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Mese: Ottobre 2023

Sacro Bosco di Bomarzo: una passeggiata tra i mostri.

A pochi chilometri da Roma, precisamente a 105 km, si trova un parco misterioso e affascinante, abitato da mostri e draghi: il Sacro Bosco di Bomarzo.

In questo luogo riposano strane creature che vi accompagneranno lungo un percorso che vi condurrà in una dimensione onirica, tra sogno e incubo. Incontrerete draghi, creature mitologiche e addirittura una casa pendente.

Come nasce il Bosco Sacro di Bomarzo

Nel 1552, il principe Vicino Orsini progettò questo parco, realizzato poi dall’architetto Pirro Ligorio. Si pensa che entrambi fossero amanti dell’esoterismo e esperti in alchimia. Questo potrebbe spiegare le strane creature che popolano quest’opera unica al mondo. Situato in provincia di Viterbo, poco lontano dal Monte Cimino, il parco nacque come un giardino all’italiana, arricchito successivamente da queste enigmatiche figure. Si inserisce perfettamente nello stile architettonico-naturalista del secondo Cinquecento, mantenendo però il suo status di parco davvero unico nel suo genere.

Orsini dedicò questo “boschetto” — come lo chiamava lui — alla moglie, e si dice che nel tempietto possa trovarsi anche il suo sepolcro. Entrerete in questo bosco magico varcando un arco che vi presenterà al cospetto di due sfingi, le quali vi daranno il benvenuto con due iscrizioni che recitano così:

«CHI CON CIGLIA INARCATE ET LABBRA STRETTE
NON VA PER QUESTO LOCO, MANCO AMMIRA
LE FAMOSE DEL MONDO MOLI SETTE»

«TU CH’ENTRI QUA PON MENTE PARTE A PARTE
ET DIMMI POI SE TANTE MARAVIGLIE
SIEN FATTE PER INCANTO O PUR PER ARTE»

Da qui capiamo che non stiamo entrando in un bosco qualsiasi e che il silenzio e la pace devono essere tra le prime regole da rispettare. Ci viene posto un quesito che risuonerà nella nostra mente per tutto il percorso: questo posto nasce dalla voglia di condividere l’arte o per sbalordirci? Sicuramente l’intento è quello di trasportare il visitatore in un mondo onirico, un labirinto in cui perdersi e allontanarsi del tutto dalla realtà. Arrivando quasi a chiedersi: ma sono ancora nella dimensione reale? E la cosa sarà ancora più chiara una volta che sarete arrivati davanti alla grande maschera dell’orco. “OGNI PENSIERO VOLA” è la scritta che si trova sulla bocca dell’orco.

Una volta varcata la bocca-porta, sarete dentro una stanza in cui ogni vostro suono riecheggerà in modo spaventoso. Il percorso non ha coerenza tra le sculture; è un labirinto in cui vi perderete, avvolti dalla natura e dai suoi simboli. C’è chi addirittura vi ritrova allegorie con la Divina Commedia.

Effettivamente, è difficile capire se si stia vivendo un sogno o un incubo. La mia impressione è stata quella di entrare in una dimensione fiabesca, ma molto oscura. Mi ha ricordato la sensazione che da piccola provavo guardando film come “La storia infinita”, in cui il protagonista si addentrava in un mondo fantastico tra creature mostruose e altre amichevoli, che lo trasportavano in una dimensione surreale. “Ma dove sono finita?” sarà la domanda che più spesso vi farete, leggendo le strane incisioni sulle statue, tra indovinelli e enigmi a cui difficilmente troverete una soluzione.

Così come sarà difficile trovare un senso alla casa pendente, in cui il vostro equilibrio sarà duramente messo alla prova. Tra elefanti, draghi e creature mitologiche come Ercole, tutto sarà ormai…surreale.

Il Sacro Bosco di Bomarzo, dopo la morte del principe Orsini, fu abbandonato per secoli. Rivedette la luce solo agli inizi del Novecento, quando fu restaurato dalla famiglia Bettini, diventando un luogo di pellegrinaggio per artisti eccentrici come Salvador Dalì, che si innamorò di questo posto.

Quando e come visitarlo

Il Sacro Bosco di Bomarzo è visitabile tutti i giorni, dalle 09:00 alle 17:00 nei mesi di novembre, dicembre, gennaio e febbraio, e dalle 09:00 alle 19:00 nei restanti mesi.

Il costo dei biglietti è di 13 € per gli adulti e 8 € per i bambini fino ai 13 anni. Non è consentito introdurre cani, fumare o mangiare nell’area monumentale. Si raccomanda di rispettare le opere.

Fuori dal parco sono disponibili servizi igienici, un’area pic-nic, un bar-ristorante e una libreria, dove potrete trovare libri e souvenir. Valutate attentamente le giornate in cui visitare il parco e, se possibile, prenotate il biglietto online. Noi siamo stati un lunedì mattina di ottobre e, ovviamente, era deserto!

Potete arrivare con la vostra auto e parcheggiarla nel grande parcheggio gratuito davanti alla biglietteria. Da Roma, sono circa 105 chilometri. Potete prendere l’autostrada A1: uscita Attigliano, direzione Bomarzo, oppure la superstrada Viterbo-Orte, uscita Bomarzo. Noi abbiamo optato per l’autostrada venendo da Roma nord. Con i mezzi, potete prendere il treno per la stazione Orte Scalo o optare per il bus diretto a Bomarzo; controllate le corse e gli orari sul sito.

Sicuramente, il periodo migliore per visitarlo e lasciarsi suggestionare da questo luogo è ottobre. La vicinanza ad Halloween aggiunge un’atmosfera di inquietudine, e chissà che questi mostri non entrino nei vostri incubi. Ma è molto affascinante anche per il foliage che riempie di colori la ricca vegetazione. Se poi non siete ancora abbastanza spaventati, nel rientrare a Roma potete passare da Profondo Rosso a prendere un film horror con cui concludere la giornata. Ho fare una bella passeggiata scoprendo i 5 luoghi misteriosi di Roma.

Aspettiamo di conoscere le vostre impressioni su questo luogo tra il fiabesco e il mostruoso e seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.

San Francisco: le 10 cose da non perdere assolutamente!

Nel pensare alle cose da non perdere a San Francisco mi viene subito in mente la Clam Chowder mangiata al Pier 39 e i tantissimi gabbiani che ci volano sopra la testa aspettando il momento giusto per aggiudicarsi la loro parte.

Ricordo la serata Rock’nRoll in quel locale specializzato in Martini e le chiacchierate con la band. La lunga passeggiata, se passeggiata vogliamo chiamarla, fatta attraversando il Golden Gate Bridge e arrivando fino a Sausalito. Il sali e scendi delle sue strade, la più iconica Lombard Street e la copia di “On the Road” di Jack Kerouak comprata nella storica libreria City Lights.

Di cose da non perdere a San Francisco ce ne sono tante. Troppe. Troppissime. Ho deciso di racchiudervi qui le 10 cose da non perdere a San Francisco assolutamente!

Le cose che dovete fare costi quel che costi. E la maggior parte sono gratis!

Il Golden Gate Bridge, da non perdere a San Francisco
Cartoline con il Golden Gate Bridge

Fisherman’s Wharf e Pier 39.

È uno dei quartieri più iconici di questa città. Qui si passeggia tra negozi e ristoranti di pesce. Ordina una Clam Chowder da Chowders e gustatela prima di finire abbacchiato come i leoni marini che dovrai passare a trovare al Pier 39! E si perchè le mascotte di questa zona sono i centinaia di leoni marini che da circa il 1990 vengono a riposarsi sulla banchine di questo molo, diventanti ormai un’attrazione turistica. Mi raccomando non disturbateli e non avvicinatevi. Non sono così carini come sembrano. Se volete conoscerli meglio potete visitare il Sea Lion Center.

Golden Gate Bridge e Sausalito

Cosa c’è di più iconico de Golden Gate Bridge? Questo ponte costruito nel 1937 ha una lunghezza di ben 2,7 km percorribili in auto, a piedi o in bici. Prende il nome dallo stretto che unisce la Baia di San Francisco all’oceano Pacifico.

Noi ovviamente abbiamo deciso non solo di attraversarlo ma anche di arrivare a Sausalito. A piedi! Si può percorrere a piedi o in bici solo dalla carreggiata sinistra, quella che affaccia su tutta la città. Il passaggio ai pedoni e ciclisti è gratuito e aperto dalle 5:00 alle 17:00/ 21:00 in estate. Il tempo è stato a nostro favore quindi ci siamo goduti la passeggiata sul ponte e indecisi se proseguire o no abbiamo optato per raggiungere la piccola cittadina di Sausalito per poi rientrare a San Francisco con il traghetto.

Non potete dire di essere stati a San Francisco se tra le cose da non perdere non avete attraversato il Golden Gate Bridge. Vale con qualsiasi mezzo!

Coit Tower e Lombard Street

La Coit Tower è uno dei punti panoramici migliori della città, posizionata su Telegraph Hill. Si tratta di un monumento ai vigili del fuoco, che per anni sono stati impegnati nello spegnimento di tanti incendi che abbattevano la città a causa delle case costruite in legno. Costruita nel 1934, si trova all’interno del Pioneer Park, raggiungibile con una scalinata di legno che vi porterà davanti la statua di Cristoforo Colombo. E magari potrete anche conoscere i simpatici pappagallini: Wild Parrots of Telegraph Hill, che ormai vivono in questo parco dal 1990.

Al suo interno si trovano tanti murales che raccontano la vita quotidiana della popolazione locale negli anni ’30 e della Grande Depressione.

È possibile visitarla tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00/ 18:00, costo del biglietto 9$.

Noi abbiamo unito la visita alla Coit Tower alla passeggiata lungo Lombard Street. Questa strada si aggiudica l’appellativo di “strada più tortuosa del mondo”.

Per l’esattezza il suo tratto più famoso è “Russian Hill” che si snoda in ben 8 tornanti, in pendenza, difficili da fare in macchina figuratevi a piedi. Ma come sempre le nostre gambe, abituate a tutto, ci hanno portato fin su. Da cui abbiamo ammirato il paesaggio osservando la Coit Tower di fronte a noi.

Haight-Ashbury

Da grande fan del movimento Hippie e dei figli dei fiori, non potevo assolutamente perdermi tra le vie di questo quartiere. Tra Haight Street e Ashbury Street, si concentrano negozi vintage, esoterici, caffetterie super colorate e leggendari negozi di musica come: Amoeba Music. Per gli amanti della musica e del rock come noi questo posto è il Paradiso!

Si respira un’aria tranquilla dove negli anni ’60 i grandi della musica rock come Janis Joplin e Jimi Hendrix proclamavano amore e pace.

State però attenti la sera, la zona purtroppo al calar del buio non è molto tranquilla. Noi ci siamo mossi per un pò di locali ma poi siamo tornati con il taxi evitando di passare nei pressi del Golden Gate Park. Consiglio datoci dai local.

Castro

Iconico quartiere legato al movimento LGBT. Grazie proprio all’espandersi della cultura Hippie e ai radicali cambiamenti culturali che gli anni ’60 hanno visto, questo quartiere è diventato casa per tanti giovani omosessuali. Una grande bandiera arcobaleno sventola a Castro street, con i suoi marciapiedi arcobaleno e il famoso Castro Theatre sede di alcui importanti appuntamenti della comunità che vive in questa zona. Il luogo perfetto dove sorseggiare un drink in un locale Gay Friendly.

Painted Ladies

Queste casette colorate sono sicuramente la cosa che più si avvicina al mio ideale di casa perfetta! Con il loro stile Vittoriano e Edwardian (cioè stile neo- barocco) i loro colori e decorazioni attirano subito l’attenzione. Si trovano dal numero 710 al 120 di Steiner Street all’incrocio con Alamo Square Park. Sono diventate famose grazie anche all’apparizione in tanti film e sono sicuramente una delle cartoline da riportare a casa.

China Town

Non è la solita China Town che potete trovare in tutte le città ma è la più antica e più grande comunità cinese degli Stati Uniti. Dal 1840 la cominità cinese ha reso questo quartiere, nel cuore di San Francisco, la proprio casa. Le lanterna lungo le strade e i negozi sono delimitati dalla Dragon’s Gate, il grande portone che da accesso a China Town dal 1970.

Non mancate di gustare i famosi biscotti della fortuna che sono diventati famosi in tutto il mondo grazie alla Golden Gate Cookie Factory che dal 1962 sforna questi dolcetti che si dice siano in realtà di origine giapponese. In ogni caso qui li troverete di qualsiasi tipo e gusto.

Cable Car

Fare un giro su uno dei storici Cable Car di San Francisco è una delle cose da non perdere. I Cable Car che vediamo oggi sono andati in sostituzione ai vecchi tram che venivano trainati da cavalli. Nel 1873 finalmente viene messo in uso il primo Cable Car elettrico che portò poi alla realizzazione di ben 23 linee.

Ma ad oggi ne sono attive solo 3: Powell – Mason, Powell -Hyde e la California St. line. Tenete presente che si tratta di una delle più turistiche attrazione di San Francisco, quindi molto spesso c’è una gran fila da fare. Le corse partono alle ore 07:00 e terminano alle 22:00, costo del biglietto per una sola corsa: 8$. Potete studiare bene le corse sul sito ufficiale in modo da organizzarvi bene e sfruttare la corsa più comoda per raggiungere un punto di interesse. Aspettate alla fine della corsa, di vedere come il Cable car viene girato sulla sua piattaforma.

Ferry Building

Questo edificio storico di San Francisco si trova nel quartiere di Embarcadero e insieme al Golden Gate Bridge è tra le costruzione simbolo di San Francisco.

La sua torre dell’orologio svetta a 75 metri di altezza e si ispira alla Giralda di Siviglia. Fa da faro a tutte le imbarcazione che attraversano la baia di San Francisco. È stato costruito nel 1898 e da grande porto purtroppo vide un periodo di declino terminato agli inizi del 2000 quando fu ristrutturato e trasformato in un mercato. Nasce così il Ferry Building marketplace. Avrete una grande scelte tra prodotti locali e biologici a marchi più commerciali. Io ho preso un gustosissimo gelato da Humphry Slocombe.

I suoi orari di apertura sono dal lunedì alla domenica dalle 07:00 alle 20:00. Potete controllare eventuali chiusure sul loro sito ufficiale.

Union Square

Si tratta del quartiere finanziario della città. Ma non solo, perchè in questa piazza, dalla data della sua costruzione nel 1850, si sono mosse tante manifestazioni che ancora oggi animano la popolazione. È anche il quartiere dello shopping e delle grandi marche.

Una delle prime tappe fatte appena arrivati a San Francisco infatti è stata la ricerca di una calda felpa proprio tra i negozi di questa zona. Una cosa che dovete tenere presente su San Francisco sono le sue temperature. Qui non troverete mai il caldo di Los Angeles! Quindi tenete con voi sempre una felpa.

City Light Bookstrore, San Francisco
Libri volanti a North Beach

Queste sono solo alcune, anzi 10, delle tappe che non potete assolutamente perdere a San Francisco.

Ma vi do un bonus. Vi ho parlato di Jack Kerouak e della libreria simbolo della beat generation: City Light Bookstore. Questa libreria è stata fondata da due italo americani nel 1953, nel quartiere di North Beach. Per la precisione fondano la casa editrice a cui poi sussegue la libreria. Era ritrovo dei grandi scrittori che riuscirono con le parole a stravolgere un’intera generazione, che ancora oggi trova in questi libri un credo. E poter entrare lì è stata un’emozione che ha reso questo viaggio indimenticabile.

Le cose da vedere a San Francisco sono così tante che ci vorrebbero almeno altri 5 articoli “10 cose da non perdere a San Francisco“.

Ma per il momento ci fermiamo qui, sperando magari di poter tornare presto in questa favolosa città e portarvi a scoprire i suoi luoghi più nascosi.

Ma se riuscite prima voi, siamo come sempre felici di leggervi e sapere la vostra su questa città unica dei favolosi States!

PS: Ti consigliamo sempre di stipulare un’assicurazione viaggio che posso farti vivere la tua esperienza in tutta tranquillità!

Noi ci affidiamo a Heymondo ed abbiamo per un codice sconto per te!

Profondo Rosso Store e il museo degli Orrori.

In via dei Gracchi 260, c’è una porta dall’insegna terrificante: Profondo Rosso! Il suo nome dice tutto. Varcata la sua soglia sarete catapultati in una dimensione fatta di orrende creature, alieni e esseri terrificanti. Da bimbi passare qui davanti era un’incubo. Le maschere e i strani gadget incutevano terrore e paura.

La stessa dei film di Dario Argento, che visti di nascosto, hanno segnato la mia infanzia.

Profondo Rosso store, Roma

Eppure anni e anni dopo questo store è diventato il punto di ritrovo durante il mese di ottobre. Quando presi dalla curiosità e dalla voglia di mistero ci si incontrava qui davanti per comperare la maschera più terrificante da sfoggiare alla festa di Halloween. E magari portarsi a casa anche il DVD dell’ultimo raccapricciante film horror da guardare tutti insieme terrorizzati!

Ma come e da chi nasce Profondo Rosso?

Quando si parla di Profondo Rosso la mente non può che non ricollegarsi al famoso film del 1975. Nato dalla mente del grande regista Dario Argento, questo film ha segnato il suo passaggio dal thriller all’horror. Le musiche della colonna sonora dei Goblin ricollegano in automatico alla famosa scena dello specchio.

Profondo Rosso non è quindi un nome scelto a caso. Ad Halloween del 1989 Dario Argento e Luigi Cozzi, anche lui regista e suo collaboratore, decidono di aprire questo store che in pochissimo tempo diventa punto di incontro per fan e amanti del genere horror e fantascienza.

Qui poterete trovare film ricercatissimi e grandi cult. Libri, gadget, maschere terrificanti, posters, action figures dei vostri mostri preferiti e le chicche che difficilmente potrete trovare altrove. In tutto ciò a rendere questo luogo ancora più oscuro e misterioso c’è la piccola scala a chiocciola sulla sinistra che vi condurrà nei tenebrosi sotterranei del Museo dell’Orrore. Avete capito bene: Museo degli Orrori. Preparatevi a ritrovarvi nelle scene più terrificanti di alcuni film come “Demoni”, “Phenomena” e altri ancora. In questi sotterranei, Dario Argento e Luigi Cozzi, hanno ricostruito alcune scene con i materiali originali utilizzati durante le riprese dei film. Mentre scendete e vi avvicinate ad ogni cella, una voce vi narrerà le tragiche vicende di quello che avete davanti i vostri occhi.

È giusto informarvi che tra demoni e uccelli maledetti non è detto che riusciate ad uscirne vivi…

Nel caso contrario potrete avere la fortuna, riemersi dalle tenebre, di incontrare i due registi e artefici di queste mostruosità.

Fortuna che in tanti anni noi ancora non abbiamo avuto. Ma la gentilissima Letizia, che ormai gestisce lo store dalla sua apertura, ci ha raccontato come ormai questi mostri, le maschere, e la cupa atmosfera di questo posto, siano casa. Di come la paura ha fatto spazio alla tranquillità. Di come questo posto ormai sia una comfort zone in cui vengono da tutto il mondo, non solo per cercare le rarità da collezione, ma per poter respirare la storia e la passione che ormai da 34 anni sono racchiuse in queste mura. E tantissimi grandi nomi del cinema sono passati e passano qui, da Tim Burton a Tom Savini.

Lo store vende anche online in tutto il mondo ma perchè privarsi della possibilità di acquistare il film direttamente dal suo regista?

E poi non è giusto che io sia l’unica a dover passare notti insonni dopo aver visitato il Museo degli Orrori! Quindi: Profondo Rosso vi aspetta dal lunedì al sabato dalle ore 11:00 alle 19:30. Vediamo un pò in quanti avranno il coraggio di entrare!

Cosa non perdere a Lisbona in ordine sparso

Lisbona è una città dalle facciate decorate con azulejos e dalle inspiegabili case abbandonate, dalle vivaci stradine colorate alle eleganti e austere cattedrali. Dai deliziosi dolcetti di crema alle crocchette di formaggio filante. Dalla sua architettura al suo cibo, con il sottofondo della musica Fado, la vostra visita a questa città rimarrà una delle più singolari.

Se avete seguito le nostre precedenti avventure, sapete che siamo arrivati fino a Lisbona con la nostra macchina, partendo da Roma!

Sì, avete capito bene! Abbiamo percorso più di 2.850 chilometri per venirci a gustare l’originale Pastel de Belém nella sua città di origine. Ah, e sempre in compagnia della nostra dolce Nanà! La nostra visita, però, è stata molto breve. In soli due giorni abbiamo dovuto fare un giro veloce delle attrazioni imperdibili di Lisbona! Nella puntata precedente eravamo in Algarve, la nostra prima tappa portoghese! Non avevamo un piano ben preciso: questa volta nessun itinerario super dettagliato da seguire. Ci siamo goduti questa città così come veniva.

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Cosa non perdere a Lisbona in ordine sparso!

Pastéis de Nata

Se, come noi, volete iniziare la mattinata in dolcezza, partite da questo quartiere che profuma di dolcetti appena sfornati. Belém, il quartiere dei Pastéis de Nata. Posizionatevi dalle 8:00 al numero 84 di Rua de Belém, aspettate che le porte della storica pasticceria Pastéis de Belém aprano e gustatevi l’originale tortino ripieno di crema appena sfornato, magari con una spruzzatina di cannella.

Questa pasticceria ha origine in una vecchia raffineria di canna da zucchero del 1837, dove si iniziò a sfornare questi dolcetti seguendo la segreta ricetta del monastero di Mosteiro dos Jerónimos, che fu chiuso qualche anno prima.

La ricetta è così segreta che queste tortine di crema sono le uniche a potersi chiamare «Pastéis de Belém» perché prodotte all’interno di questa pasticceria. Tutte le altre sono semplicemente Pastéis de Nata. Qui, cannella e zucchero a velo vi vengono dati a parte. Il nostro consiglio è di gustarne uno senza nulla e poi passare al secondo con un leggero velo di cannella. Preparatevi a fare un po’ di fila!

Se da qui vi incamminate lungo Rua de Belem, a solo 170 metri ma al lato opposto, il vostro olfatto sarà attirato da profumo cannelloso dei Pastel de nata di Manteigaria – Fábrica de Pastéis de Nata. Questa è una delle tante sedi che trovate qui a Lisbona e a Porto. La crema qui è molto più saporita e l’impasto della sfoglia più fino. Forse, forse ci è piaciuto di più!

Quello che è certo che sono in assoluto le cose da non perdere a Lisbona! Ma aspettiamo un vostro riscontro!

Torre di Belem e Padrão dos Descobrimentos

A stomaco pieno, non ci resta che metterci in cammino e dirigerci verso i due luoghi iconici di questo quartiere occidentale di Lisbona, che affaccia sul fiume Tago.

Iniziamo dalla Torre di Belém o Torre di São Vicente. Questa torre fortificata, terminata nel 1521, è un sito del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco grazie all’importante ruolo avuto durante il periodo delle scoperte come porto sicuro per tutti i navigatori portoghesi.

È possibile accedervi e godere di una vista stupenda dalla sua terrazza. Orari di apertura: tutti i giorni dalle 09:30 alle 18:00. Il costo del biglietto è di 8€. Consigliamo di prenotare online con il salta fila, a meno che non pensiate di andare molto presto la mattina. Possiamo assicurarvi che la fila alle 11:00 del mattino era piuttosto lunga. Da qui, proseguite costeggiando il lungo fiume; la vostra prossima meta è ben visibile.

Il Monumento alle Scoperte, Padrão dos Descobrimentos, è un elogio a tutti i grandi navigatori portoghesi, primo fra tutti Enrico il Navigatore. Fu dedicato a lui in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte. Realizzato nel 1960 sulle rovine del precedente monumento del 1940, che fu demolito perché costruito con materiali scadenti, il monumento raffigura Enrico il Navigatore che tiene in mano una caravella, seguito da altri grandi eroi portoghesi. Potete accedere all’interno del Monumento alle Scoperte e salire sulla terrazza per ammirare il panorama su tutto il quartiere e su Lisbona a ben 54 metri di altezza. L’accesso alla terrazza è servito da un ascensore.

Al piano inferiore, potete visitare il Centro Culturale delle Scoperte. È aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00. Il costo del biglietto è di 10€. Alle spalle del monumento si trova la grande Rosa dei Venti, di 50 metri di diametro, che traccia le rotte dei grandi navigatori. Realizzata dall’architetto Luís Cristino da Silva, è un mosaico in marmo rosa e nero, regalo del Sudafrica.

Per ammirarla interamente, non vi resta che salire sul Monumento alle Scoperte. Queste due tappe sono sicuramente tra le cose da non perdere a Lisbona.

Monastero di san Gerolamo,, portogallo

Monastero dos Jerónimos.

In pochi passi potrete raggiungere un altro iconico luogo di questo quartiere che celebra il ritorno del grande Vasco da Gama dopo la scoperta della rotta per l’India: Monastero dos Jerónimos.

La sua costruzione fu iniziata nel 1502 e terminata cento anni dopo. In stile manuelito si unisce perfettamente con il tardo gotico e il rinascimento. È quindi uno spettacolo che non può essere perso anche solo se ammirato da fuori. Realizzato dall’architetto Diogo Boytac e dedicato al santo protettore dei marinai: San Geronimo. Nel 1983 fu dichiarato patrimonio dell’Unesco.

Il suo interno, rimane per noi una delle tappe da recuperare nella nostra prossima visita a Lisbona. Vi lasciamo comunque le info indispensabili.

Visitabile dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 17:00 orario invernale alle 18:00 orario estivo, costo del biglietto 12€.

 

LX Factory, il quartiere da non perdere a Lisbona

Proprio perché qui è tutto in ordine sparso, saltiamo all’alternativa e colorata zona di LX Factory. Si tratta di un’ex zona industriale, facilmente riconoscibile dai suoi grandi capannoni. Abbandonata per decenni, nel 2008 è stata rivalutata e riconvertita in uno spazio creativo e sociale.

Ora potete passeggiare nella sua verde area tra negozietti vintage, tatuatori, librerie e tanti locali con una vasta scelta culinaria. L’impronta industriale è stata trasformata dai colori sgargianti della street art, che ha portato nuova vita a questi grigi muri. Tra le cose da non perdere, un libro ricordo/souvenir nell’ormai instagrammabile Livraria Ler Devagar.

Avrete l’imbarazzo della scelta su dove fermarvi a caricare le batterie con un buon piatto. La scelta è vastissima e include opzioni vegane. Dovete solo scegliere il localino che vi ispira di più.

Noi ci siamo concessi un Pastel de Bacalhau da Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau. Si tratta di tipiche crocchette di baccalà e patate con un cuore di formaggio filante. Imperdibili, peccato solo che qui costano 5€ l’una. In giro per la città trovate tante altre opzioni più economiche, anche se questi sono davvero spettacolari!

Il centro è aperto in media dalla mattina dalle 08:00 fino alle 02:00, ma ogni singolo negozio e locale ha il proprio orario. Per noi è il luogo perfetto per un aperitivo e un po’ di shopping di seconda mano in totale relax.

Il quartiere di Alfama e Barrio Alto

Tra le cose da non perdere a Lisbona sicuramente una passeggiata tre le viette che fanno su e giù nello storico quartiere di Alfama. Qui il  Castello di Sao Jorge si erge su tutta la città come punto panoramico più alto. Le stradine e le facciate delle costruzioni decorate dagli azulejos lo rendono uno dei quartiere più caratteristici dove potersi fermare per un tramonto super in uno dei suoi mirador: Miradouro de Santa Luzia e il Miradouro das Portas do Sol. Per scendere potrete fare un giro sul famoso Tram 28.

Tornati giù gustatevi un drink vista Tago da uno dei chioschi a Praca do Comercio. Quiosque Ribeira das Naus vi da la possibilità di rilassarvi su una sdraia e osservare le imbarcazione illuminate nella notte che navigano il fiume in tranquillità.

Da questo quartiere ci siamo diretti verso il Bairro Alto. Tra i tanti locali di questa zona vivace, ci siamo fermati da Tasca Da Tia Mancheta, attirati dalla musica Fado. Inaspettatamente, siamo riusciti a gustarci una cena tradizionale e a vivere l’emozione che questi canti popolari sanno trasmettere.

Solitamente, per partecipare a uno spettacolo di Fado bisogna prenotare in qualche locale specializzato, con prezzi che si aggirano tra i 20€ e i 50€, cena inclusa. Qui, invece, abbiamo avuto modo di godercelo al costo di due portate e un bicchiere di vino. Inoltre, è stato importante per noi poterci sedere con Nanà, la nostra cagnolina, in quanto il locale ha tavolini all’esterno posizionati esattamente davanti alla porta dove gli artisti si esibiscono. Davvero un’esperienza d non perdere a Lisbona!

Purtroppo, non possiamo definire Lisbona come una città Dog Friendly. Nei locali, i cani non possono accedere a meno che non ci siano tavolini all’aperto. Possono salire sui mezzi pubblici solo se in un trasportino e non possono entrare in nessun negozio. Ovviamente, è normale che non possano accedere ai luoghi di culto o monumenti.

Questo ci ha limitato molto. Abbiamo sempre dovuto optare per usare la nostra auto per i grandi spostamenti o camminare, rinunciando anche a un giro sul famoso Tram 28. Abbiamo riscontrato questa problematica in tutto il Portogallo che abbiamo visitato in questo viaggio. Motivo per cui, la prossima volta Nanà rimarrà a casa con i nonni e noi ci godremo Lisbona in tranquillità!

Lisbona ha tanto altro da scoprire e gustare. Purtroppo, il nostro tempo era scarso. Ma abbiamo comunque voluto condividere con voi le cose da non perdere a Lisbona anche se con pochissimo tempo. Aspettiamo con ansia di tornare e se volete, nel frattempo, raccontarci la vostra esperienza o consigliarci altro, saremo lieti di leggervi. Vi ricordiamo che trovate tutte le nostre avventure aggiornate sui nostri social! Al prossimo Pastel de nata!

Monument Valley: come visitare la meraviglia del Far West.

La nostra esperienza nella Monument Valley è di certo una di quelle che non scorderemo mai!

Avete mai dormito in macchina in un parcheggio del MC Donald? Ecco noi si! Diciamo che da una disavventura è venuta fuori una delle albe più spettacolari della nostra vita.

Vedere il sole spuntare il mezzo ai grandi monoliti che caratterizzano questa meraviglia naturale è di certo nella Top 5 dei miglior momenti della nostra vita.

Ma come ci siamo arrivati a dormire in auto?

Primissima cosa da sapere: gli on the road all’avventura sono belli ma è bello anche avere un letto dove dormire.

Quindi se state organizzando di visitare la Monument Valley con la vostra auto durante un on the road, soprattutto nei periodi di alta stagione( o non), prenotate con largo anticipo i pernottamenti!

lungo la strada Highway 163, Stati Uniti, arizona
Ohmmmm

Ma dove si trova la Monument Valley?

Si avete ragione! Partiamo dal capire dove si trova questo iconico paesaggio americano simbolo del Far West.

La Monument Valley si trova negli Stati Uniti occidentali, tra lo Utah e l’Arizona e gran parte della strada che vi ci porta, la Highway 163, si trova proprio nel secondo stato. L’ultima cittadina prima di arrivare qui è Kayenta in Arizona a 70 chilometri. Percorribili in circa 30 minuti di auto.

Non è un parco nazionale ma una riserva indiana: la Navajo Nation Reservation. Totalmente gestita dalla popolazione nativa, per l’appunto i Navajo.

Quindi non potrete utilizzare alcun pass per i parchi nazionali.

Cosa vedere e i tour da fare.

La Monument Valley è una immensa distesa desertica di origine fluviale. I grandi monoliti che la caratterizzano sono guglie rocciose di sabbia che prendono l’iconico colore rossastro dalla grande presenza di ferro nel terreno. I “Testimoni di erosione” così chiamati i grandi massi rocciosi in lingua nativa si distinguono tra Butte e Masas.

Il nome originale di questa zona è ” Tsé Biiʼ Ndzisgaii” che non a caso significa: Valle delle rocce.

Queste terre sono abitate dal 1300 a.C.. Restano totalmente territorio dei Navajo anche quando l’industria cinematografica si rende conto del gande potenziale scenografico e turistico di questo territorio.

Così a partire dagli anni ’30 del 900 la Monument Valley diventa l’iconica sede dei film Western.

Per assurdo già tutti conosciamo le grandi butte che ormai sono nel nostro immaginario collettivo. Ma trovarsi lì, o meglio, trovarsi in mezzo a questi immensi e maestosi monoliti vi farà emozionare tanto da non trattenere le lacrime.

Non c’è film che possa emozionarvi tanto quanto essere davvero lì!

Arrivati nel Monument Valley Tribal Park Visitor Centre, potrete parcheggiare e avviarvi all’interno della struttura per comprare qualche souvenir, prendere una mappa dell’area e utilizzare i servizi igienici. Notate bene che non ce ne sono ovviamente nel parco.

Da qui potete optare per: fare il tour della Scenic Drive, la strada panoramica che si snoda per 17 miglia, con la vostra auto o con un tour con guida locale.

Se decidete di guidare su questa strada sterrata e dissestata da soli state molto attenti. L’ideale sarebbe una 4X4 ma anche noi avevamo una semplice berlina. Mantenete sempre la strada e andate piano. Evitate buche e sabbia. Con la vostra auto di certo sarà molto più avventuroso e…rischioso.

Tra l’altro tenete ben a mente che le agenzie di noleggio non coprono danni fatti all’interno di quest’area!

Se decidete di vivere l’esperienza in tranquillità ci sono molti tour organizzati dalle guide native che vi porteranno anche in aree private accessibili solo con tour. Potrete addirittura andare a cavallo. Sul sito ufficiale trovate tutte le guide che operano con i vari tour.

Ogni Butta e Masas ha un suo nome. Questo è un territorio sacro per la popolazione nativa, rispettate quindi ogni segnaletica e divieto che trovate lungo la strada.

Tra i più iconici monoliti ci sono The Mittens and Merrick’s Butte. Simboli indiscussi della Monument Valley!

Elephant Butte che viene chiamata così per la sua somiglianza ad un elefante. Ehm.

John Ford’s Point è un’altro dei punti panoramici che vi rapiranno. Uno di quei paesaggi che vi entrerà nel cuore per non lasciarvi più. Dedicate del tempo ad ammirare queste meraviglia. A pensare al lavoro che in secoli e millenni la natura ha fatto per creare ciò. Come non pensare che ci sia davvero qualcosa di magico e sacro in queste terre?

Questi sono solo alcuni dei Butte che trovate qui. Per non perdevi nulla e sapere bene cosa stata osservando prendete la cartina al Centro Visitatori.

Ovviamente andando con una guida avrete anche modo di conoscere meglio le sue storie e leggende.

Orari, costi e cosa avere con se.

La Monument Valley è visitabile tutti i giorni tranne: il giorno del Thanksgiving ( quarto giovedì di novembre), Natale e il Primo Gennaio.

Potete accedere con la vostra macchina e percorrere la Scenic Drive dalle 8:00 alle 17:00 ma tenete a mente che l’ultima entrata è alle 14:30.

Lo stesso vale per i tour con guida.

Il biglietto di entrata è di 8€ a persona. Si paga all’entrata alla macchinetta che trovate lungo il percorso.

In caso di condizioni meteo avverse, l’accesso all’area potrebbe essere chiuso. Controllate sempre sul sito ufficiale eventuali comunicazioni.

Monument Valley, la vista migliore, Stati Uniti
The Mittens and Merrick’s Butte.

Se andate nei periodi più caldi attrezzatevi con tanta acqua, crema protettiva alta, cappello e vestiti leggeri. Se andate la mattina presto tenete con voi una felpa, l’escursione termica si fa sentire. In inverno valutate molto bene il tipo di abbigliamento. Calcolate che potreste trovare i monoliti innevati.

La Monument Valley è visitabile tutto l’anno ma tenete presente le calde temperature in estate, il forte sole e la possibilità di neve in inverno. Noi a metà settembre siamo arrivati la mattina prima dell’apertura e anche con una felpa abbiamo sentito “freschetto”.

Gli Stati Uniti e la sua vastità di panorami e paesaggi regalano sempre grandi emozioni. La natura si fa sentire prepotente e ricorda a l’uomo che non esiste cemento che possa resistere alla sua forza o superare i grandi lavori artistici che solo Madre Natura sa creare.

La Monument Valley resta per noi una delle meraviglie che meritano di essere viste almeno una volta nella vita.

Speriamo di avervi dato le informazioni giuste e l’ispirazione per prenotare il vostro prossimo viaggio negli States!

E non dimenticate di raccontarci la vostra avventura, sperando non finiate a dormire anche voi in un parcheggio! See you soon!

Cameron Highlands: una giornata tra le piantagioni di tè

Tra le gite da fare fuori porta a Kuala Lumpur, sicuramente non può mancare un fresca passeggiata tra le piantagioni di tè nelle Cameron Highlands. Si tratta delle piantagioni di tè verde più grandi del sud est asiatico. Risalenti al periodo coloniale britannico, furono chiamate così in onore dell’esploratore William Cameron che nel 1885 mappò la zona. Ad oggi oltre al tè potrete visitare piantagioni di fragole, lavanda e miele che si alternano a strutture turistiche. Ma fortunatamente ancora c’è molto del loro fascino naturale e della foresta.

Come organizzare un’escursione nelle Cameron Highlands

Abbiamo organizzato la nostra escursione in giornata nelle Cameron Highlands il giorno prima grazie alle ragazze del Centro Turistico malese a Kuala Lumpur. Ci hanno messo in contatto direttamente con una guida locale, con cui ci siamo poi accordati per orario e punto di incontro. Per visitare questa zona è consigliato affidarsi a tour. Impensabile girare da soli, almeno che non si pensi di affittare un’auto. Tenete presente che il viaggio comunque richiede più di 3 ore di auto. Sarebbe un vero sbattimento, almeno che non abbiate tempo a disposizione per passarci una notte, approfittarne per qualche trekking e godervi un tramonto tra le verdi terrazze.

Visto il poco anticipo nella nostra organizzazione del tour, abbiamo preferito affidarci a un driver personale che ci ha prelevato dal nostro hotel e portato in giro tutto il giorno. Tra l’altro è stata un’esperienza anche molto più intima. Abbiamo avuto la possibilità di passare un’intera giornata con un locale, preparatissimo sul suo paese, felice e orgoglioso di spiegarci ogni particolare della sua cultura e del territorio malese. è stato un vero piacere. Siamo partiti alle 7:30 dal nostro hotel di Kuala Lumpur e siamo tornati alle ore 20:00. Costo del tour in due: 740 RM, circa 150€ in due, quindi anche meno della media dei prezzi dei tour con bus.

Cameron Highlands, Malaysia

È vero che sono famose per le piantagioni di tè, ma non saranno le uniche cose che vedrete qui! Vi stupirete di quante meraviglie naturali e attrazioni turistiche ci sono in questa zona centrale della Malesia. Quindi qui di seguito tutto quello che puoi vedere alle Cameron Highlands.

Cascate di Lata Iskandar

La prima tappa del nostro tour privato è stata in queste cascate che rimangono lungo il percorso. Immerse nelle foresta sono un vero spettacolo naturale. Alcune persone stavano addirittura facendo il bagno. Tra l’altro qui ci sarebbe anche un bel trekking da fare se avete tempo. Ci sono alcune bancarelle che vendono frutta fresca raccolta nella foresta. Se alzate il naso all’insù vedrete molti alberi di Jack Fruit e mango. Una sosta piacevole per spezzare le prime ore di auto.

Cameron Valley Tea Plantation

La nostra prima piantagione di tè! Sarete subito colpiti dalla grande scritta stile Hollywood che spicca sulle verde terrazze. Ci siamo incamminati dal parcheggio seguendo il percorso che si snoda all’interno delle piantagioni. State attenti a non uscire fuori dal sentiero e non rovinare le piante al vostro passaggio. Abbiamo assaggiato una tazza di tè gustandoci la pace di questo posto. Abbiamo fatto scorta di tè per almeno tutto l’anno!

PS: Vi ricordiamo sempre di viaggiare tranquilli e sicuri. Quindi non partite mai senza una buona assicurazione viaggio e sanitaria! Noi ormai ci affidiamo a HeyMondo! E grazie a noi potete avere uno sconto del 10%! Clicca qui!

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Boh Plantation, nelle Cameron Highlands.

Molto più turistica e commerciale è anche la prima e più antica piantagione di tè del paese. Risalente ai primi anni venti ad opera dell’inglese Archibald ‘Archie’ Russell. Negli anni questo territorio è stato più volte occupato e scenario di guerre. Rimanendo l’unica piantagione inglese all’attivo anche dopo l’indipendenza della Malesia dall’Impero Britannico. Oggi qui è possibile visitare le piantagioni che si espandono per ettari in verdi e lussureggianti terrazze, assistere alla lavorazione delle foglie da te e soprattutto poterlo assaggiare ammirando tutto questo. Tra l’altro è anche un ottimo souvenir da riportare!

Cameron Lavander alle Cameron Highlands

Dobbiamo ammettere che è stata la nostra prima volta anche per il campo di lavanda. Questo grande giardino in realtà sembra più un parco divertimenti per bambini. Ma non eravamo a conoscenza delle tappe del nostro tour quindi ci siamo affidati a tutto quello che la nostra guida-driver ci proponeva. Nel complesso è stato carino. Tra l’altro potete assaggiare il gelato alla lavanda!

Prezzo di entrata 40 RM, circa 8€.

Cameron Higlands Butterfly Garden

Piccolo parco che ospita oltre alle farfalle altre piccole specie animali, come rettili, coniglietti e altri piccoli mammiferi. Si trovano anche alcune piante tipiche e autoctone della zona. Sicuramente non lo avremmo mai inserito in un itinerario strutturato da noi. Forse va bene se siete con bimbi ma altrimenti potrebbe benissimo essere una tappa da evitare. Anche perchè non molto ben tenuto e non è da noi visitare luoghi dove gli animali vivono in gabbie.

Raaju’s Hill Strawberry Farm

Abbiamo scoperto grazie a questa esperienza che la Malesia è una gran produttrice di fragole. In questa piccola coltivazione così come nelle tante altre in questa zona potete divertirvi a cogliere le vostre fragole che potrete poi acquistare al chilo. C’è un caffe con terrazza dove potrete acquistare uno dei dolci fatti da loro con le fragole e gustarvelo in tranquillità.

Queste sono state tutte le tappe del nostro tour privato. Il nome dell’agenzia di riferimento è Avin Travel. La nostra guida è stata molto carina e preparata. Quello che possiamo dirvi che sicuramente avremmo saltato alcune tappe di questo tour per dedicarci volentieri ad altro, magari spendendo qualche ora in un bel trekking nella giungla. Quindi quello che vi consigliamo è sicuramente prenotare con anticipo e organizzare in base ai vostri interessi il tour, soprattutto se privato. Noi purtroppo, dato il poco tempo per l’organizzazione dell’intero viaggio, ci siamo fidati completamente e ciecamente di quello che ci proponeva la guida. Nel complesso è stata una grande giornata ricca di novità e attività interessanti.

Una perfetta gita fuori porta per spezzare un pò l’itinerario di tre giorni nella fantastica città di Kuala Lumpur.

E voi avete mai visitato questa zona o altre piantagioni di tè in giro per il mondo? Seguiteci sui nostri social per le ultime avventure!

Road to Hana: lungo la strada più scenografica delle Hawaii.

La Road to Hana è una di quelle esperienze che devono essere nella lista delle cose da fare prima di morire. Uno di quei traguardi che devi raggiungere. Poter dire: ho guidato lungo la Road to Hana!

Della serie che se sei riuscito ad uscire con la macchina illesa da queste strette strade fatte di cascate, strapiombi sull’oceano e viste su spiagge paradisiache, puoi guidare ovunque.

E non scherziamo! Abbiamo visto anche delle magliette che riportano: Survivor of Road to Hana. Cioè: sopravvissuto alla Road To Hana.

Ma cerchiamo di capire bene dove siamo e che percorso segue una delle strade più belle e leggendarie del mondo.

Dove si trova la Road to Hana.

Siamo nell’arcipelago delle Hawaii, sull’isola di Maui. La Hana Highway, si snoda lungo la costa nord orientale dell’isola, partendo da Kaului per arrivare appunto ad Hana. In realtà la strada continua ad anello. Ma continuare a fino a Kihei non è consigliabile in quanto da Kipahulu alcuni tratti di strada sono sterrati e la compagnia di noleggio auto stessa, non copre possibili danni avuti in quel tratto di strada. La sua numerazione parte da Hwy 36, diventando poi Hwy 360 per continuare dopo Hana con la Hwy 31 poi Hwy37.

Consiglio numero uno: tenete sempre il serbatoio pieno! Fate rifornimento ogni volta che potete. Tenete conto che le strade sono per la maggiore molto strette con piccoli ponticelli in cui vi troverete in una sola corsia e magari con qualcuno che va di fretta e vuole superarvi. Mantenete la calma e lo spirito Aloha. Godetevi le meraviglie che questo on the road vi regalerà!

Spiaggia di Koki, Maui
Spiaggia di Koki, lungo la Road to Hana

Il nostro percorso.

Siamo arrivati a Maui da Oahu, di cui trovate l‘itinerario completo, con un volo interno operato da Hawaiian Airlines. Volo durato appena 35 minuti! Da qui abbiamo noleggiato subito l’auto a l’aeroporto.

Maui ci accoglie con i postumi di una Olivia che è passata un po’ più arrabbiata rispetto ad Oahu. Un fortissimo vento ci rende un po’ titubanti del nostro itinerario serale. In ogni caso ci dirigiamo verso Haleakala Crater dove passeremo la notte nel camping di Hosmer Grove in tenda.
Guidiamo con un pò di titubanza in quanto la strada è totalmente buia e più di una volta Riccardo ha rischiato di investire le mucche al pascolo!

Arriviamo che ormai il sole è totalmente andato e cerchiamo di montare la tenda con un inaspettato successo. Eh si inaspettato successo perché era la prima volta in vita nostra che montavamo una tenda! Quello all’Haleakala è stato in nostro primo camping! Non male no?!

Hosmer Grove offre circa 12 posti auto, noi siamo stati gli ultimi ad arrivare, l’accesso al camping è compreso nel biglietto di entrata al parco nazionale dell’ Haleakala che si paga all’entrata solo con carta debito/credito ad una macchinetta lunga la strada, la ricevuta va posta sul cruscotto in bella vista!

Costo di entrata al parco per 3 giorni 30$ a macchina. Controllate sempre sul sito ufficiale le possibili comunicazioni in quanto potrebbero esserci chiusure a causa di condizioni meteo avverse.
Dormiamo sotto un fitto cielo di stelle, con una temperatura di circa 10 gradi che ci prelude quello che ci aspetta l’alba seguente. Ci siamo addormentati dopo aver osservato incantati tutte quelle stelle. E alcune Nene che strillavano nella foresta. Le Nene sono le oche selvatiche hawaiane, abbiamo avuto la fortuna di intravederne una lungo la strada la mattina seguente. Calcolando che il sole sorgerà per le 06:00 alle 04: 30 smontiamo tutto e percorriamo in macchina i circa 40 minuti di strada per arrivare al Visitor center. Minuti di qualsiasi straccio che possa tenerci al caldo prendiamo postazione e aspettiamo di salutare il sole.

Haleakala è un cratere inattivo a circa 3000 mt famoso per le sue sorprendenti albe a 0°. E’ una delle esperienze da fare se si è a Maui, in pratica un Must!

Per accedere al Visitor Centre dovete però prenotare, con largo anticipo, il vostro posto. Sul sito ufficiale prenotate nella sezione Sunrise Reservation, con una tassa di 1$.

Stavamo per morire di ipotermia quando ecco i primo raggi di sole che ci salutano. La foschia che sovrasta il cratere questa volta la vediamo dall’alto che raggio dopo raggio si dissolve. Alcuni hawaiani intonano canti di saluto al sole mentre noi ci teniamo stretti ad ammirare lo scenario di colori che Haleakala ci offre.

A spettacolo finito la scelta dei trail da fare è vasta ma noi abbiamo un altro piano: percorrere entro sera circa 132 km della Road to Hana per dormire nuovamente sotto le stelle ma con vista oceano, al camping di Kipahulu.

Noi ci dividiamo quindi le vari tappe in due giorni iniziando dalle Twin Falls. Ma prima foto di rito al Road To Hana Mile Marker Zero. Il trail fino alle cascate è tranquillo e al di fuori c’è un piccolo stand di frutta fresca e un bellissimo bambuseto dove il simpaticone di Riccardo si è nascosto per i suoi scherzi! Ci fermiamo al Garden of Eden. Questo piccolo giardino già dal nome dice tanto.

Road To Hana Mile Marker Zero, Maui
Road To Hana Mile Marker Zero

Altro stop Ke’Anae Arboretum! In questo arboretum gratuito avrete modo di poter ammirare i bellissimi eucalipto arcobaleno, passeggiando nella fitta foresta, una piccola pausa nel verde per sgranchirsi un po’ le gambe.

Da qui non può mancare una pausa con uno dei migliori banana bread del mondo. Quello di Halfaway to Hana! Ne abbiamo presi due pezzi appena sfornati. Ancora ho l’acquolina in bocca! Ovviamente con le banane appena colte nella foresta!

Potete fare uno stop al Nahiku Marketplace, vale la pena fermarsi anche solo per dare un’occhiata ai pittoreschi stand. Si arriva poi ad Hana! Piccola cittadina famosa per i suoi mega resort!

Se come nel nostro caso avete intenzione di campeggiare a Kipahulu sappiate che questo è l’ultimo posto dove potete trovare un market per comprare le provviste. 
Rimarrete senza parole alla vista dei due market di Hana. Si trovano uno fronte all’ altro: Hasegawa General Store e Hāna Ranch Store. E qui scoprirete la vera faccia della Hawaii!

Piccoli store a gestione familiare dove trovare cibo e souvenir particolari e unici non che dei veri e propri musei archeologici! Per evitare come noi di arrivare al camping di Kipahulu e dover tornare indietro, fermatevi qui per acquistare viveri.

Tappa che purtroppo abbiamo saltato è la Hana Lava Tube. Dei veri e proprio percorsi sotterranei nei scavati nella lava. Ci siamo poi un po’ rilassati sulla piccola spiaggia di Koki giusto il tempo di una pennichella sotto il sole!

Per l’accesso al camping di Kipahulu vale il biglietto pagato all’Haleakala, e si ha a disposizione uno spazio per 12 auto con vista oceano ed è attrezzato per pic nic e barbecue.

Montata la nostra tenda ci siamo goduti un tramonto oceanico con birretta e tarallucci (immancabili nel mio zaino) mentre preparavamo il fuoco per la brace dove abbiamo cotto delle bistecche prese ad Hana. 

Qui come in tanti altri punti delle Hawaii è pieno di gattini che vi faranno fusa sperando di rimediare un po’ pappa! E con noi hanno banchettato alla grande! Avevamo un po’ esagerato con la ciccia!

Abbiamo passato la notte in tranquillità finché non ha iniziato a piovere e ci siamo trasferiti a dormire in macchina. Sorto il sole malgrado la pioggia ci siamo messi in cammino lungo il parco e siamo arrivati alle Seven Sacred Pool conosciute anche come ‘Ohe’o Gulch (Oh-Hey-Oh) queste cascate, in quella giornata di forte mare, facevano veramente paura eppure c’è chi malgrado i divieti continua a tuffarsi rischiando la vita. Altra tappa molto suggestiva, soprattutto in quesat giornata di pioggia, è stata la Black Beach a Waianapanapa State Park. Il nero della sabbia e la forza delle onde con il cielo grigio ci sono rimaste impresse.

Ci rimettiamo in macchina e ci fermiamo per assaggiare uno Shave ice da Aunty Sandy’s Bread e ammiriamo le potentissime onde che si infrangono sulla scogliera di Ke’anae Peninsula un piccolo ma originario paesino hawaiano. 

Da qui andiamo dritti fino alla famosissima spiaggia di Hookipa; qui numerosi surfisti hanno perso la vita cavalcando le altissime onde che soprattutto di inverno di infrangono sugli scogli e a commemorazione della loro tragica fine si trovano tante targhe e croci. Questo punto però è lo spot preferito anche dalle Honu le Tartarughe verdi Hawaiane. 

Queste bellissime tartarughe si rilassano tranquille sulla spiaggia al sole e si ha la possibilità di ammirarle senza infastidirle, infatti ogni qual volta delle tartarughe vengono avvistate in una spiagge degli addetti volontari segnalano la loro presenza per far si che sia rispettato il loro spazio e la loro tranquillità.

Ammirarle così a decine è stato bellissimo, anche perché questa specie di tartarughe vive solo alle Hawaii!
Poco più in giù tra le casette troverete una spiaggia isolata dove godersi un po’ di pace lontano da turisti e surfisti in compagnia sempre delle Honu che se la dormono tranquille.

L’ultima tappa della Road to Hana è Pa’ia. Questa piccola cittadina Hippie è piena di colorati negozietti artigianali e localetti dove gustarsi un buon pranzo o cena dopo il mare. Torneremo a Pa’ia prima di lasciare Maui di lì a pochi giorni ma per oggi la nostra avventura finisce qui e ci dirigiamo verso il nostro appartamento a Kihei stanchi ma pieni di nuovi e bellissimi ricordi.

Ma la nostra avventura non termina qui. Vi racconteremo nella prossima puntata le altre meraviglie viste su quest’isola.

Intanto: chi di voi è sopravvissuto alla Road to Hana?

Cabo de São Vicente: uno sguardo alla fine del Mondo.

Essere arrivati da Roma con la nostra macchina fino a Cabo de São Vicente è stata una vittoria che non scorderemo mai. Percorrere 2.630 chilometri e ritrovarsi in quello che, secoli fa, era considerato il punto più estremo del mondo conosciuto ci ha fatto comprendere quanto questo viaggio ci abbia portato alla scoperta di luoghi magici.

Cabo de São Vicente è stato per secoli l’ultimo lembo di terra che i marinai salutavano prima di salpare verso l’ignoto. Immaginate di intraprendere un viaggio verso qualcosa di completamente sconosciuto, senza sapere cosa riserva l’orizzonte, ignari se ci sia una terra in cui approdare. Queste domande mi sono sorte davanti all’infinità dell’oceano Atlantico, e forse è per questo che questo luogo è così profondamente ancorato nel mio cuore.

Il vento qui soffia forte e sembra davvero spingerti a partire. Ti sussurra nelle orecchie: “Vai, c’è un mondo che ti aspetta”. E io credo che anche i marinai che lasciavano queste coste abbiano ascoltato questa voce. Credo nella forza della natura e nella voglia di scoperta che da sempre accompagna l’uomo.

Ma sentimentalismi a parte, arriviamo al dunque.

Fortaleza do Beliche, algarve
Fortaleza do Beliche

Dove si trova e come raggiungere Cabo de São Vicente?

Il punto più a sud-ovest del Portogallo si trova a circa 5 chilometri dalla cittadina di Sagres. Da sempre, questo luogo è stato di grande importanza per i navigatori, tanto da essere chiamato Promontorium Sacrum dai romani. Le sue imponenti scogliere, alte 75 metri, sono dominate dal rosso faro, costruito nel 1846 e sede del Museu dos Faróis.

Il nome del luogo è legato alla triste storia di San Vincenzo di Saragozza. La leggenda narra che, nel 304, il santo, sottoposto a terribili torture dai romani, fu gettato in mare all’interno di un sacco. Il suo corpo fu ritrovato proprio qui. Tuttavia, esistono diverse versioni di questa storia, e molte città e paesi rivendicano il ritrovamento delle sue spoglie. Alcune reliquie si trovano anche in Italia, mentre il corpo del santo è ufficialmente sepolto nella Cattedrale di Lisbona.

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La forza di questo luogo è percepibile ovunque. Il vento soffia con tale intensità che è consigliabile non sporgersi troppo verso lo strapiombo. Una targa commemorativa ricorda la morte di un giovane che purtroppo ha perso la vita qui, quindi fate molta attenzione. Inoltre, state attenti quando aprite la portiera dell’auto: ci siamo trovati in una giornata di vento forte, che ha strattonato lo sportello e urtato l’auto parcheggiata accanto.

Il grande parcheggio è gratuito e ci sono due o tre bancarelle con un food truck. Purtroppo, il faro era chiuso al nostro arrivo.

Arrivare qui non è facile: non ci sono mezzi pubblici. La soluzione più comoda per esplorare tutta l’Algarve è noleggiare un’auto. In questo modo avrete la libertà di girare in autonomia e raggiungere luoghi come questo, fuori dai sentieri battuti.

Partendo da qui, fermatevi alla Fortaleza do Beliche, che sfortunatamente era chiusa anche al nostro arrivo. All’interno si trova un ristorante che sembra non essere più in uso. La fortezza si erge sulla scogliera a 86 metri di altezza. La sua storia non è del tutto chiara, ma pare che esista fin dal XVI secolo. Da qui, tramite un sentiero, è possibile scendere fino al livello del mare.

Proseguendo in auto, la prossima tappa è Praia do Beliche. Questa spiaggia è un punto di riferimento per i surfisti che sfidano le forti onde dell’oceano Atlantico, ma è anche perfetta per rilassarsi al sole.

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Dirigetevi poi verso Sagres, fermandovi alla Fortaleza de Sagres. Questa fortezza, o ciò che ne resta, risale al XVIII secolo ed è stata gravemente danneggiata dal terremoto del 1755. Potrete ammirare la grande rosa dei venti e i bastioni rimasti. Da vedere anche la chiesa di Nossa Senhora da Graça.

Se avete tempo a disposizione, non perdetevi la Camera Sonora – Voz do Mar. Non vi anticipiamo nulla poiché, sfortunatamente, non siamo riusciti ad entrarci. Sarà sicuramente un motivo per tornare!

Nel frattempo, ci siamo concessi un po’ di relax con un aperitivo nella piccola cittadina di pescatori e surfisti di Sagres. Abbiamo visitato il mercato e poi ci siamo fermati a godere del panorama su Praia de Mareta, concludendo la giornata con una birra in uno storico birrificio: Dromedario.

Terminiamo così questa mattinata al punto più estremo del sud del Portogallo. Ma questa è solo una piccola tappa del nostro itinerario in Algarve. Vi invitiamo a scoprire il resto del nostro viaggio e a non perdere le prossime tappe!

Fateci sapere se riuscite a scoprire cosa nasconde la Camera Sonora – Voz do Mar. Seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime avventure!

Salire sulla Cupola di San Pietro: un’esperienza da non perdere.

Una delle viste più belle su Roma è sicuramente dalla cupola di San Pietro. Ma come salire e ammirare la bellezza della città eterna?

Prima di compiere questa esperienza in prima persona, non è stato facilissimo capire come poter accedere ed entrare alla cupola di San Pietro pagando solo il biglietto di 8€.

Molti blog purtroppo rimandano ad alcune piattaforme di prenotazione online che comprendono in automatico visite guidate che partono dai 30€ in su. Tanto che il biglietto di entrata a 8€ sembrava essere un impresa riuscita da pochi.

Decisi a voler scoprire da soli questo mistero ci siamo alzati alle 5:30 di una domenica mattina ottobrina. Abbiamo lasciato la nostra macchina all’entrata di Borgo Pio ( la domenica i parcheggi sono gratuiti e la zona ZTL non è attiva) e ci siamo avviati verso la grande piazza San Pietro.

Erano le 06:50. Il cielo era ancora illuminato dalle stelle e un timido sole iniziava a fare capitolino. Le luci di Via della Conciliazione ancora accese. I gabbiani che iniziavano a svegliarsi e ad animare l’atmosfera con i lori striduli. Una fresca aria ci baciava il viso mentre con le bocche aperte ammiravamo la bellezza di questa grande opera architettonica.

E voi direte: ma non vivete a Roma? Quante volte l’avete vista San Pietro?

Tante ma mai così. Una San Pietro fatta di silenzi, di luce soffusa e di una magia che ammalia anche chi ci passa davanti ogni giorno. Ammirare una città alle prime ore del mattino è un esperienza che va fatta. Nessuna fretta. Goditi quei pochi momenti di cambio tra le stelle e il sole. Respira la prima aria della giornata e pensa che di lì a poco quell’incanto si spezzerà.

Castel Sant'Angelo, Roma

Essendo in grande anticipo abbiamo ammirato il cielo cambiare colore e tingersi di rosso dal Ponte Sant’ Angelo. Il ponte che da Castel Sant’Angelo vi apre la via verso Corso Vittorio Emanuele II.

A che ora apre al pubblico la cupola di San Pietro

L’apertura di San Pietro è alle ore 07:30. Noi qualche minuto prima eravamo già in fila, nella coda destra della piazza. A quanto pare non sono mai molto puntuali. Abbiamo avuto accesso alle ore 07:50. Ma questo per quanto riguarda la domenica, in quanto la piazza viene allestita e chiusa per l’Angelus del Papa a mezzogiorno. La domenica quindi dovete passare due controlli di cui il secondo è il metal detector sotto il colonnato. Da lì potete accedere gratuitamente alla Basilica di San Pietro.

Qui in base all’afflusso di gente decidete se mettervi subito in fila per accedere alla cupola di San Pietro o entrare prima per ammirare la bellezza della basilica. Noi abbiamo optato per la prima scelta.

Seguite quindi le indicazioni per la cupola che vi porteranno al lato sinistro della basilica. Da lì inizierete la fila che vi porterà alla biglietteria.

La cupola è aperta tutti i giorni dalle 7:30 alle 18:00 dal 1 Aprile al 30 Settembre e dalle 7:30 alle 17:00 dal 1 Ottobre al 31 Marzo.

Controllate in caso eventuali cambi di programma, dovuti anche alle Sante messe, sul sito ufficiale.

Quanto costa accedere al Cupolone

L’entrata alla cupola è di 8€ se decidete di salire a piedi tutti i 551 scalini. Se invece volete optare per tagliare un pò, aggiungendo 2€ potrete prendere l’ascensore che vi lascerà alla terrazza da cui dovrete poi salire i restanti 320 scalini.

Quindi 8€ a piedi, 10€ per l’ascensore fino alla terrazza. Non si può prenotare in anticipo almeno che non abbiate acquistato un biglietto con guida da una delle agenzie online.

Quindi armatevi di pazienza e puntate la sveglia presto!

Il nostro consiglio è, se ce la fate di fare tutto a piedi. La prima parte della scalinata, cioè quella che viene tagliata dall’ascensore, è la più tranquilla.

La parte difficile viene dopo. Motivo per cui se non siete in forze, se avete problemi respiratori, di cuore o soffrite di claustrofobia, vi è sconsigliato affrontare questa scalinata.

Sinceramente mi aspettavo di peggio! Soprattutto per quanto riguarda la parte più stretta della scalinata che curva nel punto in cui state salendo proprio sulla cupola. La mia esperienza è andata oltre le aspettative!

Anche perchè tutta la fatica viene ripagata dalla vista più bella che potrete mai avere su Roma.

Come è la vista dal Cupolone

Un panorama da togliere il fiato vi si aprirà davanti appena metterete piedi fuori dalla strettissima scalinata.

L’emozione di trovarsi così in alto ad ammirare la città eterna non potrà non farvi scendere una lacrimuccia. Ci troviamo a 133 metri di altezza. La vista su Città del Vaticano e su tutta Roma dalla cupola di San Pietro è a 360°.

Prendetevi il tempo per ammirare l’infinità delle altre cupole di Roma. Divertitevi a trovare l’Altare della Patria e magari a capire da che parte sia casa vostra. Intravedendo addirittura i Castelli Romani. E non ultimi ammirate i bellissimi giardini di Città del Vaticano, con le sue perfette decorazioni floreali.

Immaginate quanto lavoro c’è stato per portare a termine il progetto di Michelangelo Buonarroti, realizzando una cupola di 14 000 tonnellate. Impensabile che questi lavori siano stati

fatti nel XVI Secolo.

Conclusione: come è meglio visitare la cupola di San Pietro?

Il nostro consiglio è di fare una bella lettura su una delle tante guide che sanno spiegarvi bene tutta la storia, sia di San Pietro che della realizzazione della cupola. Acquistare il biglietto in loco più adatto a voi, mettendo sicuramente in conto di dovervi svegliare presto per evitare code. Anche se per nostra esperienza alle 10:00 di domenica, ad ottobre, la situazione era ancora molto tranquilla.

Con i soldi risparmiati dopo questa grande scalata vi meritate una bella carbonara! Nulla da togliere ovviamente alla decisione di optare per una visitata guidata con salta coda. Mi raccomando non tralasciate i bellissimi interni della basilica di San Pietro. Inutile menzionarvi la Pietà di Michelangelo. Scendete anche nelle grotte Vaticane. E poi divertitevi a cercare il sanpietrino a forma di cuore in Piazza San Pietro.

Ma a questo punto aspettiamo di conoscere la vostra esperienza e di sapere: ma voi li avete contati tutti e 551 gli scalini? Seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime bellezze di Roma e le nostre avventure per il mondo.

Hawaii i consigli per organizzare il viaggio perfetto.

Quando pensavo alle Hawaii immaginavo spiagge deserte con palme, ananas fresche, surfisti e io a sorseggiare il mio Mai Tai.

Beh il nostro viaggio è stato così. Anzi molto di più. Quello che frena tante persone da l’organizzare un viaggio alla Hawaii sono le ore di volo che bisogna affrontare per raggiungere l’altra parte del mondo e il budget. Sull’ansia da volo non posso aiutarvi, se non rassicurarvi che l’aereo rimane sempre il mezzo più sicuro e veloce. E poi tra un film, un pasto e un po’ di ninna ,il tempo “vola”!

Sul budget invece abbiamo tanti consigli e info che possono aiutarvi a realizzare quello che per tanti è il sogno di una vita: le Hawaii!

Ovviamente parliamo di fai da te low cost, che premettiamo non è mai facile organizzare. Ho passato settimane intere solo a monitorare i voli.

Prima di iniziare l’organizzazione e di elencarvi i nostri consigli per le Hawaii, occorre informarsi su dove si va, come si va ed avere una buona visuale su cosa volere e aspettarsi dalle Hawaii.

Dove sono le Hawaii.

Le Hawaii sono un arcipelago di 137 tra isole e atolli, di cui 8 maggiori: da nord-ovest a sud-est Niihau, Kauai, Oahu, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Maui e l’isola di Hawaii.

L’ultima è anche la più grande chiamata infatti Big Island.

Le Hawaii sono uno dei due stati della nazione Americana che non adottano l’ora legale; l’altro è l’Arizona, e rispetto a l’Italia ci sono 12 o 11 ore di fuso orario in meno.

Le Hawaii sono disperse nell’oceano Pacifico, Honolulu dista 3 857 Km dalla California, 6 190 Km da Tokyo, 4 411 Km da Tahiti.

tartarughe a Maui,
Tartarughe sull’Isola di Maui.

Qualsiasi periodo dell’anno è buono per visitare le Hawaii. I surfisti preferiscono l’inverno con venti forti e onde spaventose. L’estate è per la folla di turisti che vuole fare snorkeling e spalmarsi di abbronzante. Le temperature oscillano sempre tra i 20°e i 30°, ma è molto facile passare da mega acquazzoni, a sole cuocente e di nuovo alla pioggia, soprattutto tra Gennaio e Aprile!

Nella lingua hawaiana, la parola Hawaii significa “patria”. La cultura e la religione dell’arcipelago sono di origine polinesiana.
Il primo europeo ad esplorare le Hawaii fu James Cook nel Gennaio 1778.
Dopo essere state scenario dell’attacco a Pearl Harbor nel dicembre 1941, il 21 Agosto del 1959, le Hawaii sono la cinquantesima stella aggiunta sulla bandiera americana.
Ciò che caratterizza le Hawaii e rende il suo popolo tra i più amorevoli è lo spirito Aloha.
Aloha: Alo: “in presenza di”, Ha: “alito di vita” cioè in presenza di Dio.
Aloha non è solo un saluto, è un benvenuto, è un augurio, è lo star bene insieme, il volersi bene, è condividere insieme quel momento, è avere calma e pazienza.

Solo interagendo con gli hawaiani avrete modo di capire il vero significato di Aloha. Perché ogni mattina c’è qualche sconosciuto che vi da il buon giorno e che vi saluta la sera mentre rientrate. Che attacca bottone al bar e vi offre una birra per il semplice voglia di condividere con voi qualche minuto e una risata. Insomma vi sentirete davvero come a casa.

E quello che più vi mancherà delle Hawaii sarà la calma e la pace con cui si vive in queste isole. 

I nostri consigli per arrivare alle Hawaii.

La via più veloce e comoda per raggiungere le Hawaii sarebbe un volo diretto dall’Italia fino a Los Angeles, partendo da Roma sono 13 ore di volo. Potete controllare le tratte effettuate da Ita Airways e dalle altre compagnie SkyTeam. Da Los Angeles a Honolulu sono altre 5 ore e 50 minuti.

Ci sono voli diretti dagli Stati Uniti e dal Canada che partono da New York, Chicago, San Francisco, Toronto e Vancouver.

Si può optare anche per passare via Asia, con scalo a Tokyo o Osaka o anche per la Corea del Sud.

Mentre per le compagnie che operano i voli interni tra le isole ci sono: Mokulele Airlines e Hawaiian Airlines. La prima offre voli con piccoli aerei turistici, opera tra un isola e l’altra e offre anche la possibilità di tour come Big Island Volcano o la vista delle scogliere a Molokai. Hawaiian Airlines opera tra il continente americano e le maggiori isole hawaiiane.

Per il nostro viaggio 2018, abbiamo volato con: Alitalia, American Airlines e Hawaiian Airlines. facendo tre scali prima di arrivare a Honolulu.

Pernottamento.

La scelta dell’alloggio inciderà molto sul budget. I nostri consigli per le Hawaii sono sicuramente quelli di optare per gli appartamenti.

La scelta tra un resort, albergo o appartamento sta a voi e al vostro budget. Noi da 6 anni, soprattutto negli Stati Uniti ci troviamo benissimo con Airbnb.com.

Abbiamo optato per una stanza privata in un appartamento condiviso. Stanza tutta per noi con utilizzo bagno e cucina, un po’ come in ostello ma con meno gente in giro per casa e calcolando che ci siamo stati il tempo di una doccia e la notte per qualche ora di ninna, è stata la scelta migliore. La media per un appartamento intero si aggira intorno ai: 450/500€ settimanali.

Media di un resort o albergo: dai 700€ a settimana in su.

Questi sono i prezzi per Honolulu a Settembre, per due persone, 5 notti, prenotati con 7/6 mesi di anticipo.

Se si sceglie l’appartamento decidendo di consumare alcuni pasti a casa, bisogna fare i conti con i prezzi molto alti di alcuni viveri, risparmiando comunque rispetto a mangiare sempre fuori. Per la frutta, verdura, carne e pesce di produzione locale, i prezzi sono abbordabili. Ma per un pacco di Pringles o Lay’s si spendono 5$. Purtroppo bisogna tenere conto dei costi di importazione. Prezzi di fast food o ristoranti sono nella media americana. Certo che una cena da Duke’s ha il suo prezzo!

La maggior parte delle spiagge sono abbastanza isolate da cittadine dove poter mangiare seduti ad un tavolo, quindi se si opta per il pranzo in spiaggia l’unica soluzione è quella del pranzo al sacco o un take away. Tutte le spiagge però hanno tavolini da pic nic e bagni.

Consigli per il noleggio auto alle Hawaii.

Bene anche qui purtroppo si spende un po’ di più. Per una semplice Chevrolet o simile a Honolulu siamo intorno hai 60€ al giorno.

Documenti richiesti per il noleggio: Passaporto, Carta di credito, Patente e Patente internazionale.

Troverete su vari forum e diari di viaggio che in tanti non fanno la patente internazionale, noi compresi perché mai richiesta, soprattutto dalle compagnie di noleggio. In realtà possiamo dirvi per esperienza che è obbligatoria. Siamo stati fermati dalla polizia a Maui. Non avendo la patente internazionale volevano multarci, mandarci in consolato a richiederla per poi portarla in questura. In tutto questo multa e fermo della macchina.

Non sono stati affatto bei momenti, siamo riusciti a fargli capire che purtroppo la cosa non è molto chiara e che erroneamente abbiamo optato per non richiederla. Poi mettici un pianto con la scusa del viaggio di nozze e il gentile police man ci ha graziato dopo una interminabile ramanzina. Quindi il nostro consiglio per le Hawaii, e negli altri stati americani dove richiesta, è di fare sempre la patente internazionale.

Il carburante è sicuramente più caro della media americana ma sempre più basso che in Italia.

I parcheggi per le spiagge sono solitamente tutti gratuiti. A Honolulu, zona Waikiki, si paga dalle 8:00 alle ore 23:00 e il costo è di circa 1/1,50$ l’ora.

Spiaggia di Kihei, Maui, Hawaii i consigli
Kihei al tramonto, Maui, Hawaii.

Mezzi pubblici: 

A Oahu il biglietto del bus è di: 2,50$, 12$ per la tessera giornaliera. Servizio operato da The bus. Si paga direttamente sul bus e vale solo una corsa. Sono puntuali e servono bene quasi tutta l’isola.  Da notare che non è consentito salire a bordo con le valige, quindi non è possibile arrivare o andare in aeroporto con i mezzi pubblici se avete grandi bagagli o trolley .

La nostra soluzione al problema è stata la navetta privata. Abbiamo scelto Go808Express. Prenotato online anticipatamente da Roma, con conferma entro le 24 ore dall’arrivo, si paga in contanti appena giunti a destinazione: 30$ più la mancia. Si può richiedere anche la Lei (la corona di fiori hawaiina) con 10$, questa però acquistabile solo online.

Per le altre isole non abbiamo informazioni in quanto abbiamo noleggiato subito l’auto.

Altrimenti potete chiamare un Uber. Noi lo abbiamo utilizzato per il viaggio di rientro in aeroporto.

Bene ora sapete abbastanza su queste isole. Avete tutti i consigli per le Hawaii e potete iniziare a farci un bel pensierino.

Anche perchè avete due bellissimi itinerari tra le isole di Oahu e Maui.

Pronti ad andare a trovare Merlino ad Honolulu?