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  >  Singapore   >  Due giorni a Singapore: cosa vedere nella città del leone.
Singapore by night, vista dalla Bay, Singapore

Situata all’estremità meridionale della penisola malese, la città-Stato insulare di Singapore è una delle gemme del sud-est asiatico, rinomata sia dal punto di vista economico che architettonico.

Conosciuta come la “Città del Leone”, in realtà qui i leoni non hanno mai vissuto. È probabile che la leggendaria creatura menzionata fosse in realtà una tigre, ma ci piace comunque immaginarla come la città del Merlion.

Siamo arrivati a Singapore via terra dalla Malesia, il che purtroppo significa che non abbiamo avuto l’opportunità di visitare uno degli aeroporti più belli al mondo: Singapore Changi. In compenso, abbiamo sperimentato l’emozione di perdere il bagaglio alla dogana con la Malesia! Ma sorvoliamo su questo, che è meglio!

Non appena arrivati a Singapore, ciò che vi colpirà – oltre al caldo – è l’ordine e l’organizzazione di questa futuristica città-Stato. Siamo partiti con grandi aspettative, tutte ampiamente superate. Dallo skyline alla street art, dal cibo indiano al famoso Singapore Sling, nulla in questa città ha deluso le nostre aspettative.

statua di Merlion, Singapore
Merlion con vista su tutta la Marina Bay.

Il nostro primo giorno a Singapore

Seguiamo passo passo il nostro itinerario, partendo dalle zone circostanti il nostro hotel. Ci troviamo tra Little India e Kampong Glam, a nord di Singapore. Arrivati in tarda serata, abbiamo avuto giusto il tempo di acquistare una SIM locale e gustare un bel ramen prima di andare direttamente a nanna. Svegliati carichi dal canto proveniente dalla vicina Sultan Mosque, ci incamminiamo verso il coloratissimo quartiere arabo di Kampong Glam. Qui, ad ogni angolo, scoprirete opere di street art perfette per essere immortalate con la fotocamera.

La visita alla Sultan Mosque, la moschea più grande di Singapore, per noi rappresenta il ricordo della nostra prima esperienza a contatto con l’Islam. L’ingresso è gratuito, ma bisogna avere spalle e gambe coperte; in alternativa, è possibile indossare una delle tuniche fornite all’ingresso. Delle informative raccontano non solo la storia di questa moschea, ma anche le origini dell’Islam.

Dopo essere passati per Arab Street, ci siamo persi tra Haji Lane e Bali Lane, tra murales, boutique e caffè che meritano una visita non solo di giorno, per apprezzare al meglio i loro colori, ma anche di sera, per un aperitivo in questo quartiere che unisce storia, religione e innovazione culturale.

Murales nel quartiere arabo di Singapore
I murale del quartiere arabo: Kampong Glam.

Proseguendo per Beach Road, dove si comincia a scoprire il lato più commerciale di Singapore, ci siamo fermati davanti alla Fountain of Wealth. Questa piazza è dominata da un’enorme fontana che, nel 1998, ha ottenuto il Guinness dei Primati come la fontana più grande del mondo. Tutto intorno ci sono centri commerciali, ed era inevitabile non fare una capatina!

Abbiamo attraversato a piedi il Benjamin Sheares Bridge, da cui si può ammirare l’intera Marina Bay, il Singapore Flyer, l’Art Science Museum e il famosissimo Marina Bay Sands. È evidente che questa città ha investito moltissimo in un’architettura moderna di grande impatto visivo, che si apprezza soprattutto di sera, quando il tutto viene amplificato da giochi di luci e acqua. Uno skyline che vi rimarrà impresso nella memoria.

Finalmente, dopo circa 7 km, arriviamo alla meta finale: i Gardens by the Bay. Questo giardino di 101 ettari vi farà comprendere come Singapore sia una città proiettata verso un futuro sostenibile, capace di dare importanza agli spazi verdi in modo innovativo.

Abbiamo iniziato dall‘OCBC Skyway, un ponte sospeso a 22 metri che collega alcuni dei 18 Super Trees di questo giardino. La vista è vertiginosa, soprattutto quando, camminando, sentirete il ponte oscillare leggermente. Ci siamo poi rinfrescati all’interno della Cloud Forest, dove una cascata di 35 metri vi accoglie insieme alla riproduzione di numerosi ecosistemi, tra cui la foresta pluviale. Il biglietto cumulativo comprende anche l’ingresso alla Flower Dome, la più grande serra di fiori del mondo. Il giardino offre molte altre attrazioni, alcune gratuite, e alcune pensate soprattutto per i più piccoli, come il parco acquatico. Un po’ caro forse, se si desidera visitare tutto; per darvi un’idea, il biglietto cumulativo per Cloud Forest e Flower Dome costa 28$.

vista dei Gardens by the Bay
Gardens by the Bay.

È comunque un posto perfetto dove trascorrere la giornata con tutta la famiglia, spendendo o meno soldi. Ovviamente, è da ammirare anche di sera, quando tutto si illumina, e lo spettacolo di luci vi darà ancor più la sensazione di essere proiettati nel futuro. Camminando lungo la passerella che costeggia la baia, godrete di una vista meravigliosa che, da sola, vale la visita a questo parco.

Siamo poi tornati in hotel prendendo un Grab, per rilassarci un po’ in piscina prima di ripartire alla scoperta di uno dei quartieri della nightlife: Clarke Quay. Questo quartiere, tra i più gettonati per mangiare e bere un drink, si sviluppa lungo il fiume Singapore. Qui è stato fatto un grande lavoro di recupero a partire dai primi del Novecento. Tra luci colorate e musica dal vivo ad alto volume, avrete davvero l’imbarazzo della scelta. Se cercate un po’ di tranquillità, vi consigliamo di fermarvi lungo il fiume ad ammirare la città che lentamente si addormenta, mentre voi, carichi dei ricordi della giornata, realizzate di essere davvero a Singapore!


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Il nostro secondo giorno

Il nostro secondo giorno inizia con il profumo di curry e incenso. Decidiamo di esplorare Little India. E, da veri amanti del cibo quali siamo, quale modo migliore di conoscere una cultura se non attraverso la sua cucina? Così, alle 9 del mattino, ci ritroviamo davanti a un piatto di roti canai con banane e miele, accompagnato da un bel Milo caldo! Qui vanno pazzi per il Milo, che non è altro che l’equivalente del nostro Nesquik.

Little India si trova a nord di Singapore. Anche qui, naturalmente, i colori non mancano. Dalle case in stile neovittoriano, tutte variopinte, ai mille stand di frutta e fiori, offerti nei templi. Ed è proprio attraverso i templi induisti che scoprirete la vera essenza di questo quartiere. Imponenti e coloratissimi, vi troverete di fronte a tutte le divinità di questa religione in un solo colpo d’occhio. Iniziamo la nostra prima visita a un tempio induista dal Sri Veeramakaliamman Temple. Una volta lasciate le scarpe all’ingresso, i vostri piedi toccheranno il marmo ricoperto di petali, l’odore di incenso vi avvolgerà e i canti dei guru e dei pellegrini in preghiera vi rimarranno nelle orecchie per sempre.

I colori sgargianti degli abiti delle donne richiamano quelli delle statue delle divinità, che vengono elogiate e ringraziate con offerte di fiori, frutta e latte intorno al tempio. Abbiamo osservato in silenzio, pieni di curiosità, lo svolgersi di questi rituali, quando un ragazzo ci ha invitato a recarci in un tempio più grande, a qualche chilometro di distanza.

Il Sri Srinivasa Perumal Temple. Qui, appena entrati, i nostri occhi e orecchie si sono riempiti di meraviglia: stavamo per assistere a un matrimonio induista! È stata una delle esperienze più emozionanti di questo viaggio, vedere una cerimonia così diversa da quella a cui siamo abituati, a partire dai colori degli abiti degli sposi: lei in rosso e arancione, lui in bianco! Canti, tamburi, scambi di corone di fiori e incenso. Un momento talmente toccante che ci ha strappato anche qualche lacrima.

Lasciato il tempio, ci siamo diretti di nuovo nel cuore delle vie di questa piccola India, fino al Mustafa Centre, un centro commerciale indiano, perfetto se si vuole acquistare specialità indiane e spezie. Usciti da lì, la fame ha iniziato a farsi sentire, così ci siamo fermati in uno dei tanti ristoranti lungo la strada principale del quartiere, Serangoon Rd. Abbiamo gustato il miglior Chana Masala mai mangiato, una zuppa speziata a base di ceci e pomodoro. Abbiamo poi provato una zuppa di montone e altre specialità, tutte spazzolate in un attimo. Dovevamo pur mettere alla prova i fermenti lattici, no?! Vista la calura, abbiamo deciso di tornare in hotel per un po’ di riposo. Un tuffo in piscina e poi, di nuovo a piedi, verso Marina Bay.

La prima tappa è stata per salutare l’icona della città: il Merlion! Si tratta di una statua che raffigura un leone con il corpo di un pesce. Il leone simboleggia il nome originale di Singapore in sanscrito: “Città del Leone”, mentre il pesce richiama le sue origini come villaggio di pescatori. Rimarrete incantati dal suo getto d’acqua e dal contesto in cui si trova: Marina Bay, con sullo sfondo il famoso Marina Bay Sands.

Singapore vista dello skyline
Marina Bay Sands.

Passeggiate attraverso il parco, circondati dall’avveniristico skyline di questa città. Qui avrete l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda ristoranti e cocktail bar di lusso e alla moda. Se avete intenzione di concedervi un’esperienza al Marina Bay Sands, sappiate che dovrete prenotare con largo anticipo, anche solo per l’aperitivo, a meno che non siate già ospiti dell’hotel e possiate usufruire di una delle piscine più celebri al mondo. Noi ci siamo incamminati fino al Marina Bay Sands per ammirare il gioco notturno di luci dei Gardens by the Bay, concludendo così questa fantastica giornata.

Le ultime ore a Singapore

Prima della partenza, abbiamo ancora a disposizione qualche ora da dedicare a Chinatown. Nascosto dietro i grattacieli del Central Business District (CBD), questo storico quartiere riserva grandi sorprese. Perdetevi tra le sue viette piene di street art che raccontano la vita quotidiana della gente del posto. Facciamo un po’ di shopping al Tiong Bahru Market & Food Centre. Visitate poi il tempio buddhista del Buddha Tooth Relic Temple, che custodisce quello che si dice essere il dente del Buddha. Qui regna la pace, finché non inizia la preghiera dei monaci. È uno spettacolo che vi consigliamo di vivere in rispettoso silenzio, se ne avrete l’opportunità. Ci siamo poi fatti un giro per le stradine circostanti, gustandoci un piatto di ravioli cinesi. Infine, con un po’ di tristezza, ci siamo diretti verso la stazione dei bus davanti al Golden Mile Complex.

murales a china town, Singapore
Ops: Durian! Murales nella coloratissima China Town.

Si concludono così questi due giorni e poco più trascorsi alla scoperta di nuove culture in una città che, tra il moderno e il tradizionale, è riuscita a superare ogni aspettativa.

Torneremo? Certo, dobbiamo visitare il suo aeroporto! Nel frattempo, aspettiamo con curiosità le vostre esperienze e pensieri su questa incredibile città. Se avete ancora dubbi su come organizzare il vostro viaggio, qui avrete modo di chiarirvi un po’ le idee. Seguiteci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure!

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