Bosco Magnano e San Severino Lucano, due nomi e due luoghi che, prima della mia esperienza in questo fantastico Educational Tour, mi erano totalmente sconosciuti. Ma si sa, è proprio grazie ai viaggi che riusciamo ad arricchire la nostra mente e la nostra anima di nuovi saperi e ricordi. Ricordi fatti di sapori, di persone e di tramonti, cullati dalla giostra più lenta del mondo. L’Educational Tour Basilicata si presenta con l’obiettivo di far conoscere una Basilicata più autentica, fatta di tradizioni e antichi mestieri che ancora oggi vengono tramandati di generazione in generazione. È stato un viaggio nella natura, alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino, dove abbiamo ammirato paesaggi mozzafiato durante il trekking lungo la Serra di Crispo.
San Severino Lucano è stato il nostro punto di riferimento, il luogo da cui partire e a cui tornare. La nostra giornata è iniziata esplorando le bellezze naturali del Parco Nazionale del Pollino con una fantastica passeggiata nel Bosco di Magnano, per poi concludersi, dopo la visita a San Severino Lucano, con un tramonto spettacolare al belvedere Timpa della Guardia. Vi farò scoprire, tappa dopo tappa, le caratteristiche di questi luoghi.
Murales a San Severino LucanoBosco Magnano
Bosco Magnano
Non c’è modo migliore di iniziare la giornata se non con una bella passeggiata nella natura. Nel Bosco Magnano il telefono non prende, e questo è un bene, perché si riesce davvero a staccare dal resto del mondo. Ci si inoltra nel verde, si ascoltano i movimenti delle foglie di faggio e l’acqua che scorre nei torrenti Frido e Peschiera, che confluiscono poi nel Mar Ionio. Un sussurro soave che fa pensare a un mondo fatato. E chissà che qualche piccolo folletto non fosse davvero lì ad osservarci. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio la flora e la fauna di questo bosco grazie alla nostra guida, Leonardo, che si è preso cura di noi.
Abbiamo iniziato il percorso dal mulino, passando sotto antichi ponti in disuso e arrivando alle acque del fiume Peschiera, abitato da granchi e trote. Caratteristiche le formazioni delle marmitte fluviali, che rendono unico il letto del fiume. Tra un alternarsi di piccole e grandi cascate, abbiamo seguito il percorso che si snoda lungo le rive del torrente Peschiera.
Tra alberi di faggio, pioppi e ontani, ogni tanto spuntava qualche fungo. Ed è qui che bisogna fare molta attenzione: i funghi vanno raccolti solo se si ha una conoscenza accurata e si possiede un patentino. Ho potuto constatare con i miei occhi quanto due funghi, apparentemente simili, possano distinguersi per piccolissimi particolari, che possono indurre in errore e portare a consumare quello velenoso. Grazie a Leonardo, ora so che i funghi che presentano macchie sul cappello, o meglio pileo, sono velenosi. In ogni caso, mi limiterò sempre solo a osservarli e a mangiarli quando cucinati da mani esperte.
Addentrandoci nella fitta natura del Bosco di Magnano, abbiamo iniziato a incontrare alcuni dei suoi abitanti. Da piccoli a grandi insetti, fino ai serpenti come la natrice dal collare. Essendo rimasta un po’ indietro rispetto al gruppo, ho avuto modo di osservare questo serpente, totalmente innocuo, sbucare dal lato del sentiero. Mi ha lasciata ammirata per la sua eleganza e bellezza, che sono riuscita a condividere con il gruppo grazie alla rapidità della nostra guida, che è riuscita a fermarlo per farcelo ammirare. Ovviamente, evitate di prendere in mano serpenti o altri animali del bosco.
Dopo chilometri di passeggiata e relax nella natura, era giusto ricaricarci. E quale miglior modo se non con un pranzo ricco di prelibatezze locali da Rist’Oro Pollino? Piatti tradizionali e regionali come il peperone crusco, salumi e formaggi locali, e primi piatti che ci hanno dato fin troppe energie rispetto a quelle bruciate durante la camminata. Il tutto in un contesto che accoglie e coccola. Non oso immaginare come sia in inverno, con il camino acceso! Con il pancino pieno ci avviamo verso San Severino Lucano.
San Severino Lucano
Questo piccolo borgo in provincia di Potenza è avvolto dalla natura rigogliosa e incontaminata del Parco Nazionale del Pollino. San Severino Lucano ha una storia relativamente giovane, che si sviluppa in modo sostanziale a partire dal 1800. Tra briganti e apparizioni di santi, oggi il comune ospita circa 1.400 abitanti, e le sue strade sono animate da vivaci murales. Ad accoglierci sono state le ragazze della Pro Loco, che durante una passeggiata alla scoperta delle caratteristiche architettoniche del paese ci hanno raccontato ogni suo segreto.
Siamo partiti dalla Chiesa di San Vincenzo, dedicata al secondo patrono del paese. Questa chiesa viene utilizzata durante i periodi estivi, poiché la chiesa madre è quella di Maria Santissima degli Angeli, che risale al 1500 e che è stata ricostruita più volte, anche a causa di un terremoto che la portò a essere chiusa per ben 33 anni. Questa chiesa è dedicata alla Madonna degli Angeli, apparsa sul Monte Pollino a un contadino. Infatti, la Madonna, la prima domenica di giugno, viene accompagnata in processione e deposta nel santuario Maria Santissima del Pollino, di cui vi parlo nell’articolo dedicato a Serra di Crispo.
Il borgo è ricco di murales che raccontano la sua storia e le sue tradizioni. Con una passeggiata, potrete scoprirli e scattare qualche foto ricordo, approfittando magari di qualche souvenir culinario da riportare a casa.
Pranzo da Rist’Oro Pollinol’opera di Carsten Höller: RB Ride
Il tramonto a San Severino Lucano va vissuto dal Belvedere Timpa della Guardia. Per arrivare, avrete bisogno dell’auto. Una volta lì, vi attende l’opera di Carsten Höller: RB Ride. Questa grande giostra rotante, dietro il suo aspetto giocoso, nasconde un concetto molto più profondo. Abituati a vivere la giostra come un momento di euforia e adrenalina, ci ritroviamo invece a girare lentamente. A osservare in modo inusuale il paesaggio intorno a noi. A prenderci, con lentezza, quel momento di riflessione che spesso trascuriamo. Dodici navicelle colorate che volano lentamente a 10 metri di altezza su uno scenario che ci ricorda quanto sia importante il contatto con la natura.
Ci siamo ritrovati a correre, saltare, scattare foto e giocare con le luci di una giornata che ci salutava. Una giornata che ci ha riempito il cuore di colori, profumi, storie e che ha racchiuso in uno scatto la bellezza di questo momento. La Basilicata si è fatta conoscere aprendosi piano piano, così come i partecipanti a questo bellissimo Educational Tour.
Spero di avervi, anche questa volta, invogliato a partire alla scoperta di San Severino Lucano, del Parco Nazionale del Pollino e di questa regione che mi ha stupito come non mai. Vi invito, come sempre, a seguirci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.
In queste giornate autunnali di pioggia mi tornano in mente alcuni ricordi di viaggio, primo fra tutti il nostro itinerario in Scozia. La pioggia, il vento, le foglie arancioni che decorano gli alberi e una calda tazza di tè sono sicuramente tra gli scenari che meglio ispirano e invogliano a partire per questa destinazione. La Scozia ci ha regalato paesaggi incontaminati, caldi e accoglienti pub, a volte abitati da fantasmi e leggende che ancora incutono un po’ di suggestione. Abbiamo visitato i resti di antichi castelli, assaporato whisky e scoperto come viene prodotto ancora oggi il nettare scozzese.
Siamo partiti dalla città di Edimburgo, tenendola però come tappa finale di questo itinerario in Scozia che siamo felici di condividere con voi in questo articolo. Purtroppo, il tempo a disposizione era poco e abbiamo dovuto tralasciare alcune meraviglie che vi consigliamo di recuperare, tra cui l’isola di Skye. Il nostro itinerario in Scozia prevede ovviamente l’utilizzo di un’auto. Vi abbiamo lasciato alcuni consigli sul noleggio e sull’organizzazione del viaggio nel nostro articolo dedicato. Una volta che avrete tutte le informazioni essenziali, non resta che lavorare sull’itinerario.
Castello di Stalker
Come detto, siamo arrivati con un volo diretto a Edimburgo, città da cui siamo poi ripartiti. Edimburgo è sicuramente la scelta migliore e la più comoda per andare alla scoperta della Scozia. Qui di seguito vi lasciamo una mappa del nostro on the road, con alcuni suggerimenti sui luoghi dove assaporare le migliori prelibatezze culinarie di questa terra.
Pronti a prendere appunti?
Prima tappa dell’itinerario in Scozia: Inverness
Siamo arrivati nella capitale delle Highlands che era già buio. Ci siamo rifugiati nel nostro ostello, il Bazpackers, in una posizione ottima per parcheggiare l’auto e visitare la cittadina a piedi. Subito ci siamo diretti ad assaggiare il primo e indiscusso piatto scozzese per eccellenza: l’haggis. Molti di voi preferirebbero forse non sapere come viene preparato questo piatto tradizionale, che oggi ha numerose varianti, tra cui anche quelle vegane. Vi lasciamo il piacere di scoprirlo da soli! Sicuramente dovete provarlo in uno dei migliori ristoranti scozzesi: Urquhart’s Restaurant. Vi consigliamo di prenotare e di assaggiare anche il salmone. Per un dopocena con un primo assaggio di whisky scozzese, vi segnaliamo: The Castle Tavern.
La mattina seguente abbiamo avuto modo di conoscere meglio Inverness, non prima di aver gustato uno scone appena sfornato con marmellata artigianale in un luogo molto particolare: VelocityCafé & Bicycle Workshop. Con la pancia piena, ci siamo diretti alla scoperta di alcune delle tappe imperdibili di questa cittadina.
Colazione da VelocityCafé & Bicycle WorkshopPaesaggi scozzesi lungo la strada
Passeggiando per le sue stradine, tra case con porte colorate ed edifici in pietra, non potete mancare di visitare:
Castello di Inverness, risalente al 1800, è sicuramente tra i più recenti della zona. Sebbene non sia aperto al pubblico, offre una vista panoramica spettacolare sulla città e sul fiume Ness. È attualmente utilizzato come sede giudiziaria, ma ci sono progetti per trasformarlo in una destinazione turistica nei prossimi anni.
Old High Church, la chiesa più antica della città, risale al XII secolo. Si trova in una posizione suggestiva lungo il fiume Ness ed è un luogo di grande importanza storica. Durante il periodo giacobita, veniva usata come prigione e luogo di esecuzione.
Victorian Market, il famoso mercato coperto, è un angolo di storia e tradizione nel cuore di Inverness. Costruito alla fine del XIX secolo, ospita una varietà di negozi locali, tra cui artigianato, gioielli, caffetterie e negozi di souvenir, perfetti per chi cerca un’esperienza autentica.
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Haggis da Urquhart’s Restaurant
Inverness Museum and Art Gallery è il luogo ideale per gli amanti dell’arte e della storia. Qui potrete esplorare la storia delle Highlands, dalle epoche preistoriche fino all’era moderna, e ammirare una collezione d’arte che include opere di artisti locali.
Moray Firth è il punto di partenza ideale per un’escursione in barca, dove potrete sperare di avvistare delfini, foche e persino squali elefante, che vivono in questo affascinante fiordo. Le acque del Moray Firth sono note per essere uno dei migliori luoghi del Regno Unito per l’osservazione dei delfini tursiopi.
Da Inverness parte il Great Glen Way, un percorso lungo 124 km che vi condurrà fino a Fort William, seguendo la costa atlantica. Questo cammino attraversa alcune delle aree più spettacolari delle Highlands, costeggiando laghi famosi come il Loch Ness e passando attraverso foreste, colline e piccoli villaggi. È un’ottima opzione per chi ama il trekking, con percorsi adatti sia agli escursionisti esperti che ai principianti. Noi abbiamo percorso la strada parallela lungo la A82, ma speriamo un giorno di poter affrontare questo cammino con la giusta tranquillità.
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Castello di Urquhart
Sicuramente uno dei paesaggi più suggestivi che abbiamo incontrato lungo il nostro itinerario in Scozia. Si trova nei pressi della cittadina di Drumnadrochit. In realtà, non aspettatevi un castello intatto, ma solo delle rovine. Forse è proprio questo fascino decadente e misterioso a rendere il luogo unico. Conoscendone la storia, capirete perché, purtroppo, le sue condizioni sono così compromesse.
Arrivati al visitor centre, sarete accolti in una sala video, dove grazie a un piccolo documentario potrete comprendere meglio la storia del castello e le sue leggende. Come ogni castello scozzese che si rispetti, anche Urquhart ha il suo fantasma! Il paesaggio, che in autunno si tinge di arancio, è tra i più belli visti in questo viaggio on the road, anche perché il lago di Loch Ness aggiunge un tocco di mistero a tutto.
Biglietto d’ingresso: £13. Aperto dalle 9:30 alle 16:30. Controllate sempre gli orari sul sito ufficiale per eventuali chiusure o variazioni di programma.
Castello di Urquhart
Fort Augustus
Lungo la strada ci sono molti punti panoramici dove fermarsi per ammirare il paesaggio e tentare di avvistare il famoso mostro che si dice abiti il lago di Loch Ness: Nessie. Si narra che il primo avvistamento di questa misteriosa creatura risalga al 566 d.C., quando avrebbe divorato un pescatore, di cui furono ritrovati solo alcuni resti. In tempi più recenti, l’ultimo avvistamento documentato risale al 1933, anno in cui Robert Kenneth Wilson scattò una famosa fotografia, anche se la veridicità di quelle immagini è ancora molto discussa. Noi non siamo riusciti a vedere nulla, ma chissà, forse qualcuno di voi sarà il prossimo a scorgere il misterioso mostro! Se siete interessati a scoprire meglio la sua storia e le leggende legate a questa creatura, inserite una tappa al Loch Ness Centre and Exhibition.
Fort Augustus è il luogo perfetto per fare una sosta, mangiare qualcosa e rilassarsi sulle rive del lago, prima di riprendere il cammino o il viaggio in auto. Un momento suggestivo è stato quando un ragazzo in kilt ha arricchito lo scenario suonando la cornamusa, creando un’atmosfera magica che ha incarnato perfettamente la mia idea di Scozia. Potete trovare un video di questo momento sulla nostra pagina Instagram, dove vi suggeriamo di seguirci per non perdere le nostre prossime avventure.
Quando si parla di Scozia, è inevitabile nominare uno degli iconici personaggi del Regno Unito: Harry Potter. Molti dei luoghi che hanno ispirato J.K. Rowling e che poi hanno fatto da scenografia ai film sono sparsi proprio tra le Highlands scozzesi. E io, da brava Potterhead, non potevo non segnarne e visitarne alcuni.
Il Viadotto di Glenfinnan è famoso per l’iconica scena in cui il treno per Hogwarts passa sbuffando fumo. Il treno esiste davvero e si chiama Jacobite Steam Train. È possibile salire a bordo e percorrere il suggestivo tragitto panoramico che da Fort William vi porta fino a Mallaig. Purtroppo, le corse non sono attive tutto l’anno: durante il periodo invernale, infatti, il treno non circola, perché le corse vengono sospese. Indovinate un po’ chi è capitata proprio in questo periodo? E perché proprio Stefania? Come sempre, cerco di prenderla con filosofia e penso che tornerò presto, pronta a salire anche io sul mio Hogwarts Express.
Viadotto di Glenfinnan
Controllate le date di partenza e fine delle corse sul sito ufficiale, dove potete anche acquistare i biglietti. Il consiglio è quello di fare il viaggio in treno e poi tornare qui per vedere il passaggio del treno sul viadotto, rendendo l’esperienza ancora più magica. Dato il periodo e la mancanza del treno, non abbiamo trovato nessuno. Preparatevi, però, a incontrare tanti fan del piccolo mago durante la stagione di attività del treno.
Per arrivare qui, vi conviene parcheggiare l’auto nel parcheggio vicino alla stazione e percorrere il sentiero segnalato. Fate attenzione, perché se, come noi, capitate durante la pioggia, il terreno può essere molto scivoloso. Una volta arrivati in cima, godetevi il paesaggio e aspettatevi di salutare i prossimi studenti in partenza per Hogwarts!
Fort William
Siamo arrivati in questa cittadina, che segna la tappa finale della Great Glen Way, a metà circa del nostro itinerario in Scozia. Per recuperare le energie, ci siamo immersi nei suoi storici pub, vivendo l’allegria e l’atmosfera festosa della gente del posto. Primo fra tutti, il The Crofter, dove abbiamo cenato e assaporato piatti tradizionali. Per gustare alcune delle birre artigianali locali, non potete perdervi una visita al Black Isle Bar. Vi troverete di fronte a una chiesa… sì, siete nel posto giusto! Una volta varcata la soglia, sarete avvolti dal calore di questo luogo caratteristico, animato da musica dal vivo che rende le serate davvero speciali.
La mattina seguente abbiamo passeggiato per le pittoresche stradine, visitando la splendida Cattedrale di St. Andrew e il West Highland Museum, ricco di storia e curiosità sulle Highlands. Dopo una piacevole visita, eravamo pronti a ripartire per una nuova giornata sotto la pioggia scozzese, che ormai accompagnava fedelmente il nostro viaggio.
Qui abbiamo soggiornato alBerkeleyHouse, con parcheggio privato e in pieno centro.
Vi ricordiamo di mettere sempre in valigia una buona polizza viaggio che copra qualsiasi imprevisto di salute o eventuali cancellazioni del viaggio. Noi ci affidiamo a HeyMondo e abbiamo per voi uno sconto del 15%. Approfittatene e viaggiate in sicurezza e tranquillità anche voi.
Oban
Sicuramente il nome di questa cittadina affacciata sulla costa atlantica vi farà pensare a uno dei whisky scozzesi più famosi. Infatti, non a caso abbiamo approfittato per visitare la celebre distilleria di Oban. La cittadina è nota anche per essere un punto di partenza ideale per esplorare le isole scozzesi. Dopo una passeggiata per il porto, ci siamo diretti alla Oban Distillery. Abbiamo acquistato i biglietti sul posto, £24, che includevano la degustazione di tre diversi whisky. Ricordate che, se guidate, non dovete bere! Potete chiedere che il vostro assaggio venga imbottigliato, così da poterlo gustare a casa in totale tranquillità.
La visita guidata dura circa un’ora, durante la quale potrete esplorare tutte le sale della distilleria e seguire, passo dopo passo, il processo che trasforma il malto in whisky. È stata un’esperienza molto interessante, persino per me che non capisco nulla di whisky, né sono una grande bevitrice. Riccardo, invece, ne è rimasto entusiasta!
Dopo la visita, ci siamo concessi un pasto veloce con l’immancabile fish and chips diNories, un famoso locale che serve questo piatto tipico ogni giorno fino alle 21:30.
Glasgow
Eravamo abbastanza incerti se inserire Glasgow nel nostro itinerario in Scozia, ma è diventato inevitabile quando abbiamo scoperto che qui avrebbe suonato uno dei nostri gruppi preferiti: i Fontaines D.C.
Siamo arrivati in serata, giusto in tempo per il concerto alla O2 Academy Glasgow, una famosa sala concerti. Glasgow non ha la migliore reputazione in termini di sicurezza, infatti è spesso tra le città con il più alto tasso di criminalità del Regno Unito. Soprattutto di sera, è meglio sapere dove e come spostarsi. Uber può essere una buona alternativa al camminare a piedi. Dopo il concerto, ci siamo concessi una birra nel pub più infestato della città, The Scotia Bar. Tra musica dal vivo e chiacchiere con i suoi abitanti, ci siamo imbattuti in un simpatico cagnolino che, direttamente al bancone, beveva dalla sua ciotola. Abbiamo notato, durante i nostri numerosi viaggi nel Regno Unito, che si tratta di un paese molto pet-friendly, tanto che non vediamo l’ora di portare qui anche Nanà.
Fish and chips da NoriesNecropoli di GlasgowStreet art di Glasgow
La mattina seguente abbiamo fatto un piccolo tour dei murales più belli di Glasgow, sparsi in tutta la città, autentiche opere di street art. Potete trovare una mappa completa dei murales online. Una delle cose più insolite da non perdere a Glasgow è il cimitero monumentale The Necropolis, da cui si può godere di una vista panoramica sulla città. È un luogo in cui famiglie e giovani si recano quotidianamente per passeggiare e trascorrere del tempo, come fosse un normale parco cittadino. Amando già di mio la tranquillità e la bellezza dei cimiteri, non potevo perdermi questo. L’ingresso è gratuito.
Tra le altre cose da vedere per scoprire le bellezze di questa città, vi consigliamo: la Cattedrale di Glasgow, situata proprio di fronte all’ingresso della Necropoli, una passeggiata nella famosa via dello shopping, Buchanan Street, una visita alla Burrell Collection, ai Glasgow Botanic Gardens, alla Kelvingrove Art Gallery and Museum, e non dimenticate una vista panoramica dall’alto del The Lighthouse.
Siamo curiosi di conoscere la vostra opinione su questa città, che, tutto sommato, non ci ha poi così tanto delusi. Abbiamo soggiornato al Glades House, comodo per posizione e parcheggio e camere arredate in pieno stile scozzese.
Falkirk
Tuttavia, una sosta che non dovrebbe mancare nel vostro viaggio in Scozia è quella dedicata alle iconiche sculture dei Kelpies. Queste due imponenti teste di cavallo, realizzate dall’artista Andy Scott e inaugurate nel 2013, sono alte circa 30 metri e rappresentano una delle opere d’arte contemporanee più famose del paese.
I Kelpies si trovano all’interno del The Helix Park, un’area verde che abbiamo avuto la fortuna di visitare durante un raro momento di sole che la Scozia ci ha regalato in quei giorni. Questo parco è perfetto per passeggiate, giri in bicicletta e attività all’aperto, offrendo una cornice ideale per ammirare queste monumentali sculture.
Le sculture non sono solo impressionanti per le loro dimensioni, ma anche per il loro significato simbolico: rappresentano la forza e il lavoro dei cavalli che un tempo erano essenziali nella vita agricola e industriale scozzese. Oltre a questo richiamo storico, le Kelpies incarnano anche la mitologia scozzese, ispirandosi alle leggendarie creature acquatiche che abitavano fiumi e laghi.
Vale sicuramente la pena fermarsi qui, anche solo per scattare una foto ricordo con quest’opera d’arte che è ormai diventata uno dei simboli moderni della Scozia.
The KelpiesVista dal Castello di Edimburgo
Edimburgo
Tappa finale del nostro itinerario in Scozia, Edimburgo merita di essere esplorata con calma. Vi racconteremo nel dettaglio tutte le cose da fare e da non perdere nella capitale scozzese in un articolo dedicato. Per ora, vi anticipiamo solo che sarà un’esperienza davvero magica.
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Come sempre, speriamo di avervi ispirato e aiutato nell’organizzazione del vostro prossimo itinerario in Scozia. Ci sono molte cose da vedere e fare, ma tutto dipende dal tempo a disposizione. Per questo motivo, vi consigliamo di concedervi almeno una settimana piena per scoprire i suoi paesaggi iconici, immergervi nelle sue leggende e assaporare le sue specialità culinarie, lasciando da parte i pregiudizi e gustando l’essenza di questo paese… magari con un goccio di whisky!
L’autunno in Scozia ci ha regalato colori spettacolari, e siamo davvero felici del nostro itinerario. Speriamo però, la prossima volta, di visitarla con qualche raggio di sole in più e, chissà, magari di avvistare anche qualche unicorno che salta tra le verdi pianure. Per chi non lo sapesse, l’unicorno è l’animale simbolo della Scozia, un paese che continua a sorprenderci e a farci vivere momenti magici.
Tra le esperienze più belle vissute in questi giorni in Basilicata, la più avventurosa ed emozionante è stata sicuramente il trekking sulla Serra di Crispo. Tra risate, scivolate, paesaggi spettacolari e brindisi in vetta, questo trekking ha segnato l’unione del gruppo con cui ho partecipato al Basilicata Slow Educational Tour, organizzato daViaggi del Milione e Basilicata Turistica.
La Serra di Crispo, una delle vette più spettacolari del Parco Nazionale del Pollino, è una meta imperdibile per gli amanti del trekking. Situata tra Basilicata e Calabria, questa montagna offre panorami mozzafiato, una flora straordinaria e una delle formazioni naturali più suggestive: il Giardino degli Dei, dominato dalla presenza millenaria del Pino Loricato. In questa guida esploreremo dove si trova, come arrivare e cosa portare con sé per affrontare al meglio questa avventura.
Una cosa che non dovrà assolutamente mancare? Un gruppo di compagni fantastici, come quelli che mi hanno accompagnato in questa incredibile esperienza!
Dove si trova la Serra di Crispo
La Serra di Crispo si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, un’area protetta che copre circa 192.000 ettari tra le regioni di Basilicata e Calabria. Questa catena montuosa è famosa per la sua natura selvaggia e incontaminata, e per la presenza del Pino Loricato, simbolo del parco. Il pino loricato è noto per la sua straordinaria longevità, potendo vivere fino a 1.000 anni. Alcuni esemplari possono superare anche questo limite, diventando veri e propri monumenti naturali. La corteccia spessa e rugosa, con il suo aspetto distintivo, rende il pino loricato un elemento caratteristico del paesaggio del Pollino. Gli esemplari più antichi sono spesso avvolti in leggende e tradizioni locali. La Serra di Crispo è una delle vette più alte, raggiungendo i 2.053 metri di altitudine. La zona è rinomata per il suo incredibile Giardino degli Dei, un altopiano roccioso ornato da questi alberi secolari, che offre una vista unica sul mar Ionio e sul massiccio del Pollino.
Questo vero e proprio giardino è il luogo perfetto per riposarsi e ricaricarsi una volta arrivati in vetta. Vino e taralli lucani ci hanno ridato le forze per proseguire il percorso e tornare poi al Rifugio Pino Loricato.
Come arrivare e quando andare
Per raggiungere la Serra di Crispo, uno dei punti di partenza più popolari è il Rifugio Pino Loricato, da cui siamo partiti anche noi. Il Rifugio è situato a circa 1500 metri di altitudine. Da lì, seguendo le indicazioni, si può intraprendere il trekking che porta al Giardino degli Dei. Il percorso, di difficoltà media, dura circa 2-3 ore a seconda del ritmo, e offre paesaggi incantevoli tra boschi di faggi e ampi prati d’altura. Il periodo ideale per questo trekking va da maggio a settembre, quando le condizioni meteo sono favorevoli e il sentiero è ben praticabile. In estate, la zona si riempie di fiori di campo, rendendo il paesaggio ancora più spettacolare.
Noi abbiamo affrontato questo trekking accompagnati da due Guide Ambientali Escursionistiche, che ci hanno fatto scoprire le meraviglie del bosco e garantito tranquillità durante il percorso. Conoscono alla perfezione questo territorio e sapranno arricchire la vostra esperienza con informazioni sulla vegetazione, i funghi e gli animali che incontrerete lungo la strada. Se anche voi volete sentirvi sicuri e guidati in questa avventura, soprattutto se non siete esperti di trekking, vi consiglio di affidarvi a Leonardo. E non dimenticate di chiedergli una barzelletta durante le soste in vetta!
Cosa portare con sé
Il trekking sulla Serra di Crispo richiede una preparazione adeguata e l’equipaggiamento giusto. È fondamentale indossare scarpe da trekking resistenti, poiché il terreno è variegato e spesso roccioso. Portare dei bastoncini da trekking può facilitare la salita, soprattutto nei tratti più ripidi. Data l’assenza di fonti lungo il percorso, è essenziale avere con sé abbondante acqua e qualche spuntino energetico. Non dimenticate la crema solare e un cappello, poiché a queste altitudini il sole può essere molto forte, specialmente nelle ore centrali della giornata. Un leggero giacchetto a vento è utile per proteggersi dalle correnti fredde in vetta, anche durante i mesi più caldi. La prima parte del percorso, che attraversa il bosco, è molto ombreggiata, quindi una felpa può risultare utile. Infine, portate con voi una macchina fotografica o uno smartphone, perché i panorami sono indimenticabili e meritano di essere catturati!
Dove mangiare dopo il trekking a Serra di Crispo
Dopo la grande fatica, è stato bellissimo brindare al Rifugio Pino Loricato, che offre cibo locale ottimo. Per concludere la giornata in bellezza, dirigetevi verso il Santuario di Maria Santissima del Pollino. Si tratta di un luogo di pellegrinaggio, la cui origine risale al 1700, quando la Vergine apparve a un pastore proprio in questo preciso luogo. L’effige della Madonna del Pollino viene portata qui da San Severino nel periodo che va dalla prima settimana di luglio alla prima di settembre, quando il santuario si anima di pellegrini e feste.
Arrivati sotto la statua di bronzo, opera dell’artista Daphné Du Barry, sedetevi e ammirate il paesaggio, ringraziando questa terra per le emozioni che vi ha regalato.
Questa esperienza in Basilicata ha reso magica questa avventura in una regione che, purtroppo, conosco ancora molto poco. La nostra precedente avventura in questa terra è stata la visita a Matera la scorsa estate, città di cui viabbiamo parlato qui.
Il mio viaggio in Basilicata è solo all’inizio. Vi consiglio, come sempre, di seguirci sui social per non perdere le prossime avventure!
Ci sono luoghi che rimangono impressi nella memoria e Tharros è sicuramente uno di questi. Da piccola ricordo le passeggiate qui tra quelle due colonne che incorniciano lo splendido panorama sul Golfo di Oristano. Sembrano quasi voler tuffarsi nel mare, a protezione di una città che un tempo fu fulcro di vita e commercio. Per me, da bambina, questo posto era la “città sommersa” e, in effetti, in parte lo è.
Salendo sulla torre spagnola di San Giovanni, si può comprendere quanto la posizione di Tharros fosse strategica e importante. La vista a 360 gradi sulla penisola del Sinis e sul Golfo di Oristano è mozzafiato; se guardate attentamente, sono sicura che vedrete qualche delfino salutarvi dalle acque cristalline.
Ma ora, scopriamo insieme la storia di Tharros e come visitare il suo sito archeologico.
Tharros: la sua storia
Tharros è una città con una storia affascinante e a tratti misteriosa. Fondata dai Fenici intorno all’VIII secolo a.C., Tharros divenne rapidamente un importante centro commerciale e culturale, grazie alla sua posizione strategica con il mare su entrambi i lati. Con il passare del tempo, la città passò sotto il controllo dei Cartaginesi e, successivamente, dei Romani, raggiungendo il suo apice durante l’epoca imperiale. Era famosa per le sue necropoli, i templi dedicati alle divinità e i centri termali, che ne testimoniavano la vitalità e il prestigio.
Tuttavia, con il declino dell’Impero Romano e l’arrivo dei popoli barbarici, Tharros subì un lento abbandono. Nel Medioevo, l’area subì una nuova trasformazione: durante il periodo aragonese e poi spagnolo, la penisola del Sinis e Tharros divennero strategicamente importanti, grazie alla loro posizione marittima. I conquistatori spagnoli eressero la torre di San Giovanni nel XVI secolo per difendere la costa dalle incursioni piratesche. Questo periodo segnò un nuovo capitolo nella storia di Tharros, ma la città rimase in gran parte disabitata e le sue antiche strutture iniziarono a deteriorarsi.
Tharros fu riscoperta nel XIX secolo, quando iniziarono gli scavi archeologici che portarono alla luce le sue straordinarie rovine. I lavori, condotti da archeologi italiani e stranieri, tra cui Gennaro Pesce, rivelarono una vasta area di strutture antiche.
Oggi, Tharros è un sito archeologico di grande rilevanza, visitato da turisti e studiosi provenienti da tutto il mondo. Il sito è ben conservato e offre un percorso di visita che consente di esplorare le diverse aree dell’antica città, con pannelli informativi che raccontano la sua storia. Le rovine, in parte sommerse, evocano un’atmosfera suggestiva, mentre il paesaggio circostante, con il mare cristallino e le spiagge, aggiunge ulteriore fascino al luogo. Le autorità locali si sono impegnate a preservare e valorizzare il sito, garantendo così che la storia di Tharros continui a essere raccontata e apprezzata dalle future generazioni.
Cosa vedere nell’area archeologica
L’area archeologica di Tharros offre una varietà di siti affascinanti da esplorare, ognuno dei quali racconta una parte della sua ricca storia. Tra le principali attrazioni ci sono le imponenti colonne dei templi, che svettano verso il cielo e offrono una vista spettacolare sul mare. Un piccolo spoiler: si tratta di una ricostruzione effettuata negli anni ’60 del secolo scorso, e ammetto che anche io sono rimasta un po’ delusa.
È caratteristico e di grande avanzamento ingegneristico per l’epoca la presenza di un impianto fognario coperto. Le necropoli testimoniano le pratiche funerarie degli antichi abitanti e i resti di abitazioni e edifici pubblici, come le terme romane, rivelano il livello di benessere della città. Ho scoperto una cosa a cui non avevo mai pensato: non essendo un luogo termale come, ad esempio, Roma, l’acqua delle terme era semplicemente scaldata all’interno di grandi fornaci. Ecco perché vi consiglio fortemente di effettuare il tour con una guida, per scoprire tante particolarità che da soli difficilmente potreste conoscere.
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Un altro luogo di grande interesse è il centro nuragico di Su Murru Mannu, situato nelle vicinanze. Questo complesso, risalente all’età del bronzo, offre un’opportunità unica per approfondire la storia della Sardegna prima della fondazione di Tharros. Qui potrete ammirare le tipiche torri nuragiche e i resti di antiche strutture che parlano di una civiltà sofisticata e ben organizzata. La visita a Su Murru Mannu arricchisce l’esperienza a Tharros, permettendo di comprendere meglio le diverse fasi storiche e culturali della regione.
Inoltre, seguendo i sentieri ben segnalati all’interno dell’area, avrete l’opportunità di immergervi nella bellezza naturale del paesaggio circostante, con panorami mozzafiato sul Golfo di Oristano e sul mare cristallino, soprattutto salendo sulla torre spagnola di San Giovanni. Ogni angolo di Tharros racconta una storia, rendendo la visita un’esperienza indimenticabile.
Come visitarla e i biglietti
Come vi dicevo in precedenza, la visita guidata è la scelta migliore per scoprire appieno la storia di questo luogo e non solo. La nostra guida è riuscita a farci conoscere tanti aspetti riguardanti Tharros, ma soprattutto il periodo storico di riferimento, ricollegandoci a Roma e all’intero impero romano. Ci ha svelato particolari a cui da soli non avremmo fatto caso. Per esempio, osservando attentamente la grande strada principale, il Cardo Massimo, potrete ancora vedere i segni dei carri lasciati sulle grandi lastre di basalto. Dopo la visita guidata, potrete proseguire in autonomia per esplorare l’intero vasto sito archeologico, scoprendo la parte delle necropoli, la torre spagnola di San Giovanni e, se avete tempo, percorrere l’intera penisola fino a raggiungere il Faro di Capo San Marco.
Il sito è aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 20:00 nel periodo estivo e dalle 09:00 alle 17:00 in quello invernale. Controllate gli orari sul sito ufficiale. Il biglietto d’ingresso al solo sito archeologico è di 9,00€, mentre l’ingresso al sito archeologico più la torre spagnola costa 11,00€.La visita guidata è gratuita e si svolge circa ogni ora, un ottimo motivo per non perderla. Se volete completare la vostra conoscenza della storia di questa città, vi consiglio di aggiungere una visita al Museo Civico Giovanni Marongiu a Cabras, che è molto vicino. Inoltre, non perdete l’occasione di visitare la Chiesa di San Giovanni di Sinis e il Villaggio di San Salvatore, dove troverete l’Ipogeo e la chiesa di San Salvatore. Se volete sapere di più anche sulle spiagge della zona potete leggere il nostro articolo sulle spiagge della provincia di Oristano.
Se invece desiderate vivere un’esperienza insolita, potete salire a bordo del Trenino di Tharros, partendo dalla Chiesa di San Giovanni di Sinis.
Dove si trova l’antica città di Tharros
Questa antica città è facilmente accessibile, sia in auto che con mezzi pubblici. Se viaggiate in auto, potete percorrere la SS131 da Cagliari in direzione di Oristano, seguendo poi le indicazioni per Cabras e proseguendo verso la penisola del Sinis. Da Oristano, la SS292 vi condurrà direttamente al sito archeologico. In alternativa, ci sono autobus che collegano Cagliari a Oristano, con un successivo servizio per Cabras. Per chi preferisce esplorare in bicicletta, la zona offre percorsi panoramici che permettono di godere della bellezza del paesaggio circostante. Una volta arrivati, troverete un centro visitatori dove potrete acquistare i biglietti per l’ingresso all’area archeologica e ricevere informazioni utili per la vostra visita. I parcheggi sono a pagamento e questo rappresenta un piccolo inconveniente, considerando i costi elevati, ma ne vale davvero la pena.
Inoltre, una volta qui, non perdete l’occasione di fare un tuffo nella bellissima spiaggia di San Giovanni di Sinis, che offre anche un’area dog beach, o nella spiaggia di Capo San Marco.
Visitare questo luogo mi rende sempre felice e mi riporta alla mia infanzia. Oggi, mi fa capire quanto la storia di alcuni luoghi sia destinata a vivere per sempre, nonostante alti e bassi. Se vi sembrerà che di questa antica città sia rimasto poco, in realtà c’è davvero tanto da scoprire e imparare. E se vi siederete accanto alla torre spagnola, magari durante il tramonto, con i capelli mossi dal vento e la brezza del mare, avrete la possibilità di vedere i delfini saltare tra le onde, festeggiando ancora le antiche glorie di Tharros. Sì, lo so, sono una romanticona, ma fidatevi, mi darete ragione quando anche voi vi troverete di fronte a questa meraviglia. E voglio sapere quanti delfini siete riusciti a contare!
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La Grande Muraglia Cinese era uno dei sogni segnati sulla nostra wishlist da un bel po’. Ogni tanto, passando e leggendo il suo nome, immaginavo il giorno in cui sarei riuscita a vederla snodarsi lungo la cresta delle montagne cinesi e tornata, mettere un tick sulla wishlist. Ma non avrei mai immaginato la sensazione di stupore e il “wow” che mi è rimasto strozzato in gola quando finalmente sono riuscita a realizzare questo sogno. Realizzare i sogni non è sempre facile e organizzare questo viaggio in Cina ha richiesto un bel po’ di impegno e preparazione ma se come noi, intendete fare tutto da soli, vi lasciamo alcuni dei nostri consigli pre-partenza.
Intanto, qui vi raccontiamo come raggiungere la sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu partendo dalla città di Pechino. Tranquilli, è facilissimo. Ma iniziamo con un po’ di storia.
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La Grande Muraglia Cinese è una delle strutture più iconiche e straordinarie della storia umana, simbolo di ingegno architettonico e perseveranza. Ho scoperto questo monumento affascinante grazie al mio cartone animato preferito, Mulan, quando ero piccolina, e da allora è diventato uno dei luoghi che dovevo assolutamente visitare.
La costruzione della muraglia iniziò nel III secolo a.C. sotto la dinastia Qin, per volere dell’imperatore Qin Shi Huang, noto anche per aver ordinato la creazione dell’imponente esercito di terracotta. Forse si potrebbe pensare che avesse una certa mania di grandezza! L’intento principale era quello di proteggere il giovane impero dalle incursioni dei popoli nomadi del nord. Tuttavia, la muraglia che conosciamo oggi è il frutto di secoli di lavori e ampliamenti, realizzati da diverse dinastie, tra cui i Han e i Ming. Con una lunghezza che supera i 13.000 chilometri, la Grande Muraglia non è solo una meraviglia architettonica, ma anche un testimone silenzioso delle sfide militari, delle trasformazioni politiche e delle conquiste culturali della Cina. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987 e inclusa nel 2007 fra le sette meraviglie del mondo moderno.
Le sezioni visitabili
Data la sua antichità e la sua vasta estensione, risulterebbe lunga 8 851 km, oggi non tutta la Grande Muraglia Cinese è visitabile. Alcune sezioni sono state abbandonate e progressivamente inglobate dalla natura. Altre, invece, sono diventate veri e propri punti turistici che attraggono milioni di visitatori ogni anno. Questo significa che, da un lato, si può rischiare di incorrere in difficoltà esplorando le parti più antiche e poco accessibili e immerse nella natura, oppure si può camminare sui tratti ristrutturati tra la folla di turisti. Tuttavia, esistono alcuni punti in cui è possibile trovare un equilibrio tra le due esperienze. Intanto, vediamo come è suddivisa oggi la Grande Muraglia Cinese.
Ecco alcune delle sezioni più visitabili e popolari:
Badaling: Questa è la sezione più famosa e ben conservata della Grande Muraglia, situata a circa 70 chilometri a nord di Pechino. È altamente sviluppata per i turisti, con infrastrutture come funivie e percorsi ben mantenuti, rendendola ideale per i visitatori. Tuttavia, è anche la più turistica e presa d’assalto quotidianamente.
Mutianyu: Anche questa sezione è ben conservata e si trova a circa 80 chilometri a nord di Pechino. È meno affollata rispetto a Badaling e offre panorami spettacolari e una funivia che porta i visitatori fino alla muraglia. La sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu è inoltre nota per la sua vegetazione lussureggiante ed è qui che concentreremo la nostra attenzione nel resto dell’articolo essendo la parte da noi visitata.
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Jinshanling: Questa sezione è famosa per il suo stato relativamente intatto e per la bellezza dei paesaggi circostanti. Situata a circa 130 chilometri a nord-est di Pechino, offre un’esperienza più autentica e meno turistica rispetto a Badaling e Mutianyu.
Simatai: Vicina a Jinshanling, Simatai è conosciuta per la sua architettura originale e le spettacolari vedute montane. Questa sezione offre anche percorsi notturni e la possibilità di camminare sulla muraglia durante il tramonto.
Huanghuacheng: Questa sezione è interessante per la sua posizione unica, che include tratti di muraglia che si estendono sopra e sotto l’acqua, creando un effetto pittoresco con i laghi circostanti. Si trova a circa 85 chilometri a nord di Pechino.
Gubeikou: Questa sezione meno restaurata è situata a circa 120 chilometri a nord-est di Pechino ed è ideale per chi cerca un’esperienza più avventurosa e meno turistica. I percorsi qui sono più impegnativi e l’area è meno affollata.
Jiankou: Conosciuta per le sue sezioni molto ripide e non restaurate, Jiankou è un’opzione per i più avventurosi. Si trova a circa 70 chilometri a nord di Pechino e offre viste spettacolari, ma è importante essere preparati per un’escursione impegnativa. Abbiamo avuto modo di ascoltare l’esperienza di una coppia conosciuta in viaggio, che ci ha mostrato foto e video di questo tratto. Diciamo che vi consigliamo di avventurarvi qui solo se intendete mettere alla prova la validità della vostra assicurazione medica.
E a proposito di assicurazione sanitaria, vi ricordiamo di mettere sempre in valigia una buona polizza viaggio che copra qualsiasi imprevisto di salute o eventuali cancellazioni del viaggio. Noi ci affidiamo a HeyMondo e abbiamo per voi uno sconto del 15%. Approfittatene e viaggiate in sicurezza e tranquillità anche voi.
Grande Muraglia Cinese di Mutianyu: come arrivare
Abbiamo subito deciso che la sezione della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu sarebbe stata la nostra scelta. Avevamo programmato di arrivare nel pomeriggio con il servizio DiDi, che ci aveva calcolato circa 250 RMB (31€), ma, ahimè, a causa di problemi con Alipay abbiamo dovuto rivedere i nostri piani all’ultimo momento. Dato che era ormai tardo pomeriggio e domenica, alla fine abbiamo optato per un taxi, spendendo 450 RMB (circa 57€) per un’ora e mezza di tragitto.
Abbiamo scelto di pernottare qui in una homestay che offre anche servizio di colazione e cena. Il ragazzo che gestisce la homestay si è dimostrato molto disponibile e gentile sin dalla prenotazione. Ci siamo affidati a lui per i biglietti della visita alla muraglia, inclusi quelli per la seggiovia e il toboga. Inoltre, nella prenotazione del pernottamento erano inclusi cena tradizionale e colazione; preparatevi a cetrioli in salsa di soia alle 6:00 del mattino!Noi abbiamo scelto di pernottare a Mutianyu per vedere la Grande Muraglia Cinese al mattino presto e, con la scusa siamo riusciti a vederla anche la sera illuminata.
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Per il rientro a Pechino è stato tutto più facile e abbiamo utilizzato i mezzi pubblici. Vi lasciamo quindi le indicazioni per lo spostamento da Pechino, che valgono anche per il ritorno.
Partendo da Pechino, le indicazioni sono: dalla stazione della metropolitana di Dongzhimen, uscite e raggiungete la fermata per prendere il bus 916 Express. Il tragitto è di circa un’ora e dovrete scendere alla fermata Huai Rou Bei Da Jie. Da qui, potete prendere il bus H23 o H24 per arrivare alla stazione di Mutianyu se dovete spostarvi in città, oppure proseguire fino all’entrata della muraglia. Il costo totale del viaggio è di 16 RMB e il tempo stimato è di circa 2 ore e 15 minuti. Se avessimo saputo che era così facile, ci saremmo risparmiati qualche soldino. Ma abbiamo testato tutto per voi.
Come è strutturata la Grande Muraglia Cinese di Mutianyu
La lunghezza totale di questa sezione della Muraglia è di 2,25 km e comprende 23 torri, distanti tra loro circa 100 metri. Il paesaggio circostante è verde e sconfinato, e una grande scritta sul lato occidentale riporta la frase: “Lealtà al Presidente Mao”. Sappiate che sulla muraglia non ci sono servizi, quindi è consigliabile portare con voi acqua in abbondanza, spuntini, crema solare, cappello e di riportare giù tutto ciò che vi appartiene. Sono presenti due bagni in prossimità del punto di partenza della funicolare e della seggiovia, e dove si scende con il toboga. C’è anche un piccolo bar alla torre 6, ma immaginate i prezzi.
Noi siamo saliti con la seggiovia fino alla torre 6 e ci siamo poi diretti verso la torre 1. Questo è il tratto più complicato e in pendenza, ma anche quello meno battuto. Infatti, durante il percorso, molto spesso eravamo in totale solitudine. Da lì, siamo scesi fino alla torre 15 e poi siamo tornati alla torre 6, dove abbiamo utilizzato il toboga per scendere. Perché questo sali e scendi? Non lo sappiamo neanche noi! Se desiderate percorrere tutta la muraglia dalla torre 23 alla torre 1, vi conviene salire fino alla torre 14, percorrere il tratto fino alla torre 23 e poi tornare giù fino alla torre 1, per scendere con il toboga fino alla torre 6. Fateci sapere se siete sopravvissuti!
Come salire e scendere
Le opzioni per salire sulla Grande Muraglia sono tre: la funivia, la seggiovia o i propri piedi. Iniziamo mettendo alla prova le vostre capacità fisiche: vi aspettano ben 4.000 scalini. E questo non è tutto. Dovrete percorrere circa 2 km della muraglia, che non sono molti, ma alcuni tratti sono ripidi e includono scalini. Rischiate di arrivare già provati. In ogni caso, potete salire fino alle torri 5, 7, 10 o 15.
Se non soffrite di vertigini, optate per la seggiovia o la funivia. Noi abbiamo scelto la seggiovia e, in quel momento, ho realizzato di avere anch’io problemi con l’altezza. Troppo tardi ormai! Scherzi a parte, è un’esperienza molto adrenalinica che vi porterà alla torre 5 in meno di 10 minuti. Se prendete la funivia, salirete fino alla torre 14.
Per scendere, potete sempre optare per il percorso a piedi o per il divertente toboga. Ovviamente, non potevamo esimerci dall’esperienza! Il costo dei mezzi è di 140 CNY per andata e ritorno con seggiovia e toboga, oppure 100 CNY per tratta con la funivia. Tenete presente che seggiovia e toboga sono gestite dalla stessa compagnia, quindi potete acquistare un biglietto di andata e ritorno insieme, mentre per la funivia dovrete fare un biglietto separato. Calcolate di passare almeno dalle 2 alle 5 ore in base a quanto volete vedere.
Orari e come prenotare
Gli orari di apertura della Grande Muraglia Cinese di Mutianyu sono dalle 07:30 alle 17:00 durante il periodo estivo e dalle 08:00 alle 16:30 in quello invernale. Per nostra esperienza, vi consigliamo di recarvi la mattina presto, prima dell’apertura, soprattutto se intendete visitarla durante il periodo estivo. Il costo per entrare alla Grande Muraglia Cinese di Mutianyu è di 45 CNY. Per l’acquisto dei biglietti, noi ci siamo affidati all’host del nostro homestay.
In alternativa, potete acquistare i biglietti tramite agenzie come Trip.com o organizzare un tour di giornata su siti come Mubus. Valutate anche la possibilità di acquistare i biglietti direttamente in loco che è quello che abbiamo fatto per il resto del viaggio.
L’ho sognata per tanto tempo e non immaginavo di poter davvero camminare su questa immensa meraviglia. Ricordo perfettamente il momento in cui, arrivando in taxi, ho intravisto il primo pezzo di muraglia e sono scoppiata in lacrime. Non so se il tassista ha capito cosa significasse per me essere lì, dall’altra parte del mondo, a vedere finalmente qualcosa di così unico e iconico. Ma sono certa che voi capirete e proverete le stesse emozioni. Come sempre, spero di avervi aiutato e vi consiglio di seguirci sui nostri social per non perdervi le prossime avventure.
Ci siamo: è arrivato il momento di richiedere il visto elettronico per entrare nel Regno Unito, il cosiddetto ETA. Chi ci segue da un po’ sa quanto amiamo questo paese. Almeno una volta all’anno dobbiamo prendere un aereo e andare a esplorare un nuovo angolo di questa terra. Il nostro ultimo viaggio, infatti, è stato in Cornovaglia lo scorso maggio. Trovi informazioni e itinerari dei nostri viaggi nella sezione Regno Unito del nostro blog. Abbiamo confermato ancora una volta la bellezza dei paesaggi, la storia e le leggende che il Regno Unito sa offrirci.
Ma veniamo al punto cruciale: a partire dal 2 aprile 2025, per entrare nel Regno Unito e in Irlanda del Nord dovremo richiedere l’autorizzazione elettronica ETA. Funzionerà un po’ come l’ESTA, il visto elettronico per gli Stati Uniti, quindi chi ha già avuto esperienza con quest’ultimo non avrà problemi con questo nuovo sistema.
Cos’è l’ETA per il Regno Unito
ETA: Electronic Travel Authorization è un’autorizzazione elettronica di viaggio. Non è propriamente un visto, anche se purtroppo verrà comunemente chiamato così. Infatti, chi dovrà viaggiare nel Regno Unito per lavoro o altri motivi dovrà richiedere un visto seguendo le procedure indicate dall’ambasciata. L’ETA sarà richiesta a tutti i cittadini europei, italiani compresi, per soggiorni turistici, inclusi scali di poche ore.
Questa misura è chiaramente una conseguenza della Brexit, e secondo il governo britannico serve per monitorare l’afflusso turistico e affrontare i problemi legati all’immigrazione. Lo so, sarà una piccola scocciatura in più, ma richiederà davvero pochi minuti.
Non è obbligatoria ai fini del viaggio, ma come sempre vi consigliamo di mettere in valigia una buona assicurazione medica e di viaggio. Noi ci affidiamo da tempo a HeyMondo, che con la sua pratica applicazione offre assistenza 24 ore su 24 ovunque nel mondo. Inoltre, grazie a noi, puoi ottenere uno sconto del 10% sulla tua prossima polizza. Viaggia tranquillo anche tu!
Come richiedere l’ETA
Per entrare nel Regno Unito già dal 2021, i cittadini italiani e europei devono possedere un passaporto con una validità residua per tutta la durata della permanenza. A partire dal 2 aprile 2025, si aggiungerà l’ETA, che potrà essere richiesta a partire dal 5 marzo 2025. La data si anticipa all’8 gennaio per i residenti non UE.
La richiesta dell’ETA dovrà essere effettuata tramite il sito ufficiale del Governo britannico o tramite l’applicazione UK ETA. Avrà un costo di 16£ (circa 18,50€ al 1 agosto 2025). L’ETA sarà valida per due anni e permetterà ingressi multipli nel paese per soggiorni continuativi fino a 6 mesi. Ricordiamo che è valida anche per scali di poche ore.
Per fare la richiesta, avrete bisogno del vostro passaporto da cui estrarre i dati e una foto della prima pagina da caricare sul dispositivo con cui effettuerete la richiesta. Dovrete anche caricare una vostra foto e rispondere ad alcune domande personali. Successivamente, potrete procedere al pagamento tramite carta di credito o debito. La richiesta potrebbe richiedere fino a 3 giorni lavorativi, quindi è consigliabile fare la domanda con anticipo. Una volta ricevuta l’autorizzazione, sarete pronti per partire.
Big Ben visto da The Queen’s Walk.
Se la vostra richiesta non dovesse andare a buon fine, purtroppo non sarà possibile ripetere la procedura online e sarà necessario contattare l’ambasciata per ottenere un visto.
Abbiamo atteso questa notizia per un po’ e le vostre continue domande ci hanno fatto capire che non siamo i soli ad aspettarla. Soprattutto perché si vocifera di un prossimo viaggio on the road qui. Spoiler: potremmo non essere soli, ogni riferimento a Nanà è puramente casual. Quindi, ricordatevi di salvare le date di richiesta dell’ETA per il Regno Unito e seguiteci sui nostri social per non perdere le prossime avventure.
Prima della partenza, l’idea di viaggiare in Cina spostandoci con i treni ci metteva un po’ in ansia. Riusciremo a trovare la stazione giusta? Saliremo sul treno corretto? Capiremo le indicazioni e la fermata dove scendere? Avevamo così tante preoccupazioni che, per settimane, non pensavamo ad altro. Tuttavia, come spesso accade, vivere l’esperienza sul posto ci ha fatto comprendere che viaggiare in treno in Cina è una delle cose più semplici e intuitive che si possano fare in questo paese.
È vero, la parte della prenotazione può essere un po’ stressante, ma una volta arrivati in stazione, non vi resterà che accomodarvi e godervi il panorama dal finestrino. Con la giusta colonna sonora e un mooncake da sgranocchiare, troverete anche il tempo per rilassarvi e riflettere su tutte le incredibili avventure che state vivendo, giorno dopo giorno.
Vi anticipiamo tutto nel nostro reel che trovate sulla nostra pagina Instagram, quindi seguiteci per non perdervi i prossimi consigli!
Ma veniamo a noi e iniziamo, passo dopo passo, a capire come viaggiare in sicurezza e in modo organizzato con i treni in Cina. Vi rimandiamo al nostro articolo Viaggio in Cina: consigli essenziali per il viaggio perfetto per iniziare a capire come muovervi in questo paese.
Perché viaggiare con i treni in Cina
Durante le prime fasi dell’organizzazione del nostro viaggio in Cina, anche noi ci siamo spesso chiesti se spostarci in treno fosse davvero la scelta giusta. Possiamo dirvi con certezza che non avremmo potuto fare scelta migliore. Le distanze in Cina sono talmente vaste che l’unico modo pratico per affrontarle è spostarsi in treno o in aereo. Purtroppo, se i biglietti aerei non vengono prenotati con largo anticipo, possono risultare piuttosto costosi, senza contare il tempo necessario per arrivare in aeroporto in anticipo e i controlli doganali una volta atterrati.
Abbiamo quindi dedotto che, per noi, viaggiare in treno fosse la scelta più comoda e pratica, quella con cui ci sentivamo maggiormente a nostro agio. I treni in Cina sono veloci, silenziosi e dotati di alcuni comfort, come bagni, distributori di acqua calda per tè e noodles, oltre a un servizio di ristorazione a bordo. Una volta arrivati in stazione e superato il check-in, potete salire a bordo, sedervi e rilassarvi. Le stazioni sono sempre ben collegate al centro città, a volte raggiungibile anche a piedi.
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Noi ci siamo trovati benissimo nei nostri cinque spostamenti in treno durante il viaggio in Cina. Abbiamo scelto di viaggiare di giorno, partendo la mattina presto per affrontare le tratte più lunghe, come quella tra Pechino e Xi’an. In alternativa, molti viaggiatori preferiscono spostarsi di notte, specialmente per le tratte più lunghe. Questa scelta dipende dal vostro itinerario e dalle tempistiche del vostro viaggio. Nel nostro caso, siamo stati felicissimi della decisione presa e sicuramente organizzeremo il nostro prossimo viaggio allo stesso modo.
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Come prenotare i treni in Cina
Prenotare i biglietti dei treni in Cina non è un’operazione molto semplice e veloce, ma con i nostri consigli riuscirete sicuramente a organizzarvi per tempo. Potete acquistare i biglietti tramite il sito ufficiale, che trovate qui (interamente in cinese), oppure tramite agenzie che faranno la prenotazione per voi. Vi spieghiamo meglio: prenotando direttamente sul sito ufficiale, potreste incontrare difficoltà con la lingua, a meno che non abbiate un amico cinese che possa aiutarvi a superare questo ostacolo. L’altro problema, però, è l’impossibilità di pagare con le nostre carte, poiché i circuiti internazionali non vengono accettati per i pagamenti online in Cina. Affidandovi invece a un’agenzia come Trip.com o China Highlights, risolverete facilmente questo passaggio.
Noi abbiamo prenotato tramite Trip.com. Potete richiedere la prenotazione dei biglietti in qualsiasi momento, ma la conferma definitiva arriverà solo 15 giorni prima della partenza del treno, poiché è questa la data in cui i biglietti vengono effettivamente emessi. Riceverete una mail di conferma con i vostri biglietti elettronici. Tuttavia, non sempre la prenotazione va a buon fine: in tal caso, verrete rimborsati e potrete procedere con una nuova richiesta. Delle cinque prenotazioni che abbiamo effettuato con un mese di anticipo, tutte sono andate a buon fine, quindi potete essere fiduciosi.
Un’altra opzione è quella di acquistare i biglietti direttamente in stazione, il giorno stesso o con qualche giorno di anticipo. Abbiamo conosciuto alcune coppie che non hanno avuto problemi a fare così, ma questo comporta sempre il rischio di non trovare posto o di dover pagare di più per la tratta. Il nostro consiglio è di muovervi in anticipo, soprattutto se viaggiate durante i periodi di alta stagione.
Scegliere il treno e la stazione
Prima di prenotare, fate molta attenzione alla scelta della stazione. In città come Pechino e Shanghai, ci siamo trovati un po’ in difficoltà nel capire da quale stazione arrivare e da quale ripartire, perché ce ne sono diverse, soprattutto nelle grandi città. Quindi, controllate con attenzione e cercate di arrivare sempre almeno un’ora prima della partenza, poiché le stazioni sono così grandi da sembrare aeroporti.
La scelta del treno è molto semplice e dipende principalmente dall’orario, dal tipo di treno e dal prezzo per tratta. Noi abbiamo optato, quando conveniente, per i treni veloci. Abbiamo sempre scelto la seconda classe, che, fidatevi, è paragonabile a una prima classe sui nostri treni italiani. Fate attenzione al vostro posto, per evitare di fare come me e dovervi alzare dopo mezz’ora perché seduti nel posto sbagliato!
Per i treni notturni, potete scegliere tra diverse opzioni di cabine: scompartimenti aperti con 6 letti o cuccette private per due persone. In base alla classe scelta, cambiano anche la tipologia di sedili e letti, che possono essere “duri” o “morbidi”. Non avendo esperienza diretta con i treni notturni, non possiamo fornirvi dettagli più precisi, ma sappiamo da altri viaggiatori che si viaggia comodamente in entrambe le opzioni. Fateci sapere se avete avuto esperienze con i treni notturni e com’è andata!
Come muoversi in stazione
Una volta arrivati in Cina e con i biglietti in mano, basta scaricarli sul telefono: non serve stampare nulla. Controllate attentamente la stazione e recatevi lì con un po’ di anticipo. La prima volta eravamo molto ansiosi perché molte persone ci avevano descritto queste stazioni come dei labirinti. In realtà, tutto è molto intuitivo e ben organizzato, quindi potete stare tranquilli.
All’ingresso della stazione dovrete passare attraverso i controlli di sicurezza al metal detector e mostrare il passaporto, che verrà registrato nei loro sistemi. Da quel momento, il vostro biglietto elettronico sarà il passaporto stesso, quindi vi servirà solo per verificare il vagone e il posto sul treno. Dopo aver superato i controlli, troverete un tabellone simile a quello degli aeroporti. Controllate il numero del treno sul vostro biglietto e il numero del gate a cui recarvi. Una volta lì, dovrete attendere l’apertura del check-in, circa 30 minuti prima della partenza. Passate nuovamente il passaporto ai controlli e dirigetevi verso il binario. Non c’è modo di sbagliarsi! Quando il treno arriva, salite e buon viaggio.
Noi siamo davvero molto soddisfatti del servizio e dell’organizzazione dei treni in Cina. Hanno reso il nostro viaggio semplice e perfetto. Non vediamo l’ora di raccontarvi tanto altro! Vi aspettiamo nei commenti per sapere come state organizzando la vostra avventura in questo paese che vi accoglie sempre con un sorriso.
Per anni ho osservato l’isola di Mal di Ventre dalle varie spiagge del Campidano di Oristano, chiedendomi come poterci arrivare. Da bambina, mi sembrava quasi l’isola che non c’è. A volte, a causa della foschia, spariva per poi riapparire quando il cielo limpido la mostrava in lontananza. Ci sono voluti ben 30 anni per scoprire finalmente come raggiungerla e cosa vedere su questa piccola isola della penisola del Sinis.
Tuffandomi nelle sue acque, ho scoperto un tesoro fatto di specie marine protette, che qui possono nuotare libere grazie alla speciale tutela che mantiene intatto questo paradiso. È un luogo che, nel corso della storia, ha visto insediamenti nuragici, romani e persino incursioni di pirati. Oggi è un’oasi di pace disabitata, dove è possibile entrare in contatto con la natura e il mare. Tra i suoi pochi abitanti ci sono i simpatici coniglietti portati qui il secolo scorso dai pastori. Se vi muovete nell’entroterra in silenzio non sarà difficile vederli correre felici sull’isola. Insomma un luogo dove, per qualche ora, potrete davvero sentirvi su un’isola deserta. Scopriamo insieme come arrivare e come organizzare la vostra escursione sull’isola di Mal di Ventre.
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L’isola di Mal di Ventre si trova sulla costa centro-occidentale della Sardegna, di fronte alla Penisola del Sinis. Il punto più vicino alla terraferma è Capo Mannu, situato a circa 8 km (4,5 miglia marine). L’isola è inclusa nell’area marina protetta della Penisola del Sinis. Si estende per circa 85 ettari, ha un perimetro totale di 6 km, è lunga 2,5 chilometri e larga un chilometro. Nel suo punto più alto, non supera i 20 metri di altitudine. È quindi possibile visitarla interamente in meno di una giornata.
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Tuttavia, scoprirete che tra tuffi, snorkeling nelle sue acque cristalline e passeggiate tra i resti di nuraghi, il tempo dell’escursione potrebbe non essere sufficiente per apprezzare appieno tutto ciò che l’isola ha da offrire. L’isola può essere suddivisa in due versanti: quello orientale e quello occidentale. Sul lato orientale, che affaccia sulla costa della Sardegna, si trovano alcune calette, come Cala Salina e Cala Nuraghe, che offrono un tranquillo approdo e un ambiente riparato dal vento.
Nel versante occidentale, il paesaggio cambia notevolmente: il mare si scaglia violentemente contro la costa rocciosa, rendendo impossibile avvicinarsi all’acqua. Inoltre, in quest’area si trovano alcune delle zone totalmente protette, inaccessibili ai visitatori. Quest’intera area fa parte della zona A, con divieto assoluto di balneazione. Sovrastando il tutto, un faro domina l’isola, eretto sulla sua altura.
La sua storie e il suo nome: Malu Entu
Il nome “Isola di Mal di Ventre” evoca immediatamente l’idea di un gran mal di pancia. In realtà, nulla di tutto ciò si nasconde dietro il suo nome originale: Malu Entu, che significa “isola del vento cattivo”. Sembra quindi che il nome “Mal di Ventre” sia nato da un errore di traduzione.
Tuttavia, le teorie e le leggende su questo nome sono diverse. Una delle meno accreditate suggerisce addirittura che l’isola prenda il nome da un malessere che colpì una principessa in visita nel 1200. Altre teorie fanno riferimento al ventre delle navi, spesso colpito dai bassifondi marini, causando danni così gravi che intorno all’isola si trovano ben tre relitti. Uno di questi è una nave spagnola che trasportava lingotti di piombo e che si arenò tra il 90 e l’89 a.C. C’è anche il relitto della Joyce, affondata nel 1973 con il suo carico di sanitari. Insomma, da queste vicende possiamo capire perché il nome di quest’isola sia legato a qualcosa di negativo, sia esso il vento cattivo o i pericolosi fondali che colpivano il ventre delle navi.
L’isola, insieme al vicino scoglio Catalano, fa parte di un complesso granitico, e lo si capisce subito osservando la sabbia delle sue spiagge a ovest, composta da piccoli frammenti di granito provenienti dalle grandi lastre che circondano l’isola. Non a caso, le spiagge lungo la terraferma, come Mari Ermi e Is Arutas, sono caratterizzate da una sabbia formata da piccoli chicchi di quarzo. I frammenti di granito, trasportati dal mare e corrosi, sono giunti su queste coste, arricchendo queste spiagge uniche.
Le spiagge dell’isola di Mal di Ventre
Come citato precedentemente, le spiagge dove è possibile approdare, rilassarsi facendo snorkeling o leggendo un libro, si trovano lungo il versante orientale dell’isola. Arrivando in gommone, le vedrete comparire una dopo l’altra. Il vostro capitano ve le mostrerà una per una, raccontandovi la loro storia, ma se volete arrivare preparati, leggete qui.
Dritto davanti a voi, dove vi immergerete appena scesi dal gommone, si trova Cala Salina. Questa caletta è perfetta per ammirare subito la bellezza di queste acque.
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Se però volete scoprire anche la storia dell’isola, dirigetevi verso ovest fino a Cala Pastori, chiamata così per i resti delle case dei pastori che fino agli anni ’60 hanno abitato questa terra. Durante i periodi invernali, qui veniva portato il bestiame a pascolare, controllato da circa due uomini che vivevano sull’isola e gestivano il gregge. Non si tratta dell’unico insediamento umano che troverete: poco più avanti, infatti, vi aspetta Cala Nuraghe, chiamata così per i resti del nuraghe che vi si trovano. Questi resti testimoniano l’importanza storica di quest’isola.
Proseguendo, incontrerete Cala Scirocco e Cala Valdaru. Questa zona è interamente classificata come zona C, quindi potete tranquillamente praticare snorkeling, ricordandovi sempre di rispettare la natura e le specie che la abitano. I fondali qui sono ricchi e colorati. Il divieto di pesca e la protezione dell’area preservano le molte specie di pesci che dovrebbero vivere in queste acque. Ho avuto la fortuna di incontrare un polpo e di vedere molte stelle marine rosse. C’è chi dice che, in giornate particolari, si possano avvistare anche i delfini.
Come raggiungere l’isola di Mal di Ventre
L’unico modo per raggiungere l’isola di Mal di Ventre è via mare, utilizzando un’imbarcazione. Potete noleggiare un gommone, se siete pratici, presso la spiaggia di Putzu Idu, oppure affidarvi, come abbiamo fatto noi, a un ente preparato e autorizzato al trasporto sull’isola. Noi ci siamo affidati a Sea Next, che parte direttamente dalla spiaggia di Mare Ermi.
Gli orari e i giorni delle escursioni variano in base alle condizioni climatiche, e riceverete sempre conferma la mattina presto. I gommoni trasportano circa 12-15 persone, e il tempo di viaggio dalla costa all’isola è di circa 15 minuti, più una sosta durante la quale il vostro skipper vi mostrerà le spiagge accessibili e vi racconterà un po’ di storia e regole del luogo. Il costo dell’escursione è di 25€ adulti, 15€ fino agli 8 anni e gratuito per i bambini fino ai 2 anni. Potete prenotare in loco se siete in zona o chiamare e prenotare, se riuscite, giorni prima.
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Portate con voi tutto l’occorrente per trascorrere la giornata: crema solare, ombrellone, tanta acqua e cibo. Le spiagge sono completamente selvagge, quindi ricordate di portare anche una bustina per raccogliere tutti i vostri rifiuti. Ci tengo a informarvi che su tutta l’isola vige il divieto di fumare. Tuttavia, ho raccolto una busta di spazzatura, tra cui molte cicche di sigarette, che ho riportato a riva.
Noi abbiamo scelto di visitare l’isola di Mal di Ventre partendo alle 14:30 e rientrando alle 19:30. Posso dirvi che non avremmo potuto fare scelta migliore: ci siamo goduti un fantastico pomeriggio e uno spettacolare tramonto durante il rientro. Il modo perfetto per salutare questa piccola isola incantata.
Vi aspettiamo sui nostri social per raccontarvi questa esperienza con video e foto, e vi invitiamo a seguirci per non perdervi le prossime avventure. Speriamo di ricevere presto il vostro feedback su questa meravigliosa avventura in terra sarda.
Eccoci qui, rientrati da poche ore dal nostro viaggio in Cina, pronti a condividere con voi i nostri consigli essenziali per aiutarvi a organizzare il viaggio perfetto. Questo paese ci ha subito rapito il cuore. Gli sguardi curiosi dei suoi abitanti, il profumo del cibo e le lanterne rosse, il litchi e le biciclette che attraversano gli hutong. Scene che incarnano perfettamente l’idea che avevo sempre avuto della Cina. La calma e la tranquillità dei vicoli, interrotti dal caos delle grandi strade urbane; i paesaggi autentici e tradizionali accostati ai grandi centri commerciali dalle insegne luminose. Non credo di poter raccontare tutto a parole. Ci sono sentimenti, profumi, suoni e sfumature di luce che non si possono descrivere, ma solo vivere. Tuttavia, dando un’occhiata ai nostri contenuti sul profilo Instagram, forse potrete farvi un’idea più concreta. Seguici qui per non perderti le prossime avventure.
Quello che è certo è che non vi resta che leggere i nostri consigli e organizzare il vostro prossimo viaggio in Cina. Siete pronti a prendere appunti e partire?
Documenti per viaggiare in Cina
Per entrare in Cina avrete bisogno di un passaporto elettronico valido con una residua validità di almeno sei mesi dalla data del viaggio.
La grande notizia di quest’ultimo anno è che per i viaggiatori italiani, così come per molti altri paesi europei e non, il visto per entrare in Cina è gratuito fino al 31 dicembre 2025. Specifichiamo meglio: per viaggi non superiori ai 15 giorni è possibile visitare la Cina senza dover richiedere alcun visto.Per permanenze superiori ai 15 giorni, dovrete rivolgervi all’ambasciata e valutare la richiesta del visto più adatto alle vostre esigenze.
ATTENZIONE NUOVO AGGIORNAMENTO: dal 30 novembre 2024 fino al 31 dicembre 2025 il visto è stato esteso ad una durata di 30 giorni. Quindi potete soggiornare per massimo 30 giorni senza richiedere alcun visto.
Quindi, vi basterà prenotare il vostro biglietto aereo di andata e ritorno e le strutture di soggiorno. Una volta atterrati in Cina vi recherete alle apposite macchinette per scattare foto e registrare le impronte digitali. Riceverete una ricevuta che dovrete poi mostrare ai controlli doganali insieme al passaporto e al modulo per l’immigrazione, che riceverete in volo o appena atterrati. Sarà necessario fornire le date e il numero dei voli, oltre al nome del primo albergo in cui soggiornerete. In pochi minuti, otterrete il timbro sul passaporto.
Non obbligatoria ai fini del viaggio, ma essenziale per evitare brutte sorprese, è l‘assicurazione sanitaria. Come negli Stati Uniti, anche in Cina esiste un sistema sanitario privato che dovrete pagare di tasca vostra. Stipulando un’assicurazione sanitaria di viaggio, sarete coperti sempre e ovunque. Noi vi consigliamo HeyMondo, a cui ci affidiamo da anni. Potrete scegliere la polizza più adatta alle vostre esigenze e avere un’assistenza h24 ovunque nel mondo, grazie alla comoda applicazione che vi garantisce sempre una consulenza in italiano.
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Quando andare
La Cina è un paese vasto e variegato, con climi e paesaggi che cambiano radicalmente da una regione all’altra. Il periodo migliore per visitare la Cina dipende in gran parte dalla zona che si desidera esplorare. La primavera (da aprile a giugno) e l’autunno (da settembre a ottobre) sono generalmente considerate le stagioni ideali per visitare gran parte del paese, grazie al clima mite e alla natura in fiore o ai colori caldi delle foglie.
Se si desidera esplorare il Tibet o le regioni montuose del sud-ovest, come lo Yunnan e il Sichuan, l’estate (da giugno ad agosto) è la stagione migliore, poiché le alte altitudini rendono il clima più fresco e accogliente. Al contrario, per chi volesse immergersi nella bellezza dei paesaggi innevati, l’inverno (da dicembre a febbraio) offre l’occasione perfetta per visitare la regione nord-orientale della Cina, come Harbin, famosa per il suo Festival delle sculture di ghiaccio e neve.
Infine, per evitare le folle e i prezzi elevati, è consigliabile evitare i periodi di punta del turismo cinese, come la Festa di Primavera (Capodanno cinese) e la Settimana d’Oro di ottobre.
Noi siamo appena tornati dal nostro viaggio in Cina, partiti il 3 agosto. Nonostante la folla nei maggiori siti turistici, gestibile muovendosi molto presto al mattino, il caldo è stato sicuramente un aspetto piuttosto rilevante. Si parla di temperature tra i 35 e i 38 gradi durante il giorno, con un livello di umidità che varia tra il 90% e il 95%. In compenso, in 14 giorni abbiamo visto la pioggia solo due volte. Il caldo può spesso cambiare i vostri piani e rendere tutto più faticoso e pesante, ma se sfruttate le ore meno calde ed evitate la folla, tutto è fattibile. Non avendo altre scelte, possiamo dire che agosto non è stata una così grande tragedia.
Itinerario e distanze
La Cina è davvero grande, ma proprio tanto grande! Stiamo parlando del quarto paese più grande al mondo. Con una superficie di circa 9,6 milioni di chilometri quadrati, è quasi 30 volte più grande dell’Italia ed è così vasta che si estende attraverso cinque fusi orari, anche se utilizza un unico fuso orario ufficiale (l’ora di Pechino, 6 ore avanti all’Italia). Questo vi dà un’idea dell’importanza di strutturare un buon itinerario e organizzare in anticipo gli spostamenti.
E per spostamenti intendiamo anche quelli interni alle città. Spostarsi dal centro di Pechino per raggiungere il bellissimo Palazzo d’Estate significa fare un viaggio di circa un’ora in metropolitana, senza contare la distanza del vostro hotel dalla zona più centrale. In città come Pechino o Shanghai, vi consigliamo di organizzare il vostro itinerario per zone e di muovervi il più possibile all’interno di queste. I mezzi di trasporto pubblici sono molto efficienti, ma l’unica nota negativa è che la metro è generalmente aperta solo fino alle 00:00.
Se hai bisogno di una mano esperta per organizzare e prenotare il tuo viaggio, Stefania, in qualità di Travel Designer certificata, è qui per aiutarti. Contattami e valuteremo insieme come rendere reale il viaggio dei tuoi sogni. Ti aspetto!
Ma nel caso in cui non abbiate voglia di aspettare un bus notturno, potete tranquillamente prenotare una corsa con il comodo servizio di DiDi, di cui vi parleremo più avanti. In ogni caso, abbiamo utilizzato i bus notturni e li abbiamo trovati sempre molto precisi e comodi. Tenetevi sempre larghi con gli orari dell’itinerario, in modo da avere un margine in caso di ritardi o contrattempi. I treni nazionali, così come quelli cittadini o la metropolitana, sono puntualissimi. Vi farà sorridere il conto alla rovescia all’interno della metropolitana di Shanghai, che inizia poco prima dell’arrivo del vagone in stazione.
Per spostarvi sia a piedi che con i mezzi, vi consigliamo di utilizzare Maps.Me. Google Maps potrebbe sembrarvi utile per gli spostamenti a piedi, ma molto spesso sbaglia la geolocalizzazione. Per esperienza, meglio usare altro. Un’altra accortezza è avere sempre con voi l’indirizzo del vostro hotel in lingua originale, in caso dobbiate mostrarlo ai locali o al vostro taxi.
eSIM e VPN per il tuo viaggio in Cina
Se desiderate recarvi in Cina, è fondamentale avere una connessione dati. Alcune applicazioni di uso quotidiano, come WhatsApp, Instagram e Facebook, sono bloccate in Cina. Per continuare a utilizzare queste app, è necessario disporre di una eSIM, una SIM virtuale supportata da molti smartphone di ultima generazione, oppure di una SIM locale. In entrambi i casi, assicuratevi che la VPN sia inclusa, altrimenti le app che utilizzate abitualmente in Italia non funzioneranno.
Noi abbiamo scelto nuovamente la eSIM Holafly, che ci ha permesso di avere traffico dati illimitato per 15 giorni. Per un viaggio di questo tipo, è un servizio essenziale. Una volta scaricata l’app Holafly, selezionate “Cina” e inserite i giorni di permanenza nel vostro viaggio nella terra del Dragone. Il prezzo della eSIM varierà in base alla durata del soggiorno. Grazie a un semplice tutorial, installarla e attivarla sarà molto facile. Dopo averla attivata prima della partenza, troverete la eSIM sul vostro smartphone. Non resta che attivarla. La eSIM inizierà a funzionare appena sarete in territorio cinese, e solo da quel momento inizierà il vostro piano dati. Ricordatevi di disattivare la vostra SIM italiana. Potete eseguire queste ultime operazioni in modalità aereo, evitando così costi aggiuntivi.
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Pagamenti e applicazioni da avere
Molti esercizi in Cina non accettano carte di credito oppure, se lo fanno, applicano commissioni. Nella maggior parte dei negozi e ristoranti è possibile pagare in contanti, ma a volte potrebbero non avere il resto. Per ovviare a questo problema, è essenziale avere installate sullo smartphone due app: WeChat e Alipay. WeChat è una combinazione di WhatsApp, social network e TripAdvisor cinesi, mentre Alipay è una piattaforma di pagamento online. Per utilizzare entrambe le app, dovrete registrarvi e collegare il vostro passaporto.
Solo dopo aver completato questi passaggi, da fare in Italia perchè vi verrà richiesta la conferma al numero cellulare, potrete aggiungere la vostra carta di credito come metodo di pagamento. Consigliamo di contattare la vostra banca una settimana prima della partenza per assicurarvi che la carta sia abilitata ai pagamenti online in Cina. Da quanto abbiamo capito, questa opzione è diversa dalla classica “opzione Mondo”. Una volta associata la carta, effettuare i pagamenti sarà molto semplice. Ogni negozio, ristorante o esercizio ha un QR code alla cassa. Inquadrate il QR code tramite l’app, inserite l’importo da pagare e il gioco è fatto.
Su Alipay troverete anche l’app Didi, l’equivalente di Uber. Funziona allo stesso modo: selezionate il punto di pick-up e la destinazione, poi l’app vi chiederà di confermare la corsa effettuando il pagamento della cifra stimata. A questo punto, non vi resta che attendere il vostro Didi. Se la corsa, una volta arrivati a destinazione, avrà un costo inferiore a quello stimato, riceverete un riaccredito immediato della differenza; in caso contrario, verrà addebitato l’importo effettivo.
Purtroppo, abbiamo avuto problemi con entrambe le applicazioni fin dall’inizio. Di conseguenza, abbiamo dovuto prelevare contanti e utilizzare la carta di credito dove e quando era accettata. Non è sempre stato facile ottenere il resto, e in alcuni casi le carte sono state rifiutate. Nonostante tutto, siamo riusciti a viaggiare tranquillamente, ma le applicazioni sopra menzionate avrebbero sicuramente facilitato e velocizzato alcune operazioni di pagamento. Sono quindi utili e pratiche, ma non del tutto essenziali. È possibile fare un viaggio in Cina anche senza di esse, ma il nostro consiglio è di partire preparati augurandovi di non avere la nostra stessa sfortuna!
Dove dormire
Gli standard medi degli hotel in Cina potrebbero essere un po’ più bassi rispetto a quelli europei. È quindi consigliabile scegliere strutture di livello superiore e, soprattutto, accertarsi sempre che accettino turisti stranieri. Cosa significa? In molte strutture, soprattutto fuori dalle grandi città, il turismo è essenzialmente locale, e questo è legato anche alla registrazione obbligatoria del viaggiatore presso la stazione di polizia più vicina. Per evitare queste pratiche burocratiche, molte strutture preferiscono non accettare stranieri. In ogni caso, è sufficiente scegliere attentamente la struttura e, per essere sicuri, inviare anche un’email di conferma. Se organizzate il viaggio da soli, questa verifica è fondamentale, mentre se vi affidate a un’agenzia o a un Travel Designer come me, sarò io a occuparmi di tutto.
Per il nostro viaggio abbiamo optato per strutture di medio-alto livello e ostelli, scegliendo sempre sistemazioni in camera matrimoniale con bagno in comune. Nella scelta dei pernottamenti, ci siamo affidati a portali come Trip.com e al nostro ormai fedele Booking.com. Abbiamo anche avuto due esperienze in homestay, con colazione e cena condivise con la famiglia ospitante, una scelta che ha reso il viaggio molto più caratteristico. Due sistemazioni che ci tengo a consigliarvi, data la grandissima gentilezza degli host.
Valutate quindi strutture di livello medio-alto, riconfermate la vostra presenza come turisti stranieri e, quando possibile, scegliete strutture abbastanza centrali o vicine a una stazione della metropolitana. In città come Xi’an o Pingyao, è stata un’ottima idea alloggiare all’interno delle mura della città vecchia, per poter esplorare meglio anche a piedi. In camera troverete sempre acqua, set di cortesia, asciugamani e ciabatte per la doccia. Durante l’estate, assicuratevi che sia presente l’aria condizionata.
Come spostarsi in viaggio in Cina
Come detto precedentemente, le dimensioni di questo paese sono significative. Per i viaggi a lunga distanza tra le principali città, il treno ad alta velocità rappresenta una delle opzioni migliori: la rete ferroviaria cinese è tra le più avanzate al mondo, con treni che possono raggiungere velocità di oltre 300 km/h, collegando città come Pechino, Shanghai, Xi’an e Guangzhou in poche ore. Viaggiare in treno non solo permette di risparmiare tempo rispetto agli spostamenti in aereo, ma offre anche l’opportunità di ammirare i paesaggi del paese. Viaggiare di notte è un’ottima idea per risparmiare tempo durante il giorno. Noi abbiamo preferito spezzare i lunghi viaggi e goderci un po’ di relax durante le ore di tragitto diurno.
Per distanze ancora maggiori o per raggiungere regioni remote, l’aereo rimane la scelta più pratica. La Cina dispone di numerosi aeroporti internazionali e domestici ben collegati, con frequenti voli tra le città principali. Tuttavia, è importante prenotare in anticipo, soprattutto durante i periodi di alta stagione, per evitare prezzi elevati e problemi di disponibilità.
Il nostro consiglio è di valutare subito l’itinerario e prenotare il prima possibile gli spostamenti. Le prenotazioni dei treni possono essere effettuate tramite Trip.com. L’agenzia si occuperà di prenotare i biglietti alla loro emissione, 15 giorni prima della data di partenza. Questo purtroppo non vi garantisce l’effettiva disponibilità dei biglietti. Inviate la richiesta il prima possibile e, in caso di non riuscita, ritentate. Rimane comunque sempre la possibilità di acquistare i biglietti direttamente in stazione. Per i voli interni, le maggiori compagnie da considerare sono: Air China, China Eastern, China Southern; anche in questo caso, è sempre utile consultare Trip.com. A breve pubblicheremo un articolo dettagliato sui treni e le stazioni ferroviarie.
Consigli random per il tuo viaggio in Cina
Ci sono alcune cose che avrei voluto sapere prima della partenza per il nostro viaggio in Cina, anche solo per arrivare mentalmente preparata ad alcune, seppur piccole, differenze culturali e abitudinali. In Cina troverete bagni pubblici gratuiti ovunque, il che è una cosa bellissima per chi, come me, beve molta acqua. Ma preparatevi ai bagni alla turca: quasi sempre troverete solo questi, raramente wc tradizionali. Portate sempre con voi un rotolo di carta igienica o fazzoletti, perché spesso non la troverete. Fate attenzione, perché a volte c’è un distributore di carta igienica all’ingresso; prendetela prima di entrare in bagno.
Le date di scadenza sulla maggior parte degli alimenti sembrano superare la loro validità. Non sappiamo il perché, ma ci informeremo. Abbiamo comunque sempre mangiato prodotti scaduti, magari di pochissimi giorni, ma comunque scaduti. Finché si tratta di alimenti conservati, come merendine o altro, non ci siamo mai fatti problemi. Il nostro consiglio: ignorate le date di scadenza, a meno che non si tratti di prodotti freschi. Fate attenzione a mangiare solo cibi ben cotti, soprattutto se intendete assaggiare qualcosa nei mercati; difficilmente troverete street food come lo intendiamo nel resto del Sud-Est asiatico. Dalla riapertura post-Covid, lo street food e la vendita di cibo in strada sono stati regolamentati. Acqua sempre e solo in bottiglia.
No, non si mangia più il cane e no, non si trovano insetti nei mercati, a parte una sola volta a Xi’an in un mercato molto turistico.
Tranquilli, sono tentacoli di polpo alla griglia!
Non parlano inglese, quindi scaricate un buon traduttore. Noi abbiamo sempre e solo utilizzato quello del nostro iPhone, riuscendo a fare anche chiacchierate di ore. Il popolo cinese ci adora e ci osanna; preparatevi a diventare delle star. Verrete continuamente fermati per foto, video e videochiamate. Il turismo interno supera di gran lunga quello internazionale, quindi per loro è ancora poco comune incontrare occidentali. Per questo ci tengono così tanto ad avere uno scatto insieme. Fidatevi, vi divertirete così tanto che sarà una delle cose che non vedrete l’ora di raccontare al rientro.
Questo loro modo di fare così istintivo li rende unici. Malgrado la barriera linguistica, riescono sempre ad aiutarti, a comunicare, a raccontarti orgogliosamente del loro paese e ad ascoltare del tuo. Sono felici ed entusiasti di confrontarsi, soprattutto i più giovani, e di capire quanto di diverso abbiamo da imparare l’uno dall’altro.
È stato uno di quei viaggi che ti apre la mente. Ti fa capire quanto spesso i pregiudizi prevalgano sulla realtà. Siamo sempre più convinti che viaggiare sia il miglior modo per conoscere il mondo e se stessi. Siamo curiosi di conoscere la vostra esperienza al rientro da questo grande viaggio. Per altre richieste, siamo qui e sui nostri social, pronti per le prossime avventure.
L’estate a Roma significa una sola cosa: grattachecca. Fresca, dolce e guarnita con frutta fresca, la grattachecca a Roma è una di quelle tradizioni estive che noi romani portiamo avanti sin da piccolini. Le passeggiate in centro e la lunga fila alla Sora Maria sono sicuramente tra i ricordi più vividi della mia infanzia, così come le serate trasteverine passate sul lungo Tevere, tra chiacchiere e una lemoncocco di Alla Fonte d’Oro. Lo scricchiolio del ghiaccio sotto i denti e il dolce gusto degli sciroppi fruttati vi daranno una bella botta di freschezza. Passeggiando per le assolate strade della capitale, ringrazierete di esservi fermati per un bicchiere di grattachecca salva-vita.
Ma prima di scoprire dove assaggiare la vera grattachecca a Roma, scopriamo l’origine del suo nome così insolito.
L’origine della grattachecca
Sembrerebbe che già ai tempi dei romani fosse comune grattare il ghiaccio, o meglio, la “checca”. Questa grande lastra di ghiaccio veniva conservata sotto terra quando ancora non c’erano i frigoriferi. Il nome grattachecca, infatti, deriva dall’unione del verbo “grattare” e di “checca”, il blocco di ghiaccio che ancora oggi potete vedere nei chioschi dove viene servita la vera grattachecca. Gli antichi romani usavano la neve per creare una bevanda rinfrescante con miele e frutta, che poi si è evoluta nel corso dei secoli fino a diventare quella che conosciamo oggi, verso l’inizio del 1900, diventando poi popolare tra gli anni ’50 e ’60.
In tutta Italia esistono diverse versioni di questo tipo di bevanda; la più famosa è sicuramente la granita, che però viene prodotta da un composto di sciroppi e aromi, gelati e mescolati di tanto in tanto. Ci sono molte altre varianti lungo lo stivale e siamo curiosi di conoscere il nome nella vostra regione.
La grattachecca romana è composta da ghiaccio grattato con l’aggiunta di sciroppi e quando richiesta, frutta fresca. Seppur semplice, possiamo assicurarvi che si tratta di uno dei “street food” romani che vi può salvare la vita durante le calde giornate estive.
Dove mangiare la vera grattachecca a Roma
Nella capitale, i chioschi rimasti a servirla sono pochi ma tutti continuano a portare avanti la tradizione con orgoglio. Vi indichiamo qui di seguito i 5 chioschi che sono ancora attivi e dove spesso ci trovate per sopravvivere all’afa romana.
La Sora Maria: ancora oggi colleziona una lunga fila di romani e non in attesa di refrigerio. Si trova in Via Trionfale 37, zona Prati. Aperto dal lunedì al sabato: 16:00 – 00:00, e domenica: 18:00 – 00:00.
Sora Mirella: da qui potete ammirare l’Isola Tiberina e passeggiare lungo Ponte Cestio con una bella grattachecca al tamarindo e amarena (presa questa mattina!). Si trova in Lungotevere degli Anguillara, altezza Isola Tiberina, Trastevere. Aperto dalle 08:00 alle 02:00 tutti i giorni.
Alla Fonte D’Oro: qui troverete l’unica e inconfondibile lemoncocco! Si trova in Lungotevere Raffaello Sanzio, altezza Ponte Garibaldi, Trastevere. Aperto dalle 11:00 alle 02:00.
Er Chioschetto: altra istituzione capitolina che molto onestamente si definisce “la mejo grattachecca de Roma”. Si trova in Via Magnagrecia 49, zona San Giovanni. Aperto dalle 14:30 alle 00:30.
Chiosco Testaccio: possiamo terminare qui la nostra passeggiata con una bella grattachecca e frutta fresca nel cuore di Testaccio. Si trova in Via Giovanni Branca 122, Testaccio. Aperto dalle 16:00 alle 01:00.
Se, dopo aver passeggiato per le strade di Trastevere, volete sapere cos’altro fare in questo Rione, potete leggere il nostro articolo con itinerario su Trastevere qui.
Ora che sapete come affrontare l’afa romana con una rinfrescante grattachecca, non vi resta che farci sapere quale è il vostro gusto preferito! Condividete le vostre esperienze e impressioni sui nostri social e restate aggiornati per non perdere le nostre prossime avventure culinarie e alla scoperta delle migliori tradizioni romane. Siamo curiosi di conoscere le vostre preferenze e vi invitiamo a seguirci per continuare insieme questo delizioso viaggio nella capitale!