30. Posso dirvi che non avremmo potuto fare scelta migliore: ci siamo goduti un fantastico pomeriggio e uno spettacolare tramonto durante il rientro. Il modo perfetto per salutare questa piccola isola incantata.

Vi aspettiamo sui nostri social per raccontarvi questa esperienza con video e foto, e vi invitiamo a seguirci per non perdervi le prossime avventure. Speriamo di ricevere presto il vostro feedback su questa meravigliosa avventura in terra sarda.

L’estate romana: dove assaggiare la grattachecca a Roma

L’estate a Roma significa una sola cosa: grattachecca. Fresca, dolce e guarnita con frutta fresca, la grattachecca a Roma è una di quelle tradizioni estive che noi romani portiamo avanti sin da piccolini. Le passeggiate in centro e la lunga fila alla Sora Maria sono sicuramente tra i ricordi più vividi della mia infanzia, così come le serate trasteverine passate sul lungo Tevere, tra chiacchiere e una lemoncocco di Alla Fonte d’Oro. Lo scricchiolio del ghiaccio sotto i denti e il dolce gusto degli sciroppi fruttati vi daranno una bella botta di freschezza. Passeggiando per le assolate strade della capitale, ringrazierete di esservi fermati per un bicchiere di grattachecca salva-vita.

Ma prima di scoprire dove assaggiare la vera grattachecca a Roma, scopriamo l’origine del suo nome così insolito.

L’origine della grattachecca

Sembrerebbe che già ai tempi dei romani fosse comune grattare il ghiaccio, o meglio, la “checca”. Questa grande lastra di ghiaccio veniva conservata sotto terra quando ancora non c’erano i frigoriferi. Il nome grattachecca, infatti, deriva dall’unione del verbo “grattare” e di “checca”, il blocco di ghiaccio che ancora oggi potete vedere nei chioschi dove viene servita la vera grattachecca. Gli antichi romani usavano la neve per creare una bevanda rinfrescante con miele e frutta, che poi si è evoluta nel corso dei secoli fino a diventare quella che conosciamo oggi, verso l’inizio del 1900, diventando poi popolare tra gli anni ’50 e ’60.

In tutta Italia esistono diverse versioni di questo tipo di bevanda; la più famosa è sicuramente la granita, che però viene prodotta da un composto di sciroppi e aromi, gelati e mescolati di tanto in tanto. Ci sono molte altre varianti lungo lo stivale e siamo curiosi di conoscere il nome nella vostra regione.

La grattachecca romana è composta da ghiaccio grattato con l’aggiunta di sciroppi e quando richiesta, frutta fresca. Seppur semplice, possiamo assicurarvi che si tratta di uno dei “street food” romani che vi può salvare la vita durante le calde giornate estive.

Dove mangiare la vera grattachecca a Roma

Nella capitale, i chioschi rimasti a servirla sono pochi ma tutti continuano a portare avanti la tradizione con orgoglio. Vi indichiamo qui di seguito i 5 chioschi che sono ancora attivi e dove spesso ci trovate per sopravvivere all’afa romana.

  • La Sora Maria: ancora oggi colleziona una lunga fila di romani e non in attesa di refrigerio. Si trova in Via Trionfale 37, zona Prati. Aperto dal lunedì al sabato: 16:00 – 00:00, e domenica: 18:00 – 00:00.
  • Sora Mirella: da qui potete ammirare l’Isola Tiberina e passeggiare lungo Ponte Cestio con una bella grattachecca al tamarindo e amarena (presa questa mattina!). Si trova in Lungotevere degli Anguillara, altezza Isola Tiberina, Trastevere. Aperto dalle 08:00 alle 02:00 tutti i giorni.
  • Alla Fonte D’Oro: qui troverete l’unica e inconfondibile lemoncocco! Si trova in Lungotevere Raffaello Sanzio, altezza Ponte Garibaldi, Trastevere. Aperto dalle 11:00 alle 02:00.
  • Er Chioschetto: altra istituzione capitolina che molto onestamente si definisce “la mejo grattachecca de Roma”. Si trova in Via Magnagrecia 49, zona San Giovanni. Aperto dalle 14:30 alle 00:30.
  • Chiosco Testaccio: possiamo terminare qui la nostra passeggiata con una bella grattachecca e frutta fresca nel cuore di Testaccio. Si trova in Via Giovanni Branca 122, Testaccio. Aperto dalle 16:00 alle 01:00.
Grattachecca Alla Fonte D'Oro, Roma

Se, dopo aver passeggiato per le strade di Trastevere, volete sapere cos’altro fare in questo Rione, potete leggere il nostro articolo con itinerario su Trastevere qui.

Ora che sapete come affrontare l’afa romana con una rinfrescante grattachecca, non vi resta che farci sapere quale è il vostro gusto preferito! Condividete le vostre esperienze e impressioni sui nostri social e restate aggiornati per non perdere le nostre prossime avventure culinarie e alla scoperta delle migliori tradizioni romane. Siamo curiosi di conoscere le vostre preferenze e vi invitiamo a seguirci per continuare insieme questo delizioso viaggio nella capitale!

Le spiagge più belle in provincia di Oristano

Ok, lo ammetto subito: sono molto di parte quando si parla della Sardegna e delle bellissime spiagge che bagnano le coste della provincia di Oristano. È proprio in queste acque che da piccolissima ho imparato a nuotare. Su queste spiagge ho trascorso le mie estati fino ai 20 anni, quando poi il mondo mi ha chiamata a sé e per un po’ mi sono allontanata dalla mia Sardegna. Ma l’importante è tornare. E ogni volta che mi tuffo in questo mare il mio cuore si riempie di gioia e fantastici ricordi.

Così, perché non portarvi con me a nuotare nelle cristalline spiagge di Oristano?

Ho scelto di raccontarvi delle mie 5 spiagge preferite lungo la costa della provincia di Oristano. Trovate anche un articolo dedicato all’intero territorio del Campidano di Oristano. E se fate i bravi e completate la lettura, troverete 3 dei miei posti consigliati per iniziare o terminare la giornata assaggiando un po’ di Sardegna. Pronti a tuffarvi?

S’Archittu

Questa piccola spiaggia è famosa per il suo arco, dal quale, da piccoli, ci tuffavamo senza esitazione; ora, però, non avrei più il coraggio di farlo. L’arco, alto circa 15 metri, è il risultato di millenni di erosione da parte del mare e del vento sulle rocce calcaree. La piccola spiaggia, nascosta in un’insenatura, è raggiungibile percorrendo un sentiero che costeggia la scogliera. La sua sabbia fine e il fondale sabbioso la rendono perfetta per qualche tuffo e un po’ di relax lontano da tutti.

La sera, l’arco viene illuminato, rendendo questo luogo magico e molto suggestivo. Vi consiglio di essere qui prima del tramonto per riuscire a vedere il sole passare attraverso l’arco, un’esperienza davvero unica. Nei pressi della spiaggia, trovate un ampio parcheggio e alcuni servizi di ristoro, tra cui il famoso Food Truck 292 S’Archittu, di cui vi parliamo a fine articolo. Qui ci troviamo appena fuori dal Campidano di Oristano, precisamente nella regione del Montiferru, rimaniamo quindi sempre nella provincia di Oristano.

Mare Ermi

Stiamo per parlare della spiaggia preferita da Riccardo. La sua sabbia è una delle caratteristiche per cui vale la pena arrivare qui. Da piccole, con le mie sorelle, ci divertivamo a chiamarla “la spiaggia dei chicchi di riso”. Guardandola, capirete il perché. Si tratta di piccoli granelli di quarzo levigati che scintillano sotto la luce del sole e rendono il fondale di un azzurro che vi lascerà senza fiato. Il paesaggio qui è molto selvaggio, tanto che per arrivarci dovrete percorrere un bel tratto di strada sterrata.

Is Arutas, nel Campidano di Oristano

Non ci sono servizi di alcun tipo, un po’ come capita nella maggior parte delle spiagge lungo la costa di Oristano. Vi consigliamo di portare con voi tutto l’occorrente se intendete passare qui l’intera giornata. Il parcheggio è a pagamento: 8€ per il giornaliero e 5€ per la mezza giornata. Nel vicino stagno di Mare Ermi, spesso potete vedere i fenicotteri. Mare Ermi fa parte dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, che cerca di preservare la sua flora e fauna.

Per arrivare qui, impostate il navigatore su “Spiaggia Mare Ermi”. Arrivando dalla SP7, troverete un chiosco con bar e noleggio kite e surf. Proseguendo lungo la strada bianca, potrete arrivare alla spiaggia successiva, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.

Is Arutas

Ed eccoci qui, arrivati dopo un tuffo a Mare Ermi. Anche qui ritroviamo i piccoli granelli di quarzo che variano dal bianco al rosa e al verde. Il paesaggio è un po’ più scoglioso e il fondale è ideale per chi vuole divertirsi a fare snorkeling. Anni fa, qui ho avuto modo di vedere anche una murena. L’unica attenzione che dovete avere è quella di non allontanarvi troppo dalla riva. L’acqua, infatti, diventa subito profonda e le correnti, soprattutto quando soffia il maestrale, sono molto forti.

In questa spiaggia, così come a Mare Ermi, purtroppo non è raro trovare piccole montagne di posidonia portata dal mare. In entrambe le spiagge, vi ricordiamo di ripulirvi attentamente da ogni singolo granello di quarzo. Queste spiagge sono così preziose e uniche che dobbiamo fare del nostro meglio per preservarle. Da qui, guardando verso l’orizzonte, potrete scorgere l’isola di Mal di Ventre. Potete organizzare un’escursione giornaliera con alcune delle compagnie che trovate nei chioschi nel parcheggio.

Anche qui, a parte rari chioschi, non ci sono servizi. Il parcheggio è sempre a pagamento con le stesse condizioni citate per Mare Ermi.

S'archittu, Sardegna nel Campidano di Oristano
 

Putzu Idu

Non c’è luogo della mia infanzia che ricordi meglio di questo piccolo paese affacciato sulle cristalline acque della spiaggia di Putzu Idu, che estendendosi verso nord diventa la spiaggia di Mandriola. E proprio Mandriola è il nome del piccolo paesino che anima questa località. La sua sabbia fine e il fondale bassissimo la rendono perfetta per le famiglie. Questo, però, significa che soprattutto nei weekend può risultare un po’ affollata. Quindi, se come me non avete problemi con gli scogli, vi consiglio di camminare lungo la costa e trovare qualche piccola insenatura più a nord.

Vi suggerisco di fare una passeggiata al mattino molto presto. Non è difficile riuscire a scorgere qualche delfino che capita qui. In ogni caso, adoro osservare il mare e rilassarmi nella parte più estrema di Mandriola, verso il punto indicato come Surf Point, dove un piccolo molo vi permetterà di osservare l’alba o, meglio ancora, il tramonto in solitaria.

Negli ultimi anni, il lungomare si è animato molto. Durante l’estate, trovate vari chioschi che organizzano aperitivi con musica e altri dove poter noleggiare tavole da surf o SUP.

Alle spalle di Mandriola si trova lo stagno Sa Salina Manna, dove spesso potrete avvistare fenicotteri e altri uccelli nel periodo primaverile ed estivo. Durante l’alta stagione, fate attenzione agli orari di apertura e chiusura della strada sul lungomare.

Sa Mesa Longa

Ho lasciato per ultima una delle mie spiagge preferite in assoluto al mondo, oltre che della provincia di Oristano. Questa spiaggia del Campidano di Oristano è nascosta tra le falesie di Capo Mannu. A rendere unico questo luogo è la barriera di arenaria che, collegata a un isolotto, crea una vera e propria piscina naturale in cui si è sempre riparati dal maestrale. Di conseguenza, la bellezza di questo luogo è il mare sempre calmo, che molte volte fa un grande contrasto con le grandi onde della spiaggia accanto, battuta dalla forza del vento. La sua sabbia dorata, se guardata con attenzione, rivela piccoli residui di corallo e minuscole conchiglie. È il luogo perfetto per nuotare in tranquillità e fare snorkeling grazie al fondale che diventa roccioso in profondità.

Una volta arrivati al grande muro di arenaria, avrete la spiaggia alle vostre spalle e il mare aperto e scontroso dall’altra. Vi consiglio, se avete intenzione di nuotare fino alla barriera, di indossare delle scarpette da scoglio e fare attenzione ai ricci. Mentre, se intendete nuotare e raggiungere la spiaggia aperta passando per la fessura tra l’isolotto e il bagnasciuga, circa una decina di metri, fate molta attenzione alla forte corrente che si crea in quel punto. Ricordo ancora quando mio papà mi rimproverava di non andare lì. Ho capito anni fa la forza della corrente in quel punto trovandomi in difficoltà. Ricordiamoci che il mare, per quanto meraviglioso, nasconde le sue insidie. Inoltre, in quel tratto di spiaggia non è quasi mai presente il bagnino.

Anche qui, il grande parcheggio a pagamento offre le solite tariffe giornaliere a 8€. All’entrata delle dune, poco prima della passerella che vi guiderà in spiaggia, c’è un chiosco.

Sa Mesa Longa è facilmente raggiungibile anche in bici da Putzu Idu, mentre chi volesse fare un po’ di attività fisica può valutare di fare uno dei trekking che partono da Putzu Idu e arrivano qui. E magari, nel tornare indietro, fermatevi ad ammirare il panorama da Turr’e Sa Mora. Non c’è tramonto più bello di quello che regala questo luogo.

Dove mangiare

Pasticceria Dolce & Salato

Ricordo questa piccola pasticceria di paese da sempre. Le torte dei compleanni e la tappa fissa per le pardulas appena sfornate. Con grande sorpresa, durante la mia penultima visita in Sardegna, ho trovato il locale ristrutturato e ampliato con una scelta che spazia dalla pasticceria e quindi dalla colazione a opzioni per pranzo e aperitivi. Il locale offre un piccolo angolo di pace nel giardino interno profumato da limoni. E malgrado il cambiamento di look, tutto ancora ha il gusto di una volta. Controllate i suoi orari sulla pagina ufficiale.

Dove si trova: Via De Cristoforis, 10, 09070 Riola Sardo, Oristano.

Ittiturismo Sa Pischera ‘e Mar ‘e Pontis

Siamo arrivati in questo luogo grazie a mio papà, che lo frequenta da anni. Il ristorante si trova lungo le sponde del canale Bau Manna e, soprattutto al tramonto, offre un’atmosfera magica. Il posto è molto semplice e accogliente e i piatti, tutti a base di pesce, hanno deliziato il nostro palato. Troverete due tipologie di menù: uno da 35€ e uno da 40€. I menù cambiano di giorno in giorno, difficilmente troverete le stesse proposte, ma anche questo è il bello. Insieme al fatto che il personale è sempre fantastico, disponibile e sempre con un gran sorriso. Che fa sempre piacere. Vi consigliamo di prenotare.

Dove si trova: Provinciale 6, km 1,200, 09072 Càbras, Oristano.

Food Truck 292 S’Archittu

Questo food truck è la soluzione perfetta dopo una rilassante giornata di mare in una delle fantastiche spiagge di Oristano. Perfetto per un apericena al tramonto, propone piatti semplici di pesce e carne. Dalla frittura di calamari al panino con capocollo, fino al polpo con patate che ancora sogno la notte. Poi, tutte le lucine che illuminano il piazzale una volta sceso il sole rendono unico questo angolino che affaccia sulla spiaggia di S’Archittu. È davvero piacevole sorseggiare il loro cocktail speciale qui.

Dove si trova: Lungomare/S’Istella, 09073 Cuglieri, Oristano.

Ora che vi ho portato a fare un tuffo nella mia infanzia e adolescenza, condividendo con voi le mie 5 spiagge preferite della provincia di Oristano, non vi resta che farmi sapere quale di queste avete preferito. Nei prossimi mesi avrò modo di tornare qui e raccontarvi di più, soprattutto dell’entroterra. Vi ricordo quindi di restare aggiornati sui nostri social per non perdervi le prossime avventure!