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Tag: italia

Salire sulla Cupola di San Pietro: un’esperienza da non perdere.

Una delle viste più belle su Roma è sicuramente dalla cupola di San Pietro. Ma come salire e ammirare la bellezza della città eterna?

Prima di compiere questa esperienza in prima persona, non è stato facilissimo capire come poter accedere ed entrare alla cupola di San Pietro pagando solo il biglietto di 8€.

Molti blog purtroppo rimandano ad alcune piattaforme di prenotazione online che comprendono in automatico visite guidate che partono dai 30€ in su. Tanto che il biglietto di entrata a 8€ sembrava essere un impresa riuscita da pochi.

Decisi a voler scoprire da soli questo mistero ci siamo alzati alle 5:30 di una domenica mattina ottobrina. Abbiamo lasciato la nostra macchina all’entrata di Borgo Pio ( la domenica i parcheggi sono gratuiti e la zona ZTL non è attiva) e ci siamo avviati verso la grande piazza San Pietro.

Erano le 06:50. Il cielo era ancora illuminato dalle stelle e un timido sole iniziava a fare capitolino. Le luci di Via della Conciliazione ancora accese. I gabbiani che iniziavano a svegliarsi e ad animare l’atmosfera con i lori striduli. Una fresca aria ci baciava il viso mentre con le bocche aperte ammiravamo la bellezza di questa grande opera architettonica.

E voi direte: ma non vivete a Roma? Quante volte l’avete vista San Pietro?

Tante ma mai così. Una San Pietro fatta di silenzi, di luce soffusa e di una magia che ammalia anche chi ci passa davanti ogni giorno. Ammirare una città alle prime ore del mattino è un esperienza che va fatta. Nessuna fretta. Goditi quei pochi momenti di cambio tra le stelle e il sole. Respira la prima aria della giornata e pensa che di lì a poco quell’incanto si spezzerà.

Castel Sant'Angelo, Roma

Essendo in grande anticipo abbiamo ammirato il cielo cambiare colore e tingersi di rosso dal Ponte Sant’ Angelo. Il ponte che da Castel Sant’Angelo vi apre la via verso Corso Vittorio Emanuele II.

A che ora apre al pubblico la cupola di San Pietro

L’apertura di San Pietro è alle ore 07:30. Noi qualche minuto prima eravamo già in fila, nella coda destra della piazza. A quanto pare non sono mai molto puntuali. Abbiamo avuto accesso alle ore 07:50. Ma questo per quanto riguarda la domenica, in quanto la piazza viene allestita e chiusa per l’Angelus del Papa a mezzogiorno. La domenica quindi dovete passare due controlli di cui il secondo è il metal detector sotto il colonnato. Da lì potete accedere gratuitamente alla Basilica di San Pietro.

Qui in base all’afflusso di gente decidete se mettervi subito in fila per accedere alla cupola di San Pietro o entrare prima per ammirare la bellezza della basilica. Noi abbiamo optato per la prima scelta.

Seguite quindi le indicazioni per la cupola che vi porteranno al lato sinistro della basilica. Da lì inizierete la fila che vi porterà alla biglietteria.

La cupola è aperta tutti i giorni dalle 7:30 alle 18:00 dal 1 Aprile al 30 Settembre e dalle 7:30 alle 17:00 dal 1 Ottobre al 31 Marzo.

Controllate in caso eventuali cambi di programma, dovuti anche alle Sante messe, sul sito ufficiale.

Quanto costa accedere al Cupolone

L’entrata alla cupola è di 8€ se decidete di salire a piedi tutti i 551 scalini. Se invece volete optare per tagliare un pò, aggiungendo 2€ potrete prendere l’ascensore che vi lascerà alla terrazza da cui dovrete poi salire i restanti 320 scalini.

Quindi 8€ a piedi, 10€ per l’ascensore fino alla terrazza. Non si può prenotare in anticipo almeno che non abbiate acquistato un biglietto con guida da una delle agenzie online.

Quindi armatevi di pazienza e puntate la sveglia presto!

Il nostro consiglio è, se ce la fate di fare tutto a piedi. La prima parte della scalinata, cioè quella che viene tagliata dall’ascensore, è la più tranquilla.

La parte difficile viene dopo. Motivo per cui se non siete in forze, se avete problemi respiratori, di cuore o soffrite di claustrofobia, vi è sconsigliato affrontare questa scalinata.

Sinceramente mi aspettavo di peggio! Soprattutto per quanto riguarda la parte più stretta della scalinata che curva nel punto in cui state salendo proprio sulla cupola. La mia esperienza è andata oltre le aspettative!

Anche perchè tutta la fatica viene ripagata dalla vista più bella che potrete mai avere su Roma.

Come è la vista dal Cupolone

Un panorama da togliere il fiato vi si aprirà davanti appena metterete piedi fuori dalla strettissima scalinata.

L’emozione di trovarsi così in alto ad ammirare la città eterna non potrà non farvi scendere una lacrimuccia. Ci troviamo a 133 metri di altezza. La vista su Città del Vaticano e su tutta Roma dalla cupola di San Pietro è a 360°.

Prendetevi il tempo per ammirare l’infinità delle altre cupole di Roma. Divertitevi a trovare l’Altare della Patria e magari a capire da che parte sia casa vostra. Intravedendo addirittura i Castelli Romani. E non ultimi ammirate i bellissimi giardini di Città del Vaticano, con le sue perfette decorazioni floreali.

Immaginate quanto lavoro c’è stato per portare a termine il progetto di Michelangelo Buonarroti, realizzando una cupola di 14 000 tonnellate. Impensabile che questi lavori siano stati

fatti nel XVI Secolo.

Conclusione: come è meglio visitare la cupola di San Pietro?

Il nostro consiglio è di fare una bella lettura su una delle tante guide che sanno spiegarvi bene tutta la storia, sia di San Pietro che della realizzazione della cupola. Acquistare il biglietto in loco più adatto a voi, mettendo sicuramente in conto di dovervi svegliare presto per evitare code. Anche se per nostra esperienza alle 10:00 di domenica, ad ottobre, la situazione era ancora molto tranquilla.

Con i soldi risparmiati dopo questa grande scalata vi meritate una bella carbonara! Nulla da togliere ovviamente alla decisione di optare per una visitata guidata con salta coda. Mi raccomando non tralasciate i bellissimi interni della basilica di San Pietro. Inutile menzionarvi la Pietà di Michelangelo. Scendete anche nelle grotte Vaticane. E poi divertitevi a cercare il sanpietrino a forma di cuore in Piazza San Pietro.

Ma a questo punto aspettiamo di conoscere la vostra esperienza e di sapere: ma voi li avete contati tutti e 551 gli scalini? Seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime bellezze di Roma e le nostre avventure per il mondo.

Siena: cosa vedere e mangiare in un giorno!

Siena per tutti è la città del Palio e dei Ricciarelli. Per noi due è la città delle visite alle nostre zie e delle corse in piazza del Campo con i nostri cugini! Eh si, entrambi abbiamo ricordi di questa città sin da piccini. Città che quindi portiamo nel cuore con tanti bei ricordi. Compresa quella volta che nel 2012 abbiamo assistito al Palio! Ovviamente tifando contrade avversarie! Io la Selva, Riccardo il Valdimontone. Indovinate chi ha vinto? Secondo me Riccardo ha barato!

Questa nostra visita a Siena è iniziata assaggiando subito il suo dolce per eccellenza: i ricciarelli nel famoso bar Nannini. La giusta carica per andare alla scoperta di Siena.

ricciarelli da Nannini, Siena
Ricciarelli da Nannini.

Anche perchè eravamo qui come inviati speciali per una spedizione segreta. Una Escape City! Non sapete cos’è? è un modo nuovo, coinvolgente, insolito ed adrenalinico di conoscere alcune delle nostre città italiane! Bisogna risolvere enigmi, scoprire antichi misteri e salvare la città. Insomma proprio una cosa adatta a noi! Ma grazie a questa fantastica idea di Garipalli siamo riusciti a scoprire tantissimi angoli nascosti di una città che pensavamo di conoscere come le nostre tasche. Ma non vi sveliamo di più anzi vi consigliamo di iniziare a giocare il prima possibile.

Se vi volete fare due risate trovate la nostra avventura nella pagina IG!

Ma giochi a parte, iniziamo a scoprire questa piccola perla della Toscana!

La scelta delle contrade, siena
Le contrade che parteciperanno al Palio del 2 luglio.

Cosa vedere a Siena in un giorno?

Quando si pensa a Siena la prima cosa che viene in mente è per forza il Palio. E allora perchè non iniziare proprio dall’iconica piazza dove ogni anno per ben due volte si tiene uno degli eventi più famosi e antichi del mondo.

Piazza del Campo

Famosissima in tutto il mondo per essere la sede del Palio, questa piazza risale al XIII secolo, in origine si trattava di un vero e proprio campo di deflusso delle acque piovane (ecco perchè è in pendenza) che divenne poi punto di incontro per i mercanti. Il suo sviluppo e la sua storia vanno di pari passo con la costruzione del Palazzo Comunale.

La sua caratteristica forma a conchiglia è suddivisa in 9 spicchi che rappresentano i 9 governatori del Periodo dei Nove. Questi spicchi convergono tutti verso il Palazzo Comunale, risalente a circa il 1297 che fu la sede del governo. Oggi ospita il Museo Civico ed è l’accesso alla Torre del Mangia, raggiungibile salendo i suo 400 scalini da cui ammirare un vista su Siena a 88 metri di altezza. Nel suo cortiletto interno oltre il pozzo centrale troverete una Lupa. Si proprio una Lupa con Senio e Ascanio, figlio di Remo, fuggiti da Roma perchè perseguitati dallo zio Romolo. Leggenda narra che la città di Siena sia stata fondata proprio da loro due. Nel lato apposto di Piazza del Campo troverete la Fonte Gaia, la prima fontana pubblica della città.

Siena, Piazza del Campo
Piazza Del Campo!

Due volte all’anno questa piazza viene ricoperta di uno spesso strato di tufo, per consentire la corsa dei cavalli al Palio detto anche “carriera”.

Come funziona e quali sono le regole del Palio?

Il Palio ha origini antichissime di secoli e secoli ma la sua ufficialità risale al 1652 anno in cui si corse per la prima volta proprio in Piazza del Campo. Si corre due volte all’anno: il 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano e il 16 agosto in onore della Madonna Assunta. Le contrade di Siena sono in totale 17, ma solo 10 di esse corrono il Palio. Le contrate partecipanti al Palio vengono estratte a sorte con un rigido e particolare sistema un mese prima.

Noi abbiamo avuto l’onore questa volta di partecipare a questo evento. Totalmente a sorpresa! Tutti radunati in piazza del Campo alle 19:00 si è aspettato che il Sindaco estraesse la prima contrada, poi successivamente il capitano della contrata scelta estrae la seconda e così via fino ad avere esposte alle finestre del Palazzo Comunale tutte e 10 le bandiere delle contrade partecipanti a quel Palio. Le contrade sono i quartieri di Siena, all’interno delle mura medievali, i cui confini attuali furono definiti nel 1729 con il Bando Sui Confini.

Le 17 Contrade di Siena sono: Aquila, Bruco, Chiocciola, Civetta, Istrice, Giraffa, Leocorno, Lupa, Nicchio, Drago, Oca, Onda, Pantera, Selva, Tartuca, Torre e Valdimontone. La parte più importante e lunga del Palio è tutta la sua preparazione e organizzazione, perchè la corsa dei cavalli si svolge in circa solo 1 minuto e 30, la durata media dei tre giri intorno alla piazza. Pochissimi secondi di pura adrenalina che portano alla vittoria una sola contrada. La corsa è vinta dal cavallo con o senza fantino. La contrada vincente si porta casa il Drappellone, un telo disegnato ogni volta da un artista differente.

La partecipazione al Palio è ancora molto sentita, soprattutto dai giovani che riempiono la piazza, in attesa di quei pochi secondi di adrenalina, sin dalle prime ora del giorno.

è sicuramente tra le tradizioni italiane più antiche e ancora sentite con grande passione che richiama migliaia di turisti ogni anno.

Uscendo da piazza del Campo ci dirigiamo verso il Duomo di Siena o ufficialmente la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta, è una delle opere più importanti in stile romano-gotico italiano. Famosa non solo per la sua facciata esterna ma per la libreria Piccolomini situata lungo la navata di sinistra. Fu fatta costruire nel 1492 dal Cardinale Francesco Piccolomini Todeschini, che in futuro divenne Papa Pio III.

Duomo di Siena, toscana
Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta

Entrando nella libreria dalla porta esterna, se guardate bene la parete alla vostra destra vi accorgerete di un quadrato che riporta alcune parole in latino:” il Quadrato Magico” meglio conosciuto come “Sator”. Si tratta di un Palindromo, cioè una frase leggibile sia da destra che da sinistra che riporta le seguenti parole: sator, arepo, tenet, opera, rotas. Che tradotto letteralmente significa: “il seminatore arepo tiene con le opere le ruote”. Frase che ancora ad oggi non è stata interpretata. L’unica cosa che si sa è che si trova qui da fine lavori nel XIV secolo.

Dirigendovi al lato opposto vi troverete davanti la scalinata di piazza San Giovanni, cercate la croce nera e attenti a non fare la stessa fine di Santa Caterina. Leggenda vuole che la povera santa sia stata buttata giù dalle scale proprio in quel preciso punto dal Diavolo. Peccato che la scalinata è stata terminata solo dopo la morte di Santa Caterina. Ma a noi piace credere a queste storie! E anzi se guardate bene troverete dei tasselli in marmo bianco: i punti in cui uno dei sui denti rimbalzò prima di arrivare alla fine della scalinata.

Ci incamminiamo verso Via del Refe Nero, arrivati al palazzo del “Diavolo Rosso” oltre alle sue varie epigrafi e lapidi scorgerete un lampione molto particolare: Una testa mozzata! La triste sorte che spettava ai condannati nel periodo medioevale. Anche se in realtà quest’opera di Giuseppe Mazzoni risale ai primi del ‘900 e si dice sia proprio una sua autoraffigurazione. Addentrandoci nella contrada del Bruco in via del Comune 102 trovate la fontanina del Bruco. Vi sentirete sicuramente osservati e girandovi infatti scorgerete una donna che vi fissa dalla finestra. Si tratta di un’opera di Pier Luigi Olla che spia i passanti dal 1995.

Palazzo Salimbeni e la sua Rocca sono la sede storica del Monte dei Paschi di Siena. Potrete trovare un piccolo angolo di pace entrando nel cortile del Santuario Casa di Santa Caterina.

Monastero casa di Santa Caterina
Cortile del Santuario Casa di Santa Caterina.

Continuando il percorso sulla vita della Santa Patrona di questa città potete aggiungere una visita ad una delle chiese gotiche più belle d’Italia: Basilica Cateriniana di San Domenico. Appena fuori le mura in questa basilica è conservata la testa- reliquia di Santa Caterina.

Sapete che a Siena c’è la finestra più piccola del mondo? La trovate sulla facciata del primo piano di Palazzo Chigi in piazza della Postierla.

Di grande interesse storico culturale vi segnaliamo : La Pinanoteca Nazionale, il Museo di Santa Maria della Scala e se avete tempo una passeggiata nell’Orto Botanico.

Dove mangiare a Siena?

Dopo aver camminato per tutta Siena e aver apprezzato la sua storia e architettura è di dovere dedicarci anche alla sua arte culinaria.

Iniziamo dalla colazione:

Bar Pasticceria Nannini: storico bar nel pieno centro storico inizia la sua carriera grazie a Guido Nannini agli inizi del 1900. Qui è d’obbligo assaggiare i suoi Ricciarelli, il Panforte e un buon caffè.

Rimanendo sui dolci vi consigliamo di assaggiare un dolcetto meno conosciuto ma risalente al medioevo: i Cavallucci. Dei biscotti molto speziati che venivano serviti ai conducenti di cavalli e ai loro cavalli, ecco il perchè del nome. Assaggiateli da La nuova Pasticceria Siena.

Poco fuori le mura di Siena trovate una rinomata pasticceria dove perdervi tra specialità locali e colorati macarons: Peccati di gola!

il cavalluccio, biscotti di siena, Toscana
Il Cavalluccio!

Volete venire a Siena senza assaggiare i Pici? Assolutamente no! Quindi prenotate un tavolo da Osteria Nonna Gina. Già il tagliere misto basterebbe ma non arrendetevi e prendete i pici o un piatto di pasta al ragù di cinta senese! Avrete modo di farvi anche due belle chiacchere con i proprietari.

Un posticino più spartano dove mangiare un mega panino con prodotti locali e un buon bicchiere di vino lo trovate dietro Piazza del Campo: Gino Cacino di Angelo. Non aggiungiamo altro. Dovete provarlo e fateci sapere. L’unico spoiler che vi facciamo è che ha ben 3 pagine di menù di soli panini!

Speriamo prossimamente di allungare a dismisura i consigli sui posti in cui mangiare a Siena.

Nel mentre aspettiamo di conoscere le vostre avventure in questa città che ogni volta ci regala fantastici momenti. Quando ci ricapiterà di assistere per puro caso all’estrazione delle contrade del Palio? Io anche questa volta tiferò per la Selva, vediamo come andrà il 2 luglio!

Campidano di Oristano: un tuffo in Sardegna!

Nelle mie vene scorre sangue sardo. Per metà sardo e per un quarto abruzzese. La Sardegna è stata da sempre lo sfondo delle mie foto da piccina. Delle vacanze estive e delle feste dai nonni. Tutte le estati per 21 estati ho nuotato nelle acque cristalline del suo mare.

Poi purtroppo si cresce. Il lavoro, nuove persone nella nostra vita, la voglia di conoscere il resto del mondo e i pochi giorni liberi mi hanno allontanata per ben 12 anni dalla terra delle mie origini. Quest’anno dopo aver deciso di approfittare di qualsiasi occasione buona per vivere il tempo non vissuto in questi ultimi due anni, finalmente, di nuovo in Sardegna!

Rimanendo fedele ai luoghi della mia infanzia il nostro viaggio in terra sarda sarà concentrato nella regione del Campidano di Oristano. Quindi ci troviamo nel centro ovest della Sardegna.

Tharros, la vista su tutta la penisola del Sinis
Thorres, la vista dalla torre di San Giovanni.

Sono riuscita dopo anni a portare Riccardo nel paese della mia famiglia: Uras. Gli ho mostrato alcune delle spiagge più belle che io abbia mai visto e l’ho sorpreso con un tramonto mozzafiato dal vecchio faro di Capo Mannu. Insomma un tuffo nei luoghi del mio cuore.

L’avventura inizia un sabato pomeriggio e come al nostro solito corriamo per non perdere l’aereo! Volo in perfetto orario! Abbiamo volato grazie a una delle tante offerte Ryanair da Roma Ciampino. Arriviamo a Cagliari alle 21.30 e ci avviamo al noleggio auto.

Dobbiamo ammettere che abbiamo trovato una grande organizzazione e una grande scelta nel numero delle agenzie di noleggio. Noleggio auto con RentalCars dall’aeroporto di Cagliari per due giorni: 140€ con protezione completa. Ci viene fatto anche un Upgrade con una Fiat 500 Abarth.

il villaggio di San Salvatore, Tharros
Villaggio Far West di San Salvatore.

Quale auto scegliere per un viaggio in Sardegna?

Sicuramente la più comoda e adatta a tutti i tipi di strade soprattutto tenendo presente che se intendete visitare le regioni meno battute potreste trovarvi a percorrere molte strade non asfaltate. Quindi la nostra auto è stato un regalo purtroppo non utile!

Arrivati circa per mezzanotte a S’archittu, dopo un brindisi con una fresca Ichnusa ci addormentiamo euforici di svegliarci davanti al mare! Abbiamo scelto di soggiornare a l’hotel  Bellavista di S’archittu, frazione di Cuglieri, provincia di Oristano. Qui, nello specifico, non ci troviamo nel Campidano di Oristano, ma appena fuori, nella regione del Montiferru, sempre in provincia di Oristano. Essendo un luogo a me molto caro, ho deciso di parlarvene anche se è fuori dalla regione.

S'archittu, Sardegna nel Campidano di Oristano
L’arco di S’Archittu.

La mattina seguente dopo una bella colazione nel nostro hotel vista mare ci avviamo lungo il sentiero che porta al famoso arco di S’Archittu. Una piccola passeggiata e vi troverete davanti questo arco, lavoro dell’erosione fatto dalle onde su questa scogliera di calcare e una piccola spiaggia dove rilassarsi, farsi una nuotata o se abbastanza coraggiosi tuffarsi dai 15 metri dell’arco. Da qui una piccola tappa a Santa Caterina di Pittinuri a soli 5 minuti di auto puntando a nord. Altro consiglio: tutte le spiagge che vi nomineremo in questo articolo sono spiagge libere e non attrezzate quindi munitevi di un’ombrellone e di tutto il necessario da spiaggia. Scendiamo poi verso sud puntando a Putzu Idu comune di San Vero Milis. 

Si tratta di una lunga spiaggia dalla sabbia bianca e finissima, con un mare cristallino e adatto soprattutto alle famiglie data la poco profondità dell’acqua, quindi scordatevi di fare snorkeling qui. Il lungo mare durante la stagione estiva è area pedonale ma potrete parcheggiare poco prima. Parcheggi a pagamento: si parte da 3€ per 2 ore di sosta. Ma ne vale la pena. Continuiamo il nostro itinerario andando a S’arena Scoada, una spiaggia incastonata tra le scogliere. Purtroppo qui abbiamo trovato tantissima posidonia, una pianta acquatica che viene portata sulla spiaggia dalla corrente e rende impraticabile anche il bagno in acqua. Quindi tiro fuori il mio asso nella manica nonchè la mia spiaggia preferita di questa zona: Sa Mesa Longa!

Spuntino con le Pardulas, dolcetti tipici sardi.

Qui da bambina dovevano tirarmi letteralmente fuori dall’acqua! Questo è il posto perfetto per fare snorkeling. Questa spiaggia ha una sabbia ricca di colori dati dalle minuscole conchiglie e dai resti dei coralli. Rimane sempre riparata dai forti venti grazie a una barriera corallina in arenaria che fa si che il mare sia sempre calmo. State però attenti alla corrente che vi porta al di fuori di questa piscina naturale verso il mare aperto. L’ultima volta ho veramente faticato tanto per tornare a riva e purtroppo in quel punto non c’è presenza di bagnino.

Qui potrete trovare due chioschi e il parcheggio a pagamento per l’intera giornata è di 5€. Dalla spiaggia potrete ammirare le falesie di Capo Mannu e la sua torre. Se avete voglia di camminare da qui potrete arrivare fino al faro di Capo Mannu  e alla torre di Turr’e sa Mora. Noi abbiamo ripreso la macchina due birre e ci siamo gustati il tramonto proprio dal faro. Qui o avete una bella macchina adatta agli sterrati altrimenti lasciatela all’inizio del percorso e avviatevi a piedi.

Tramonti a Capo Mannu, Provincia di Oristano
Tramonti sardi a Capo Mannu, Campidano di Oristano.

L’emozione di rivedere il tramonto da qui è stata tantissima. Che sia la prima volta o la centomillesima sarà sempre uno spettacolo salutare il sole che si tuffa nel mare. Per cena torniamo a S’archittu per gustarci un polpo con le patate in un Food truck sul mare che vi straconsigliamo: 292 Food Truck! Un bicchierino di mirto e buona notte!

La mattina seguente fatto il check out ci fermiamo lungo la strada ad ammirare il paesaggio dalla Torre del pozzo. Proseguiamo lungo la statale direzione Mare Ermi, questa spiaggia dalla sabbia bianca a chicchi di quarzo si trova sulla costa di Cabras. Un tuffo in queste azzurre acque per risalire di nuovo in auto passando per una strada sterrata che ci porterà a Is Arutas.

spiaggia di Is Arutas, Campidano di Oristano
Mare Ermi e i suoi chicchi di riso.

In questa zona del Campidano di Oristano i paesaggi sono selvaggi, incontaminati e non a caso protetti dal WWF. La Spiaggia dei chicchi di riso: così è conosciuta Is Arutas, una spiaggia di chicchi di quarzo colorati dal bianco al rosa al verde. Vari cartelli vi ricorderanno che la sabbia non è un souvenir! Cercate anche di ripulirvi bene prima di tornare in auto! Questa spiaggia è preziosissima e tale deve restare! Anche i fondali regalano bellissimi scenari tra i suoi scogli e i tanti pescetti, da piccola ci ho visto una murena! Decidiamo anche se con poco tempo di andare a Tharros fermandoci poco prima in un posto molto particolare: il villaggio di San Salvatore.

Il Far West sardo, ormai quasi abbandonato, torna a vivere solo nei primi di settembre quando si celebra la corsa degli Scalzi. Questo piccolo borgo medievale deve il suo aspetto e nome al dominio spagnolo. Giusto il tempo di qualche foto e continuiamo fino a giungere al parcheggio di Tharros. 

Si tratta di un’area archeologica la cui nascita risale al VII secolo a.C. Il biglietto per il parco è di 6.50€, noi purtroppo avevamo poco tempo quindi siamo solo saliti su alla torre per ammirare tutta la Penisola del Sinis. Dalla torre di San Giovanni avrete la vista su Tharros e su capo San Marco. Avrete a sinistra il calmo mare del Golfo di Oristano e a destra le forti onde che attirano i surfisti. Increduli abbiamo avuto la grande fortuna di vedere un delfino che faceva da apripista a un’imbarcazione! 

Questo posto vi regalerà una vista quasi completa e fantastica del Campitano di Oristano. Anche qui però ci siamo concessi un tuffo veloce nella sottostante spiaggia di San Giovanni di Sinis che offre dei fondali molto vivi, ci saranno tanti pesciolini a girarvi intorno. Quindi portatevi sempre la maschera. Non servirebbe specificarlo ma la pesca subacquea non è consentita qui così come in tante altre aree.

Qui purtroppo salutiamo il mare per dirigerci a Uras, il paese del mio papà in provincia di Oristano.

murales a Uras, provincia di Oristano
L’abito tradizionale di Oristano in un murales a Uras.

Un saluto agli zii e lasciamo il Campidano di Oristano per arrivare a Cagliari giusto in tempo per gustarci una fantastica cena a base di Culurgiones e Sa Fregula. Due primi piatti della tradizione sarda che abbiamo assaggiato presso il ristorante Antica Cagliari. 

A fine cena non fatevi mancare una Seadas, un grande raviolo fritto ripieno di formaggio servito con miele accompagnato da un bicchierino di mirto o  Filu Ferru.

Questi due giorni sono stati una grande corsa da una spiaggia all’altra sempre con il costume bagnato e ben poco relax ma sono stata contenta di essere riuscita a portare Riccardo in alcuni dei luoghi della mia infanzia in questa terra che mi è mancata davvero tanto. Quando si parla di Sardegna si pensa  sempre ai classici luoghi super chic del nord e alle spiagge da vip ma se volete tuffarvi in acque cristalline, spiagge poco trafficate vi consiglio di fare un pensierino su questa regione. Il Campidano di Oristano offre molto di più di quello che purtroppo vi posso raccontare in questa avventura.

Ma prometto che presto vi farò scoprire molto altro oltre al campidano di Oristano, Ajo!

Manerba del Garda: cosa fare e vedere sulle rive del lago di Garda.

Quando si è troppo stanchi e c’è bisogno di staccare la spina per qualche giorno, sicuramente questa meta è una buona idea. Il relax è garantito tanto quanto la possibilità di attivarsi e buttarsi in avventure o in sport acquatici! Ma scopriamo insieme cosa fare e vedere a Manerba del Garda, questo piccolo comune sul Lago di Garda.

Vista sul lago di Garda
Momenti romantici sull’isola dei Conigli.

Manerba del Garda si trova sulla sponda lombarda del Lago di Garda in provincia di Brescia. Le sue origini sono antichissime e leggenda vuole che la dea Minerva venne qui a nascondersi tanto che si crede che il suo nome sia proprio in onore della dea. Nel corso della sua storia però la sua posizione fu ottimale per il commercio ma altrettanto pericolosa in periodi di guerre. Saccheggiata da spagnoli e francesi è diventata poi roccaforte di banditi e fuorilegge. Brutta storia che ormai si lascia alle spalle godendo della bellezza delle acque del lago di Garda e del paesaggio circostante, protetta dalle colline Valtenesi.

Ma cosa fare e vedere a Manerba del Garda?

La Rocca di Manerba.

Tramonto alla Rocca, sopra lago di Garda
Tramonti sul Lago di Garda.

Una delle maggiori attrazioni è sicuramente la sua rocca a picco sul lago, a circa 150 metri d’altezza. Qui una volta si ereggeva il castello, ora oltre alle sue rovine, c’è un bellissimo Parco Naturale della Rocca e del Sasso da dove poter ammirare tutto il lago sottostante.

Per arrivare potete lasciare la macchina al parcheggio adiacente il ristorante “il Capriccio”, si tratta di circa 800 mt di camminata. Proseguite poi a destra salendo fino a trovarvi davanti al Museo Civico Archeologico della Valtenesi dove potete raccogliere maggiori informazioni riguardo la storia di questo posto. Proseguite poi il sentiero fino a trovarvi davanti ai ruderi del castello. Fate molta attenzione nel salire direttamente sotto la croce. Un volta arrivati godetevi il fantastico paesaggio a strapiombo sul lago. Potrete vedere anche la sottostante Isola di San Biagio. Meglio poi se al tramonto, quando il lago di Garda si tingerà di rosa e vedrete il sole scomparire dietro le colline, lasciandovi poi alle spalle la croce ,ormai accesa, nel percorso di rientro.

Croce alla Rocca di Manerba
Tramonto alla Rocca di Manerba.

Sono presenti molti percorsi da fare qui, ad esempio potreste anche partire a piedi direttamente da Manerba del Garda. Tutto dipende dal tempo che avete a disposizione e dalla vostra voglia. Noi purtroppo eravamo a corto di tempo! Ma in qualsiasi modo decidiate di arrivare qui, la vista vi ripagherà delle fatiche.

Isola di San Biagio o Isola dei Conigli

L’isola di San Biagio, meglio conosciuta come Isola dei Conigli, è sicuramente una delle tappe obbligatorie da fare a Manerba del Garda. Ma perchè è chiamata isola dei conigli? In passato era abitata da questi simpaticissimi animaletti che ormai sembra non popolino più quest’isola. Si trova a soli 200 mt dalla riva e una delle sue caratteriste che è quella di essere raggiungibile a piedi.

Isola dei Conigli
Eccoci finalmente arrivati sull’Isola dei Conigli!

Ebbene si, durante i periodi di secca del lago si crea addirittura una striscia di fondale su cui poter tranquillamente camminare. Per quanto possa sembrare una cosa simpatica in realtà è sinonimo di una grande problematica: la siccità del lago di Garda. In quei ormai rari casi in cui il livello del l’acqua sia troppo alto, si può raggiungere l’isola prendendo un taxi boat a Porto Torchio, circa 2,50€.

L’isola è proprietà privata del Camping San Biagio e per accedervi nei periodi che vanno da Maggio a Settembre bisogna pagare un biglietto di 5€. Passando dalla terra ferma dovrete infatti proprio attraversare il camping. E ora il nostro grande consiglio: portatevi le scarpette per gli scogli! Quando siamo stati noi l’acqua arrivava alle caviglie quindi ci siamo tolti le scarpe e aimè è stata veramente un’ardua prova! Superata con successo! Una volta arrivati sull’isola, troverete un piccolo bar con tavolini dove rilassarvi e godere della tranquillità di questo posto.

Quale altre attività ci aspettano a Manerba del Garda

Con i suoi 11km di spiagge attrezzate e campeggi, è il luogo ideale per relax e sport acquatici! Qui potrete cimentarvi in attività quali: Windsurf, paddle surf, escursioni o anche immersioni. Uno dei luoghi preferiti dagli amanti delle immersioni è lo Scoglio dell’Altare. Potete organizzare tour in bicicletta ed esplorare tutta la zona circostante, per non parlare dei trekking citati prima alla Rocca. Per il relax perchè non provare lo Yoga su Paddle?

Per i nostri amici pelosi c’è anche una Dog Beach: Fido beach! Qui potrete partecipare anche a lezioni di educazione cinofila!

paperelle al lago di Garda
Paperelle felici Sul Lago di Garda.

Ovviamente non dimenticatevi un giro nel piccolo centro storico dove ammirare alcune delle sue bellissime chiese, come ad esempio la chiesa di Santa Maria Assunta.

Un’altra gita da fare in giornata potrebbe essere quella a l’isola di Garda. Raggiungibile con traghetto sempre da Porto Torchio.

Inoltre tutte le domeniche durante la stagione estiva troverete anche un mercatino di prodotti artigianali locali proprio allo spiazzale del porto.

Dove mangiare

Per un aperitivo e o cena con vista proprio sul lago vi consigliamo: Caffettiera del lago Cremo 03. Qui abbiamo assaggiato alcune specialità locali, come ad esempio pesce di lago quale il coregone, che era buonissimo! Detto da me che solitamente non mangio il pesce è tutto dire!

Aperitivo sul lago
Aperitivo al Lago Cremo 03.

Siamo stati inoltre consigliati molto bene sulla scelta del vino. Ovviamente vigneti locali di cui vi consigliamo anche la visita alle cantine, che purtroppo noi non abbiamo avuto modo di fare.

Se invece avete voglia di birra e hamburger dovete andate alla Manerba Brewery. Questa piccola birreria artigianale produce in loco la loro birra dal 1999. In perfetto stile tedesco anche il locale è strutturato come una birreria di Monaco di Baviera, dove oltra alla birra gusterete dei fantastici panini! Se riuscite provate uno dei loro dolci accompagnato da una Lady Rose, birra al sapore di lampone!

Dove pernottare

La nostra bellissima esperienza a Manerba del Garda è stata merito anche alla grande accoglienza avuta dal Pura Vida Apartments.

 
Pura Vida Apartments

Questa struttura gestita da giovanissimi ragazzi offre una vista pazzesca sul lago di Garda. Il loro progetto nasce dall’idea di creare un luogo di riposo e tranquillità dove la gioia, la gentilezza e la semplicità delle piccole cose rendono questo posto unico e armonioso. Pura Vida non è un nome a caso e forse qualcuno conoscerà Gianluca Gotto e il suo libro. Si tratta di un piccolo e confortevole appartamento, munito di salotto con cucina, bagno, camera matrimoniale e un bellissimo balconcino che affaccia sul lago.

Perfetto e accogliente dopo una lunga giornata passata in fantastiche avventure per la zona. La loro attenzione ai particolari e al benessere dell’ospite è in ogni cosa. Dai prodotti eco-friendly all’accoglienza dei nostri amici pelosi. Si, perchè Pura Vida è anche una struttura Pet-Friendly, in cui Nanà è stata accolta con grande amore! E questo per noi non può che essere una grande valore aggiunto nei nostri viaggi e un punto di forza di questa struttura.

Ora non vi rimane che andare da voi alla scoperta di questa regione e arrivare fino all’Isola dei Conigli, magari voi avete la fortuna di incontrane uno. Seguiteci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure.

Domenica mattina a Roma: Porta Portese

“È domenica mattina

Si è svegliato già il mercato

In licenza son tornato e sono qua

Per comprarmi dei blue jeans…”

 

Claudio Baglioni, Porta Portese, 1972.

In una domenica mattina del 1972 anche Claudio Baglioni si reca tutto felice a fare shopping al grande mercato delle pulci di Roma: Porta Portese!

Chi conosce la canzone sa che per lui poi non è stata una gran domenica!

Per tutto noi romani la domenica mattina a Porta Portese è un’istituzione!

Una di quelle tradizioni che ogni tanto vanno rispettate. Da soli, in coppia o con tutta la famiglia al seguito, è una di quelle consuetudini che riempiono i ricordi di noi romani. Soprattutto quando la domenica, felici del nuovo giochetto o di un nuovo libro, la giornata proseguiva poi con i grandi pranzi dalle nonne, il riposino sul divano e la partita della Roma.

giornali vintage a porta portese

Ma quando nasce questo mercato e perchè Porta Portese?

Il nome deriva dall’antica porta Portuensis, che introduce per l’appunto a Via Portuense, un tempo la strada del porto che conduceva a Fiumicino. Ci troviamo in zona Trastevere.

Il mercato nasce intorno al 1945, quando i romani iniziarono a vendere le loro cose per far fronte alle difficoltà economiche dell’immediato dopo guerra. Nacque come nuova sede del mercato nero di Campo de’ Fiori e pian piano si ingrandì sempre di più, diventando così il più grande mercato di Roma o meglio il più grande mercato delle pulci di Roma. E quindi da ormai ben 78 anni tutte le domeniche dalle 6 alle 14 Porta Portese è qui!

banchi a porta portese

Ma cosa trovare e dove?

Noi solitamente iniziamo la nostra passeggiata attraversando proprio Porta Portese e iniziando quindi da Via Portuense, lì troverete tanti banchi di vestiti: nuovi e usati, scarpe e libri. Magliette da calcio e qualche banco di oggettistica e casalinghi. In questa punto trovate anche botteghe di ciclisti e accessori per auto e moto. Non mancheranno interessanti stand di prodotti biologici per il corpo o banchi dove poter comprare incenso o una statua di Buddha. Perchè Porta Portese è anche un grandissimo mercato multiculturale nonché proprio uno dei mercati più multietnico d’Europa.

Continuate finchè non incrociate Via Ippolito Nievo che fino a largo Francesco Anzani sarà un susseguirsi di banchi di antiquariato, statue e cose a volte anche assurde.

magliette calcio porta portse

Mentre per il vero vintage e le chicche storiche dovete recarvi a via Napoleone Parboni e via Angelo Bargoni, all’angolo tra le due c’è uno banco che vende e ripara orologi molto caro a noi perchè l’unico posto dove riusciamo a cambiare i cinturini dei Casio da collezione di Riccardo.

E proprio qui davanti c’è un banco dove puntualmente mi perdo. Un collezionista di cartoline, riviste, quotidiani e quaderni e qualsiasi cosa vi venga in mente risalenti anche ai primissimi anni del ‘900. Io qui ci passerei le ore, a leggere i nomi sulle tessere del partito comunista o quelli sulla tesserina Balilla. A guardare le acconciature e i vestiti delle modelle in una rivista negli anni 30 e a sentire le chiacchiere dei signorotti che si fermano lì alla ricerca di una data in articolare di quel quotidiano o semplicemente a parlare di come andrà la prossima partita della Roma.

L'oasi della birra, roma
L’oasi della birra.

Ed è questo quello che vi consiglio di fare, rubare i discorsi della gente. Soprattutto se non siete di Roma qui avrete modo di conoscere la pace e la rilassatezza di una domenica mattina per i romani. Fatta di caffè, quotidiano, chiacchiere tra i banchi e una Peroni al bar aspettando il suono del fischietto. E anche se ci sono nata e cresciuta, camminare in questo mercato ogni volta mi riempie il cuore di romanità.

Per completare al meglio la mattinata con un buon bicchiere di vino e un bel tagliere vi consigliamo una passeggiata fino a L’oasi della birra a Piazza Testaccio.

Buona passeggiata nel mercato delle pulci di Roma!

Rocca Calascio: come arrivare e cosa vedere

“Sempre insieme, eternamente divisi. Finchè il sole sorgerà e tramonterà. Finchè ci saranno il sole e la notte.”

Ladyhawke, 1985.

Questa è la maledizione che colpì i due amanti, Elienne e Isabeau nel film “Ladyhawke” girato nel 1985 in uno dei luoghi più magici e fiabeschi di tutto l’Abruzzo, anzi di tutta l‘Italia: Rocca Calascio. Ma vediamo come arrivare e cosa fare in questa piccola meraviglia abruzzese.

Il Castello di Rocca Calascio

La breve storia di Rocca Calascio

Questa rocca a ben 1460 metri di altezza, è uno dei castelli più elevati d’Italia e d’Europa. Risalente all’epoca normanna questo castello era uno dei miglior punti di avvistamento con una vista che copre dagli Appennini al Mare Adriatico. La sua posizione strategica fece si che fosse di interesse per molti. Il suo borgo situato in posizione sud-est era un animato centro commerciale che ebbe purtroppo continui alti e bassi, fino alla sua decadenza. Visse un grande periodo di splendore e di importanza militare e commerciale tanto da essere acquistato nel 1579 dalla famiglia Medici. Ma nel 1703 un fortissimo terremoto iniziò a segnare la sua fine, fino a quando nel 1957 l’intero borgo fu totalmente disabitato.

Grazie alla fama portata, non solo dal film Ladyhawke, ma anche da altre grandi pellicole che scelsero questo scenario come set, si creò grande interesse nella ristrutturazione del borgo e del castello.

Così ad oggi è possibile poter passeggiare per le stradine del borgo medievale ed arrivare alla rocca godendosi uno dei panorami più suggestivi che l‘Abruzzo potesse mai regalarci.

Totalmente gratuito.

Rocca Calascio in Love

Ma come arrivare e come organizzare la tua passeggiata

Non è possibile raggiungere la rocca in macchina, l’accesso è consentito fin sotto il borgo ma difficilmente troverete posto. Potete lasciare la macchina in uno dei parcheggi di Calascio e percorrere un sentiero di circa mezz’ora. Noi abbiamo lasciato la macchina al fontanile e siamo saliti da lì.

Se non avete la possibilità di camminare così tanto c’è la navetta che da Calascio vi porterà al borgo, dalle 9:00 alle 18:00, controllate però gli orari perchè non opera sempre.

Se invece siete dei grandi camminatori potrete anche prende in considerazione una camminata dal vicino paesino di Santo Stefano di Sessanio, circa 4,5 km.

Il percorso è molto facile e adatto a tutti. Se avete cani con voi teneteli sempre al guinzaglio. Arrivati al borgo troverete alcuni ristoranti e un albergo diffuso, ma anche qui controllate gli orari e le aperture. Noi siamo capitati durante la settimana nel mese di febbraio ed era un vero e proprio borgo fantasma.

Nel periodo invernale potrete trovare la neve, che porterà grande fascino ma anche ghiaccio sul versante orientale, cioè proprio nella parte di sentiero che vi porterà su al castello, quindi attenzione. Superato quell’ostacolo vi troverete davanti alla piccola Chiesa di Santa Maria della Pietà che guarda verso Campo Imperatore. Risalente tra il XVI e il XVII secolo, leggenda vuole che sia stata costruita nel punto esatto in cui la popolazione, secoli prima, riuscì a sconfiggere una banda di briganti.

Chiesa di Santa Maria della Pietà

Qualche passo ancora e sarete arrivati in cima ad uno dei punti panoramici più suggestivi che vi capiterà mai di vedere.

Alle vostre spalle il castello e davanti a voi l’infinita vista sugli Appennini. Capirete perchè nella storia questo castello ha avuto una così grande importanza e perchè ha fatto da sfondo a pellicole che fortunatamente lo hanno portato nuovamente al centro dell’attenzione come uno dei posti consigliati in un tour in Abruzzo.

A Nanà la vista da qui è piaciuta tantissimo e si è goduta un caldo sole di febbraio. Vi aspetta con altre avventure Pet Friendly nella su rubrica dedicata. Speriamo riusciate anche voi a vivere la stessa bella esperienza! Seguiteci sui nostri social per scoprire le prossime avventure di viaggio!

Rocca Calascio e cane
Rocca Calascio e Nanà